Una nuova intelligenza artificiale è in grado di rilevare con precisione i “gerghi oscuri” usati da trafficanti di droga e spacciatori sui social network. In parole semplici, è in grado di capire i messaggi codificati rilevando le “parole segrete” usate dai criminali per le proprie attività illecite. L’IA ha svelato un gran numero di parole sconosciute alle forze di polizia.
I ricercatori hanno messo a punto una nuova intelligenza artificiale (IA) in grado di identificare il gergo oscuro utilizzato dai criminali, facendo emergere nuove parole e termini utilizzati da individui o organizzazione per condurre attività illecite. Particolarmente rilevante è il ruolo nell’identificare le comunicazioni “criptate” di trafficanti di droga e spacciatori sui social network, che usano e aggiornano un vasto repertorio di gerghi oscuri per eludere i controlli della polizia. Con l’innovativa IA non sarà più così facile per i criminali nascondersi alla luce del sole. Gli algoritmi della nuova intelligenza artificiale sono così efficienti che non solo hanno una precisione superiore del 7 percento rispetto ad altri modelli già disponibili, ma sono anche in grado di individuare un enorme mole di termini precedentemente sconosciuti alle forze dell’ordine. In un’analisi condotta assieme a diversi funzionari di polizia, è stato infatti dimostrato che il 93 percento delle parole gergali rilevate dall’IA analizzando i post pubblicati sui social media era sconosciuto alle forze dell’ordine.
A mettere a punto la nuova IA è stato un team di ricerca giapponese guidato da scienziati della Scuola di specializzazione in Scienze e Tecnologie dell’Informazione dell’Università di Elettrocomunicazioni (UEC), che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi di vari dipartimenti dell’Agenzia nazionale di polizia nipponica. Fra quelli coinvolti l’Ufficio per gli affari penali e la Divisione di contromisure alla criminalità organizza. I ricercatori coordinati dai professori Takuro Hada e Akihiko Ohsuga hanno sviluppato la nuova IA creando algoritmi in grado di rilevare parole gergali di tipo composto. In pratica, combinazioni di due o più parole utilizzate per riferirsi a droga, armi o ad altri elementi legati ad attività illecite. Gli autori dello studio hanno fatto riferimento a termini come “Green-Crack” o “Pineapple-Chunk” utilizzate dai trafficanti di droga per fare comunicazioni su specifiche sostanze stupefacenti e alle parole “yami baito”, usate in Giappone per il lavoro part-time in nero e o collegato ad attività criminali.
Il professor Hada e colleghi hanno spiegato che il traffico di droga è in costante crescita e si è trasformato in un significativo problema sociale. La polizia setaccia continuamente il web a caccia delle “parole segrete” per identificare le attività illecite, ma chiaramente una volta rilevati, i gerghi oscuri diventano rapidamente obsoleti e i criminali sviluppano costantemente nuovi messaggi codificati. Per smascherarli in anticipo l’IA è considerata un ottimo strumento, riuscendo a rilevare le anomalie dall’analisi di enormi quantità di dati. Il nuovo sistema è considerato particolarmente efficiente poiché è in grado di trovare anche le parole composite. “I metodi tradizionali hanno difficoltà a rilevare i gerghi oscuri quando sono composti da più parole, perché la maggior parte degli strumenti di analisi del testo suddivide automaticamente le frasi in unità di parole più piccole”, spiegano gli autori dello studio in un comunicato stampa.
“Il nuovo sistema di intelligenza artificiale supera questo problema identificando coppie di parole che appaiono frequentemente insieme in contesti simili. Analizzando grandi set di dati di post sui social media, l’intelligenza artificiale può riconoscere quando due o più parole formano gerghi oscuri, anche se si tratta di un termine emerso di recente”, spiegano Hada e colleghi. Grazie a un sistema del genere automatizzato, le forze dell’ordine avranno vita molto più facile nell’identificare le attività illecite sui social network e i criminali che li utilizzano, rendendo il web più sicuro. I dettagli della ricerca “Detection of Compound-Type Dark Jargons Using Similar Words” sono stati pubblicati su una rivista scientifica specializzata giapponese.
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