Poco più di un mese fa Bryon Allen era un giocatore perso, spaesato, pronto a litigare con i tifosi e con ti suoi compagni di squadra, tanto che l’impressione che si aveva è che la Valtur Brindisi non lo tagliasse solo perché aveva finito i tesseramenti e si trovava con le mani legate.
Poi, all’improvviso, la svolta, improvvisa quanto inaspettata. Il rospo egoista e mangiapalloni si è trasformato in principe e ha letteralmente trascinato Brindisi in tutte le ultime 4 partite, compresa quella persa a Rimini. A questo punto sarebbe da chiedersi chi ha dato il fatidico bacio della trasformazione, Bucchi? la Società? I compagni? Impossibile saperlo, ma quello che si può certamente fare è analizzare questa rinascita. Così, dopo aver pubblicato un paio di mesi fa i 5 motivi per cui Allen era un problema, ecco i 5 motivi per cui Allen è ora un fattore per la Valtur Brindisi.
LA FIDUCIA DELL’AMBIENTE
Il punto più basso si è raggiunto senza dubbio durante la partita contro l’Urania Milano quando, a fine partita, un Allen sfiduciato e con un atteggiamento quasi strafottente si rivolgeva alla curva brindisina portandosi le mani in parti poco nobili del corpo. Da lì la svolta. La Società fa sentire la sua voce, lo multa e ne valuta l’allontanamento, lui si scusa con la squadra e con la tifoseria tramite i social. Nella partita successiva contro Piacenza gioca un’altra partita orribile, tanto che Bucchi lo tiene fuori negli ultimi e decisivi minuti, ma succede qualcosa. Viene fischiato dopo i primi errori, ma, dopo un libero sbagliato, l’intero palazzetto lo applaude incoraggiandolo. Alla fine della partita il presidente Nando Marino, che nelle settimane precedenti non era stato di certo tenero con lui, dice: “Contro Pesaro Allen farà una grande partita, segnatevelo”. Non si saprà mai se è stata la fiducia rinnovata, quell’applauso o quella dichiarazione che ha fatto scattare qualcosa nella testa del giocatore, ma contro Pesaro Allen ha giocato la prima grande partita in maglia brindisina
L’ATTEGGIAMENTO
Nelle ultime 4 partite l’atteggiamento di Allen è completamente cambiato. Innanzitutto nei confronti di coach Bucchi, unico a credere sempre in lui e a respingere qualsiasi ipotesi di allenamento. Lui lo ha voluto a Brindisi e lui si è preso la responsabilità di lavorare per farlo rendere al meglio. Oggettivamente è impossibile non notare la mano dell’allenatore in questa fase di rinascita. Prima di tutto Allen ha smesso di tirare qualsiasi cosa gli passasse tra le mani e ha cominciato a giocare con la squadra. Ha capito che il suo ruolo è quello di guidare le transizioni, di attaccare il ferro e di prendere i tiri a gioco rotto quando gli schemi non funzionano. Ha iniziato a mettersi in ritmo facendo giocare la squadra, fornendo assist ai compagni e agendo da secondary ball handler. In questo modo tutti entrano in partita più facilmente e lui prende solo i tiri che deve prendere. Basti pensare che prima dell’ultimo mese Allen serviva meno di 3 assist a partita, nelle ultime 4 ne smazza 4.8 a partita. L’atteggiamento scontroso e nervoso nei confronti dei compagni si è trasformato in parole di incoraggiamento, pacche sulle spalle e applausi. Domenica scorsa contro Vigevano l’empatia tra lui e la squadra ha raggiunto livelli che non si erano mai visti finora
L’EFFICIENZA OFFENSIVA
Come detto Allen ha cambiato il suo gioco. Niente più tiri da ovunque, ma più assist per mettere in ritmo se stesso e i compagni, ma soprattutto ha finalmente smesso di essere pigro e di scegliere la prima opzione. Adesso attacca il ferro con grande continuità (e ottimi risultati tanto che è passato da 2.5 a quasi 4 tiri liberi a partita di media ) e prende tiri da fuori solo quando si accorge che il difensore gli lascia quel mezzo metro in più proprio per proteggersi dalla penetrazione. I dati, come sempre, ci dicono molto più di quanto la mente ricordi. Nelle ultime 4 partite Allen ha segnato 26.2 punti di media, sta tirando con il 70% da due (percentuali da centro che tira a 2 cm da canestro) e 34,8% da tre (ai livelli dei suoi massimi in carriera). Sempre nell’ultimo mese l’Offensive Rating (numero di punti segnati su cento possessi) fa segnare un +7.1, quindi con lui in campo la squadra segna 7 punti in più su 100 possessi. Prima di Pesaro questa percentuale era negativa, ovvero la squadra segnava di più senza lui in campo. Altro dato importante che ci fa capire come sfrutti le sue doti atletiche e la transizione è il Pace (numero di possessi giocati su 40 minuti). Senza di lui è 62,4, mentre con lui in campo arriva a 73,4 ovvero +11,1 possessi giocati sui 40 minuti. Un dato importantissimo che dà anche un importante segnale sulla difesa con lui in campo.
