Continua la campagna politica e mediatica contro le occupazioni del ministro leghista dell’Istruzione (e Merito) Giuseppe Valditara. La linea dura del ministero contro gli studenti ha assunto ieri la forma del «chi rompe paga»: in un comunicato pubblicato sul sito del Mim ha fatto sapere che il dicastero che presiede si costituirà parte civile in eventuali processi penali riguardo ai danni causati dalle occupazioni delle scuole. «Siamo davanti ad atti di mero teppismo, che nulla hanno a che vedere con la libera espressione delle opinioni e del dissenso» ha scritto. In particolare si è riferito alle occupazioni romane dei licei Virgilio e Gullace, e a quelle pisane del Pacinotti e del Da Vinci. Sul Virgilio il ministro si era già espresso, mostrando solidarietà alla preside dell’istituto che a inizio dicembre aveva convocato una «manifestazione silenziosa per riavere la scuola», disertata però sia dai docenti che dai genitori, che invece si erano recati nella scuola occupata raccogliendo l’invito degli studenti al dialogo. A Pisa, invece, alcuni ragazzi hanno fatto irruzione nell’istituto occupato, scatenando la reazione di Fratelli d’Italia in consiglio comunale.
IL MINISTRO è stato seguito a ruota da esponenti del governo e della maggioranza. La sottosegretaria all’istruzione Paola Frassinetti si è messa in scia alla delegittimazione della protesta: «L’attività politica a scuola non va criminalizzata ma gli atti di teppismo non rientrano nell’attività politica» ha detto. Seguita quindi da Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia al Senato, che ha riassunto tutto il senso della presa di posizione: «Un’azione esemplare» ha scritto in una nota, concludendo in modo eloquente «la legge e l’ordine vanno rispettati». Se sul fronte giudiziario l’atto del ministro avrà delle conseguenze tutte da valutare, Valditara mette un altro tassello al mosaico della scuola che intende costruire, fatta di repressione e castigo.
I FATTI però sono tutt’altro che chiari. Al Virgilio sono segnalati 60mila euro di interventi necessari, ma la maggior parte di questi (almeno 40mila euro) dovrebbero riguardare danni strutturali all’edificio, precedenti all’occupazione e in carico alla città metropolitana di Roma. Il collettivo degli studenti ha pubblicato alcuni giorni fa un proprio dossier fotografico, preparato in ottobre, che testimonia le condizioni precarie della scuola. Più di un centinaio di studenti, inoltre, si era reso disponibile a partecipare ai lavori di pulizia e sanificazione, senza ricevere risposta. Il caso ha portato i genitori dei ragazzi a esporsi nuovamente con un comunicato in cui segnalano che «lo stato di degrado era stato più volte oggetto di sollecitazioni a intervenire alla dirigenza e, tramite la sua figura, agli organi preposti».
IL CASO del liceo romano Gullace Talotta mostra ancora più chiaramente la strumentalità degli attacchi di Valditara. Questo è infatti l’unico caso in cui c’è la possibilità che un processo legato ai danni all’edificio si apra, ma non a carico degli occupanti. La scuola era stata presidiata lunedì 14 ottobre dagli studenti per protestare contro la carenza di spazi: la sede centrale dell’istituto era stata dichiarata inagibile in estate e per questo motivo gli studenti svolgevano le attività su due turni, mattutino e pomeridiano, nella succursale del plesso. Il mercoledì l’occupazione terminava e un primo incendio colpiva alcuni ambienti della scuola, già dopo che le forze dell’ordine erano state avvertite e invitate a prendere in custodia l’edificio.
Due giorni dopo, all’alba di venerdì 18 ottobre, mentre la scuola era chiusa, tre persone si sono introdotte nell’istituto causando un incendio che ha comportato i due milioni di euro di danni che il ministro ha citato anche ieri nella propria nota. I tre sono state identificati alcuni giorni dopo dalle forze dell’ordine, e pur non essendo stata divulgata pubblicamente non risultano appartenere alla comunità studentesca.
Non è chiaro quindi in che modo il ministero intenda rivalersi con gli occupanti che tracimano i confini della «libera espressione delle opinioni e del dissenso». Gli studenti, peraltro, da quel momento sono stati divisi su altre scuole primarie e secondarie del territorio, alternando didattica in presenza e a distanza.
Anche il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha inviato tempo fa una lettera al ministro, chiedendo che il ministero stanziasse dei fondi straordinari per avviare i lavori il più velocemente possibile. Su questo regna ancora l’incertezza, nonostante i proclami di Valditara.
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