Povertà idrica nelle città USA, disuguaglianze e case senza acqua

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Uno studio pubblicato su Nature Cities ha acceso i riflettori su un fenomeno allarmante che sta emergendo nelle città degli Stati Uniti: la “povertà idraulica”, ovvero l’assenza di accesso all’acqua corrente nelle abitazioni. Questa condizione, tradizionalmente associata alle aree rurali, ha ora assunto una dimensione prevalentemente urbana.

Secondo i dati, il 71% delle persone senza acqua corrente vive nelle città, incluse metropoli considerate ricche come New York, Los Angeles e San Francisco. Il fenomeno è stato aggravato dalla crisi immobiliare globale del 2008 e dall’attuale aumento del costo della vita, che sta mettendo a dura prova le fasce più vulnerabili della popolazione.

I ricercatori del King’s College di Londra e dell’Università dell’Arizona hanno analizzato i dati raccolti negli ultimi 51 anni nelle 50 città più grandi degli Stati Uniti. Lo studio evidenzia che, se negli anni ’70 erano 3,5 milioni le famiglie americane senza accesso all’acqua corrente, nel 2021 quel numero è sceso, ma rimangono 0,5 milioni di famiglie, pari a circa 1,1 milioni di persone. Tuttavia, gli studiosi ritengono che questi numeri siano sottostimati a causa di limiti nella raccolta dei dati del censimento.

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La ricerca ha rivelato che le comunità di colore sono colpite in modo sproporzionato. In 12 delle 15 città più grandi, rappresentano la maggioranza delle persone senza accesso all’acqua. A Los Angeles, ad esempio, l’82% di chi vive in povertà idraulica è afroamericano o latino, mentre a Miami questa percentuale è del 79%.

New York City guida la classifica delle città con il maggior numero di persone in queste condizioni, con 56.900 individui, seguita da Los Angeles (45.900) e San Francisco (24.400).

La professoressa Katie Meehan, esperta di giustizia ambientale e principale autrice dello studio, ha definito la situazione “allarmante”. Secondo Meehan, le crescenti pressioni economiche legate al costo della vita e degli alloggi stanno spingendo molte famiglie a condizioni di estrema precarietà.

“Vediamo sempre più persone costrette a scegliere tra l’affitto e le bollette, con molti che finiscono per vivere in abitazioni prive di servizi essenziali come l’acqua corrente”, ha affermato. Alcune famiglie vengono disconnesse dal servizio per morosità, altre si trasferiscono in case mal tenute o in edifici non residenziali, mentre altre ancora diventano senzatetto.

Lucy Everitt, dottoranda al King’s College di Londra, ha sottolineato come la mancanza di dati precisi renda difficile quantificare l’entità reale del fenomeno. “A marzo 2023, solo a New York, il Water Board municipale ha emesso più di 2.400 avvisi di interruzione del servizio per insolvenza. Tuttavia, molti casi non vengono registrati, rendendo il problema sottostimato”.

Lo studio ha anche evidenziato che la povertà idraulica non riguarda solo i servizi di base ma ha un impatto più ampio sulla dignità e sulla salute delle persone. La mancanza di acqua corrente compromette l’igiene, l’accesso a servizi sanitari e la qualità della vita. Secondo i ricercatori, questo fenomeno riflette una crescente disuguaglianza sociale, con le comunità di colore e le famiglie a basso reddito lasciate indietro.

Il professor Jason R. Jurjevich dell’Università dell’Arizona, co-autore dello studio, ha sottolineato che, nonostante alcuni successi locali nella riduzione della povertà idraulica, molte città stanno fallendo nell’assicurare equità. A Philadelphia, per esempio, le persone di colore rappresentano il 66% di chi vive senza acqua corrente, nonostante costituiscano solo il 40% della popolazione totale.

I ricercatori chiedono riforme urgenti per affrontare la crisi. Tra le raccomandazioni figurano miglioramenti nella raccolta dei dati nazionali, revisione dei programmi di assistenza idrica per le famiglie a basso reddito e investimenti nelle infrastrutture idriche e abitative. Gli autori sottolineano anche l’importanza di allineare queste iniziative agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, che prevedono l’accesso universale all’acqua potabile e ai servizi igienici entro il 2030.

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Lo studio rappresenta un campanello d’allarme per le autorità locali e federali, evidenziando come la crisi immobiliare e l’aumento del costo della vita stiano trasformando il volto delle città americane. Senza interventi mirati e coraggiosi, avvertono i ricercatori, sempre più persone rischiano di essere escluse dai servizi essenziali, aggravando le disuguaglianze già esistenti.



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