Garanzia Giovani Puglia e i mancati compensi: “Attendiamo il rimborso spesa da più di un anno”

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Una situazione deprimente e spiacevole. E’ quella che sembrerebbe stiano vivendo diversi giovani residenti in tutta la Puglia. Secondo i loro racconti, tutto questo a causa del mancato compenso ricevuto per i tirocini da loro svolti con il programma europeo “Garanzia Giovani”.

Al riguardo, riceviamo e pubblichiamo la nota di una ragazza 30enne, residente a Monopoli, che attende il proprio “rimborso spese” da giugno del 2023, quando ha terminato un periodo di stage presso un’azienda pugliese.

“A fine 2022 ho aderito ad un tirocinio finanziato tramite il progetto europeo “Garanzia Giovani”. Ho quindi svolto un periodo di stage presso un’azienda pugliese da gennaio 2023 a giugno dello stesso anno.

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Durante questi mesi di formazione, ho sempre svolto i miei compiti con serietà e voglia di imparare. Per quanto riguarda il rimborso spese, la misura di Garanzia Giovani prevede il pagamento mensile di € 150 da parte dell’azienda e di 300 (sempre mensili) da parte della Regione Puglia (per un totale di € 450 mensili).

Ho ricevuto regolarmente i soldi dell’azienda, purtroppo, però, non ho ancora ricevuto neanche parte del rimborso spese spettante da parte della Regione, nonostante sia passato più di un anno dall’attivazione del tirocinio”. 

Poi continua: “Perciò, ho contattato qualsiasi istituzione ed ente coinvolto in Garanzia Giovani, tra cui l’ente di formazione che mi ha attivato il tirocinio, ma nessuno mi ha saputo dare indicazioni in merito, solo vaghe risposte come “i soldi arriveranno”.

Ad aderire a questo programma, ci sono anche e soprattutto giovani adulti come me e tanti altri, anche professionisti, che, ormai disperati dalla mancanza di vere occupazioni in Puglia, si piegano ad accettare perfino tirocini scarsamente retribuiti pur di mettersi alla prova, migliorare e cercare di mettere un po’ di soldi da parte, magari per aiutare la famiglia o costruirsi un futuro.

Ritengo sia mio diritto ricevere il rimborso spese da parte della Regione Puglia. La maggior parte di noi giovani ha tanta voglia di mettersi alla prova, ma la nostra volontà viene spesso fermata da continui vincoli burocratici e politici che non ci permettono di ricevere il giusto riconoscimento, sia immateriale che economico.

Ho contattato la Regione, l’INPS (che a quanto pare, dovrà alla fine erogare i soldi), inviato PEC, mail, chiamato uffici. Le rare volte in cui qualcuno mi ha risposto, ho ricevuto vaghe indicazioni come “ci vuole tempo”, come se questa fosse la normalità, oppure addetti che si sono limitati a dire di non essere loro ad occuparsene, scaricando la responsabilità su altri uffici o su altri amministratori, che a loro volta scaricavano il problema su altri.

Oltre al problema del compenso in sé, quindi, c’è anche un gravissimo problema di assenza di punti di riferimento. Ad oggi, non si sa a chi poter fare riferimento e chiedere un consiglio in merito.

Come me, anche tutti gli altri giovani che hanno preso parte a questa misura europea e regionale negli ultimi anni non hanno ancora ricevuto il rimborso spese o, pochi “fortunati” sono riusciti ad ottenerne una minima parte.

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Come me, neanche loro riescono ad interfacciarsi con nessuno, ricevendo le stesse risposte o lo stesso silenzio che ho sperimentato anche io e di cui Vi parlavo poc’anzi.

Stavamo anche pensando di recarci di persona presso gli uffici regionali preposti ma, ancora una volta, non abbiamo riferimenti, né indirizzi di sedi presso cui andare a parlare e far sentire la nostra voce.

L’INPS, dal canto suo, riferisce di aver provveduto a pagare tutti i nominativi comunicati dalla Regione e che al momento non risulti nulla in sospeso.

La Regione continua a tirare in ballo l’INPS ma l’INPS, se la Regione non rinnova la convenzione con loro e non emette il decreto comunicando i nominativi da pagare, non può muoversi.

Noi però pretendiamo il compenso che ci spetta e che è stato giustamente pattuito inizialmente e non ci fermeremo. Hanno persino rinnovato il progetto Garanzia Giovani, estendendolo anche a giovani adulti fino ai 35 anni. Ma con quali soldi e risorse, se già non riescono a pagare i tirocini svolti tra il 2019 ed il 2024 ed hanno evidenti problemi di gestione e comunicazione?” – conclude la 30enne pugliese.



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