L’EFFICIENZA DIFENSIVA
Prima dell’inizio della stagione, il DS Leo DeRycke mi disse “Volevamo Allen anche perché è in grado di difendere sui tre ruoli degli esterni”. Questa dote si è vista poco o nulla, ovviamente fino alla fatidica partita contro Pesaro. Prima il suo Defensive Rating (punti subiti ogni 100 possessi) era prossimo allo zero, ancora una volta a dimostrare quanto fosse un oggetto avulso dal contesto. Nelle ultime 4 partite il suo Defensive Rating è di -19, ovvero con lui in campo la squadra prende 19 punti in meno su 100 possessi. Si tratta di un numero abnorme, inoltre Allen ruba 1.4 palloni a partita più di tutti i suoi compagni di squadra. Quello che non dicono invece i dati e ciò che si vede sul parquet, ovvero quella voglia di fare l’aiuto in più, quel taglio sulla linea di passaggio, l’aggressività sulla palla, ma soprattutto la comunicazione con i compagni.
LA VERSATILITA’
Allen gioca 33.8 minuti a partita, che sono diventati 36 nelle ultime 4. Va da se che un giocatore con un minutaggio così elevato debba obbligatoriamente adattarsi ai suoi compagni e fare in modo di conoscere tutti e comunicare con tutti. Tutti i quintetti in cui è stato impiegato hanno numeri più che buoni. Tralasciando quelli con Laquintana che, avendo saltato 2 partite nell’ultimo mese, non forniscono dati attendibili, Allen è presente nel quintetto (Calzavara, Allen, Radonijc, Almeida, Vildera) che ha il miglior defensive rating ovvero 78,3 e in quello con il miglior offensive rating 65,5 (Calzavara, Allen, Fantoma, Almeida, Del Cadia). Nei quintetti più usati, quelli con più di 10 minuti totali per intenderci, lui è sempre presente e chiude con un Net Rating complessivo di +34, un dato ottimo. Certi numeri sarebbero letteralmente impossibili senza un suo reale coinvolgimento nella squadra e nello spogliatoio, perché sono dati che possono mettere su solo giocatori tra cui c’è alchimia e identità.
A Brindisi si chiederanno qual è il vero Allen. Quello visto nelle prime giornate o quello dell’ultimo mese? Difficile dirlo, ma probabilmente è una più che buona via di mezzo tra il disastro pre Pesaro e la meraviglia vista in seguito. I rientri di De Vico e Ogden probabilmente gli toglieranno punti e possessi, ma potrebbe non essere un problema dato che l’atteggiamento che sta mettendo ora in campo è ben diverso ed è evidente la predisposizione a far segnare e giocare anche i suoi compagni. Il tempo, come sempre, dirà di più, ma già la prossima partita contro la Fortitudo Bologna, in trasferta, contro esterni molto fisici e contro un allenatore come Caja che fa della difesa il suo mantra, potrebbe dare importanti indicazioni
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