Presentato il nuovo libro del Generale Giuseppe Governale “Gli sbirri di Sciascia”. “Occorrono si investigatori nati ma occorre che siano affidabili e sappiano cogliere i contesti.”

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Presentato il nuovo libro del Generale Giuseppe Governale “Gli sbirri di Sciascia”. “Occorrono si investigatori nati ma occorre che siano affidabili e sappiano cogliere i contesti.”



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Presentato il nuovo libro del Generale Giuseppe Governale “Gli sbirri di Sciascia”. “Occorrono si investigatori nati ma occorre che siano affidabili e sappiano cogliere i contesti.”

di Ambra Drago

Presentato il sala Onu all’interno del teatro Massimo di Palermo il libro del Generale dell’Arma dei Carabinieri (in quiscienza nel gennaio 2024) Giuseppe Governale con una carriera significativa. Dal 2013 al 2015 ha guidato la Legione Carabinieri Sicilia e dallo stesso anno ha comandato il Ros
(Raggruppamento Operativo Speciale ) ottenendo importanti risultati in tema di contrasto alla criminalità organizzata. Dal 2017 al 2020 è stato direttore della Dia. Da sempre il generale è appassionato dei libri di Sciascia e lo si nota in modo determinante nella scelta del titolo di questa sual ultima creazione letterari: “Gli sbirri di Sciascia”. Giuseppe Governale attraverso un’analisi dei romanzi dello scrittore siciliano i conflitti tra istituzioni e società, tra i valori che animano la vita di un investigatoree il loro rapportarsi con la realtà in cui operano. Governale richiama infiniti personaggi di Sciascia e attraverso loro lascia cogliere al lettore la variegata esistenza umana. La presentazione pè stata moderata dalal giornalista e responsabile dell’AdnKronos della Sicilia, Elvira Terranova che ha subito chiesto all’autore come mai la scelta di questo titolo.
“Un lavoro che é maturato pochi mesi fa esordice il generale Governale. In particolare da quando sono andato a trovare un pm e ho notato un quadretto dove ho letto la frase: ” Gli sbirri di Sciascia” . E’ vero conoscevo già il “Giorno della Civetta” ma dopo questo incontro decido di approfondire. Se riflettiamo bene già nel “Giorno della Civetta” Sciascia parla di “sbirro nato” ovvero l’ inavvicinabile. Se uno sbirro nato incita timore e rispetto, mi sono detto perché non scrivere di questo. L’unico limite evidentemente che esiste è l’ arbitrio e la giustizia”. Lo scrittore di Racalmuto parlò di mafia quando era messa da molti in dubbio. “Lui diceva, continua Governale, non sono un esperto di mafia ma la vedo e ne scrivo. Quando scrive di Don Mariano Arena é un personaggio credibile che lo Stato ha rinnegato proprio perché non se ne parlava. Nel 49′ diceva Scebba basta andare a Palermo o nelle località vicine che se ne parla di mafia certamente noi sappiamo che la mafia c’era e Sciascia ne scrive e ha il coraggio di scriverne”.

Nel libro c’è un capitolo su Matteo Lo Vecchio ( sbirro infame). A Palermo abbiamo una via intitolata a questo infame. Matteo Lo Vecchio che si distinse per la crudeltà siamo negli anni dell’Inquisizione. In particolare nella lotta tra lo Stato spagnolo e la Chiesa che all’inizio scomunicò Lo Vecchio per poi riabilitarlo. Questo (sbirro infame per antonomasia) venne ammazzato in vicolo Brugnò e addirittura non furono eseguite le esequie. Questo personaggio storico fu ereditato da Natoli che lo trasformò. Un personaggio che venne odiato dal popolo e poi dalla mafia. Un’analisi che può essere calata in qualsiasi tipo di contesto sottolinea Governale. Anche Palermo è una cittá straordinariamente doppia. “Occorrono professionisti dell’ investigazione ma che siano affidabili sottolinea Governale. Quello dellìinvestigatore è un mestiere che non é il più difficile del mondo dipende metaforicamente la frequenza che vuoi suonare.Ecco che la capacità di assumere le mille tonalità é fondamentale, di cogliere le sfaccettature dove vi sono contesti in cui le regole non scritte prevalgono sulal legge formale”.

E aggiunge il Generale Governale: “Se vogliamo salvare Palermo ci vuole lo sbirro nato e il prete nato”. Un racconto introgante, provocatorio e che invita a riflettere. Alla domanda attualizzata della giornalista sul perché i pentiti sono diminuiti. Il Generale risponde:” Secondo me non sono diminuiti. Vedete non bisogna spegnere l’interruttore sul fenomeno mafioso. Cosa nostra vive un momento difficoltà è vero e le tre Forze di Polizia agiscono bene ma non pensiamo sia svanita. Un Report di quattro giorni fa ci dice che le mafie hanno un fatturato di 40 miliardi. Ecco non bisogna abbassare la guardia”.Una narrazione affascinante per questo libro che vede la prefazione di Marcella Padovani e pubblicato dalla casa editrice Zolfo.





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