TIM, CVC e gli altri fondi: finisce l’era Vivendi?

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Il titolo Telecom Italia TIT resta sotto i riflettori a Piazza Affari sulle voci di un interesse da parte del fondo britannico CVC Capital Partners CVC per la quota della società di telecomunicazioni italiana in mano a Vivendi VIV. I rumors hanno fatto scattare le azioni TIM del 5,7% lo scorso 16 dicembre, ma l’euforia sì è poi affievolita, perché – ha commentato Javier Correonero, equity analyst di Morningstar – “la trattativa sarà probabilmente un processo lungo” e sono riemerse le voci di uno spezzatino della società. Intanto, giovedì 19 dicembre, TIM ha fatto sapere di aver ricevuto dal Ministero dell’economia e delle finanze e da Retelit l’offerta per Sparkle, società che gestisce i cavi sottomarini, per un valore di circa 700 milioni di euro.

Negli ultimi giorni è passato di mano circa il 6% del capitale e mentre scriviamo il titolo vale EUR0,27, prezzo che si confronta con una stima di fair value di Morningstar pari a EUR0,25.

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“Vivendi è un negoziatore difficile e il suo prezzo medio di acquisizione delle azioni TIM è alto (circa 1 euro per azione), quindi cercherà di spingere CVC verso quel prezzo”, spiega Correonero. “In ogni caso, sarà difficile che Vivendi ottenga una cifra vicino a 1 euro per azione, ma è forse più probabile un premio rispetto al prezzo attuale”.

Secondo Bloomberg, l’operazione potrebbe valere circa EUR950 milioni, ma fonti finanziarie, riprese da Alliance News, riferiscono che i francesi punterebbero a ottenere almeno EUR1,5 miliardi, in linea con il valore di mercato della partecipazione. CVC aveva già espresso in passato interesse per TIM Enterprise e – sempre secondo Bloomberg – potrebbe essere interessata sia alla quota di Vivendi, sia all’intera azienda, con la possibilità poi di valorizzare i singoli asset, ossia Tim Brazil, Consumer e Enterprise.

CVC non è l’unico pretendente per TIM

Il fondo CVC potrebbe non essere l’unico interessato a TIM. Indiscrezioni di stampa riportano in questi giorni anche l’interesse da parte della statunitense Bain Capital – secondo quanto scritto dal Messaggero il 17 dicembre – e del fondo britannico Apax, citato dal Sole 24 Ore.

Sempre secondo Bloomberg, CVC Capital Partners sembra avere già aver avuto colloqui preliminari con Vivendi e quindi sarebbe in vantaggio sugli altri contendenti. Per gli analisti di Equita, l’indiscrezione è “plausibile” e lo scenario più probabile – scrivono in una nota del 17 dicembre – è che CVC possa essere interessata ad acquisire la quota del 24% di Vivendi, ma non a un completo takeover dell’azienda. Equita è anche convinta che l’operazione potrebbe ricevere il via libera del governo, che deve dare l’approvazione ai fini del golden power, ossia dei poteri speciali che l’esecutivo può esercitare su aziende strategiche per tutelare l’interesse nazionale.

Perché l’uscita di Vivendi potrebbe fare bene a TIM?

“Vivendi è stata una spina nel fianco per i piani di dismissione di TIM, in quanto ha sempre cercato di bloccare qualsiasi accordo”, afferma Correonero, il quale ricorda i numerosi tentativi per arrivare all’intesa sulla cessione della rete fissa al fondo statunitense KKR il luglio scorso, o il tentativo di OPA su TIM da parte dello stesso fondo a 0,505 euro per azione nel 2021.

“Nel complesso penso che Vivendi abbia danneggiato gli altri azionisti con le sue azioni, quindi un nuovo azionista può contribuire ad accelerare le cose”, conclude l’analista di Morningstar.

Vivendi accetterà di svendere la quota in Telecom Italia?

Il prezzo di acquisto rimane un tema critico, come osservano gli analisti di Websim in un commento del 17 dicembre, perché è difficile che Vivendi “svenda sotto quota 1,5 miliardi rispetto al valore attuale di mercato che viaggia attorno al miliardo”. Sempre Websim fa notare che anche riuscendo in questo intento, i francesi perderebbero circa 2,4 miliardi, considerando i 3,9 investiti anni fa. Ma allo stesso tempo, il desiderio di chiudere definitivamente con TIM potrebbe essere oggi molto forte anche in considerazione del fatto che Vivendi ha attivato un finanziamento mettendo a pegno gli asset del proprio portafoglio attraverso un meccanismo per cui se le quotazioni dei titoli a garanzia scendono sotto una certa soglia, devono pagare delle somme ai creditori. “Da qui la preoccupazione che la voce TIM, la seconda del gross asset value di Vivendi, possa accendere delle spese non gradite”, scrive Websim.

Cosa succederà alle azioni di risparmio Telecom Italia?

Mentre scriviamo le azioni ordinarie TIM valgono EUR0,27, mentre quelle risparmio sono a EUR0,31. Secondo Equita, è probabile che se il deal di CVC per la quota di Vivendi andrà in porto TIM possa poi procedere alla conversione delle azioni di risparmio “per rimunovere un ostacolo alle operazioni straordinarie e semplificare la struttura del capitale”.

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Nello scenario di un’acquisizione completa della compagnia telefonica italiana, l’offerta – dicono gli analisti – potrebbe riguardare sia le azioni ordinarie sia quelle di risparmio, “ma non sarebbe affatto scontata l’ipotesi di un premio per le risparmio”.

L’articolo è stato pubblicato il 18 dicembre e aggiornato il 19 dicembre.

L’autore o gli autori non possiedono posizioni nei titoli menzionati in questo articolo. Leggi la policy editoriale di Morningstar.



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