Rimini, bambino senza vaccini escluso dalla scuola materna: «Un’ingiustizia». Cosa prevede la legge

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di
Enea Conti

Il capoluogo romagnolo è capitale di chi non rispetta l’obbligo vaccinale in Regione: chi chi ritira i figli dalla scuola dell’infanzia e chi dopo ravvedimenti si convince. La famiglia ha ancora qualche giorno per mettersi in regola.

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Mentre a livello nazionale infiammano le polemiche sulla cancellazione delle multe comminate ai no vax in tempi di Covid, un provvedimento contenuto nel decreto Milleproroghe, a Rimini sono divampate quelle sull’esclusione di un bimbo da una scuola materna comunale perché non in regola con le vaccinazioni previste per poter richiedere l’iscrizione. 

Nella città romagnola l’antivaccinismo non è affatto una novità, in consiglio comunale siede un consigliere eletto tra le fila del Movimento 3 V, le percentuali sulle coperture vaccinali raggiunte durante le campagne oramai «tradizionali» come quella annuale contro l’influenza a cui solo di recente è stata abbinata quella contro il Covid sono storicamente tra le più basse in Regione. 




















































Per quel che riguarda le scuole, i dati di Ausl Romagna hanno certificato nello scorso maggio che 110 bambini non risultavano in regola con le certificazioni. Stando a quanto si apprende, nel resto delle province romagnole, Ausl ha appurato che solo una decina di bimbi non risultasse in regola. In sintesi, nella capitale rivierasca, è in atto un fenomeno quasi circoscritto.

A 110 genitori, dunque, era stata consegnata una lettera per invitarla a regolarizzare i figli dal punto di vista vaccinale. Molti di loro hanno provveduto a far vaccinare i figli, altri li hanno ritirati dalle scuole per l’infanzia (fascia 0 – 6 anni)

Cosa prevede la legge regionale in Emilia-Romagna

I genitori del bimbo «escluso» avevano invece presentato una richiesta di vaccinazione in luglio ad Ausl Romagna: i legali della famiglia sostengono sia sufficiente per potersi ritenere in regola, il Comune invece ritiene che la regolarizzazione sia certificabile solo ad avvenuta vaccinazione. 

A questo punto vale la pena ricorda gli obblighi vaccinali previsti dalla Legge 119/2017. La premessa è che alcuni vaccini hanno permesso, e lo dice la scienza, di debellare malattie molto impattanti: c’è quello contro la poliomelite, l’ anti-difterica, l’anti-tetanica; l’anti-epatite B, l’anti-pertosse, l’anti Haemophilus influenzae tipo b. E ancora, l’anti-morbillo, l’anti-rosolia, l’anti-parotite, l’ anti-varicella.

I genitori del bimbo escluso avranno tempo fino al 20 dicembre per regolarizzarsi, stando a quanto si apprende, avrebbe già ricevuto alcune vaccinazioni, mentre altre mancherebbero all’appello. Il comune resta fermo sulla sua posizione: non basta la richiesta di vaccinazione avanzata, ma serve l’effettiva inoculazione del vaccino. La posizione del consigliere 3 V Matteo Angelini, è altrettanto intransigente. 

Il consigliere del M3V: «Accanimento»

La posizione del consigliere 3 V Matteo Angelini, è altrettanto intransigente. «La percentuale dei vaccinati per tutte le malattie previste dagli obblighi si attestano ben oltre la presunta soglia di sicurezza del 95%, inoltre, come spiegato anche questo più volte, in Italia non c’è nessuno che verifica la reale immunizzazione dei soggetti inoculati, vien da sé che la «favolina» che si continua a raccontare relativa alla tutela dei soggetti fragili e della comunità in generale, è appunto una «favolina di comodo».

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19 dicembre 2024 ( modifica il 19 dicembre 2024 | 13:32)

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