Prime udienze fissate a settembre 2027. Il presidente Laganà: «Sposterò personale dal tribunale civile»
«Quasi non ci credevo: in Veneto siamo arrivati al punto che servono tre anni solo per dare inizio al processo!». L’avvocato veneziano Lucio Spampatti è preoccupato. Si chiede come farà a dire al suo cliente che il loro prossimo appuntamento dovrà fissarlo tra mille giorni.
Un banale incidente
Per capirci qualcosa, riavvolgiamo il nastro: a gennaio Denis S. stava guidando lungo le strade di Mestre, quando si è trovato di fronte un camioncino della nettezza urbana. Lo scontro è stato inevitabile, anche se per fortuna lui e il netturbino se la sono cavata senza gravi conseguenze. La macchina di Denis, comprata da poco, ne è invece uscita completamente distrutta ma circa la responsabilità dell’incidente, le versioni divergono: secondo l’automobilista, il conducente del camioncino viaggiava contromano, invece per la Compagnia che assicura i veicoli di Veritas – l’azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti a Venezia – la colpa è di Denis e per questo si rifiuta di pagare i danni.
Prima udienza il 27 settembre 2027
Fin qui una normale lite, che però fa emergere ben altri problemi: la causa per stabilire chi dei due conducenti abbia ragione, è approdata mercoledì 11 dicembre di fronte al giudice di pace di Venezia, chiamato a fissare la data di avvio del processo. Ed è qui che l’avvocato Spampatti – che assiste Denis S. – è quasi caduto dalla sedia: la prima udienza si terrà il 27 settembre del 2027. Vale a dire tra 1.012 giorni. Un record anche per un Paese come il nostro, abituato a fare i conti con la giustizia lumaca. «Se poi ci aggiungiamo che, tra la prima udienza e il momento in cui il giudice di Pace emette la sentenza, trascorrono di media tre anni e mezzo, significa che se tutto va bene il mio cliente saprà se ha diritto a essere risarcito nel 2031. Sempre ammesso che la controparte non ricorra in Appello…».
Mille e non più mille
Mille giorni per dare inizio a un processo può sembrare cosa da poco, finché si parla di riparare i danni di un veicolo. Ma sono un’eternità per chi, ad esempio, sul risarcimento che può arrivare da quella causa fa affidamento per coprire delle spese mediche o legali. «Così non c’è giustizia: questa lentezza può spingere la vittima ad accettare accordi di risarcimento molto bassi – conclude l’avvocato Spampatti – proprio per evitare di dover attendere una sentenza che non arriva mai». A Venezia (e non solo) le cause di fronte al giudice di Pace sono impantanate ormai da parecchio tempo. «La situazione è drammatica – conferma il presidente provinciale dell’Ordine degli avvocati, Tommaso Bortoluzzi – il problema è che, nonostante le nostre proteste, da parte del governo non si vede alcuna volontà di risolvere la situazione. Al contrario: la politica ha deciso di aumentare le competenze dei giudici di Pace, e quindi il carico di lavoro».
Organici inadeguati
L’origine del problema è sempre quello che affligge molti tribunali italiani: la carenza di organico, col risultato che ogni giudice si ritrova a gestire migliaia di fascicoli contemporaneamente. «La pianta organica prevista per gli uffici veneziani, che già appare sottodimensionata rispetto alle reali esigenze, non viene rispettata» spiega il presidente del tribunale Salvatore Laganà. I dati sono impietosi: «Abbiamo solo 4 giudici, a fronte dei dieci previsti, e anche il personale amministrativo è più che dimezzato». Per questo Laganà ha chiesto «in prestito» un funzionario al presidente della Corte d’Appello di Venezia. «La situazione è insostenibile – conclude – per questo nei prossimi giorni sarò costretto a fare un provvedimento affinché i giudici onorari del tribunale civile prestino temporaneamente servizio come giudici di Pace. È un “interpello”, ossia una soluzione estrema, mai fatta prima, ma non c’è altro modo per intervenire».
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link