TRIESTE – A differenza di quando la città guardava tutti dall’alto in basso, perdere 18 posizioni in tre anni non fa piacere a chi quotidianamente amministra Trieste. Nel consueto report diffuso da Il Sole 24Ore ieri 16 dicembre il capoluogo regionale esce totalmente ridimensionato dalle velleità e dalle ambizioni, anche solo a parole, della classe dirigente. La discesa dal 2021 è verticale, con il risultato finale che fa sparire piazza Unità e dintorni dai radar dei migliori territori d’Italia. La classifica però evidenzia molti dati che vanno letti uno ad uno, perché l’analisi è complessa. Solo per citare i settori in cui Trieste brilla ancora, ecco che troviamo le sezioni “Start up innovative” (primi), “Affari e lavoro” (terzi) e “Cultura e tempo libero” (di nuovo primi) come delle eccellenze nazionali.
Sicurezza e criminalità: è qui il problema
Ma i nodi vengono al pettine quando i cambiamenti sociali ed economici viaggiano a velocità troppo elevate per la macchina istituzionale. Le modifiche che la società subisce ogni giorno, per motivi riconducibili a numerose variabili (immigrazione e lavoro, ma anche investimenti pubblici e sicurezza), spesso non vengono accompagnate da interventi risolutivi o quantomeno proiettati nel futuro. Sono conseguenze anche e soprattutto rispetto alle mancate azioni del potere centrale che ha ancora molto da dire in relazione alla gestione del locale. E’ il caso della sicurezza e della criminalità: qui, tranne gli ambiti di competenza ricoperti dalla polizia locale (il cui organico è dipendente dalla giunta e dal consiglio comunale), le forze dell’ordine scontano le decisioni prese nei palazzi romani e alcune difficoltà sono evidenti.
Il report: dettagli, denunce e reati
Ma cosa dice quindi il report sulla giustizia e sicurezza triestine? A dire il vero il computo finale afferma che Trieste, rispetto al 2023, perde “solo” otto posizioni. Ma la classifica complessiva sul tema dice 99. Novantanovestima posizione, una città a cui seguono realtà italiane (spesso al Sud) che fanno i conti con quadri criminali storicamente ben più presenti. Nel dettaglio sulla criminalità la città è 15esima, con oltre 4200 denunce ogni 100 mila abitanti. I primati di cui non andare particolarmente fieri sono il numero di denunce per violenza sessuale e l’omicidio colposo da incidente sul lavoro. Trieste è poi seconda in Italia per lesioni dolose (con 435 denunce) e truffe e frodi informatiche (oltre 1700 le denunce, tema di cui TriestePrima si è largamente occupata), mentre il terzo posto a livello nazionale riguarda il tentato omicidio a scopo di rapina.
Una città di truffati: ecco come i criminali han svuotato le tasche ai triestini
Dal quarto posto in giù
La quarta posizione la città la occupa invece per le rapine in casa e siamo quinti per estorsioni (con 67 denunce totali, quasi 30 ogni 100 mila abitanti). Anche sulla droga (complessivamente sesti, come nello sfruttamento della prostituzione) le cose non vanno particolarmente bene: sono 110 le denunce per spaccio (14esima posizione) e Trieste è undicesima per produzione e traffico. Ma questo ultimo dato, si sa, è figlio di un approvvigionamento che si materializza spesso fuori regione (Udine e Mestre per rimanere in Italia, Isola e Capodistria per sconfinare in Slovenia), o attraverso traffici portuali che riescono a sfuggire a controlli dell’antidroga. Siamo poi decimi per rapine (dove 90 sono gli episodi su pubblica via) e dodicesimi per percosse. Ma c’è un dato su cui le istituzioni, nazionali e locali, dovrebbero interrogarsi maggiormente.
Il numero di denunce è il più alto dal 2019
A dare un’occhiata ai numeri del Sole, ecco che i dati delle denunce in città negli ultimi cinque anni non sono mai stati così alti. Nel 2019 il numero di denunce era di 9456, mentre quest’anno è di 9634. In mezzo una riduzione sostanziale, data soprattutto dal biennio pandemico e dalle limitazioni imposte dalle normative anti Covid. Il 2020 si era chiuso con 9061 denunce e l’anno successivo con 7795, dato più basso degli anni recenti. Il numero delle denunce nel 2022 era risalito a 8578, con l’anno scorso in cui i dati si erano fermati a 8949 denunce.
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