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La legge di bilancio 2025 potrebbe introdurre importanti novità per chi usufruisce dell’agevolazione prima casa, offrendo maggiore flessibilità a coloro che si trovano a vendere un immobile acquistato con i benefici fiscali previsti dalla normativa.
’emendamento, già approvato dalla Commissione bilancio, rappresenta una misura attesa che potrebbe apportare significativi vantaggi, ma dovrà essere confermato con l’approvazione definitiva del testo da parte del Parlamento e la successiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
I requisiti per ottenere l’agevolazione prima casa
Per beneficiare dell’agevolazione prima casa, è necessario soddisfare le condizioni stabilite dall’articolo 1 della Tariffa, parte prima, allegata al DPR n.
131/1986 (nota II-bis). Tali requisiti sono pensati per agevolare l’acquisto della prima abitazione, evitando utilizzi impropri delle facilitazioni fiscali previste. Nel dettaglio, i criteri principali sono i seguenti:
Categoria catastale dell’immobile
L’immobile acquistato non deve rientrare tra le categorie catastali considerate di lusso. Sono escluse, dunque, le categorie A/1 (abitazioni signorili), A/8 (ville) e A/9 (palazzi storici o di pregio).
Ubicazione dell’immobile
La casa deve essere situata nel comune in cui l’acquirente ha la residenza o in cui la trasferirà entro 18 mesi dalla data di acquisto. In alternativa, l’abitazione può trovarsi nel comune in cui l’acquirente svolge la propria attività lavorativa.
Assenza di proprietà di altri immobili nello stesso comune
L’acquirente non deve possedere, esclusivamente o con il coniuge, diritti di proprietà, usufrutto, uso o abitazione su un altro immobile situato nello stesso comune dell’immobile acquistato.
Possesso di altri immobili a livello nazionale
Chi acquista con i benefici prima casa non deve possedere, neppure in quota o in comunione dei beni, altri immobili a uso abitativo su tutto il territorio nazionale che siano stati acquistati con le stesse agevolazioni fiscali.
La novità introdotta dalla manovra 2025
Tuttavia, esiste una deroga importante, con riferimento all’ultimo requisito l’acquirente può già essere titolare di un altro immobile acquistato con l’agevolazione, a condizione che provveda a vendere tale immobile entro un termine stabilito.
La legge di bilancio 2025 interverrebbe proprio su questa ultima disposizione, modificando i tempi concessi per vendere l’immobile acquistato in precedenza con l’agevolazione. Attualmente, il termine è fissato a 1 anno mesi dall’acquisto della nuova casa. Questo significa che chi possiede già un immobile acquistato con i benefici fiscali prima casa deve procedere alla vendita entro un anno dall’acquisto del nuovo immobile per evitare di perdere l’agevolazione sulla nuova abitazione.
Con l’intervento previsto dalla manovra 2025, tale limite temporale verrebbe esteso a due anni. In altre parole, l’acquirente avrebbe a disposizione 24 mesi per vendere l’ex abitazione senza incorrere nella decadenza dei benefici fiscali.
Effetti della nuova misura
L’estensione del termine da uno a due anni rappresenta una misura di grande rilevanza per chi usufruisce dell’agevolazione prima casa. I principali beneficiari di questa modifica sono coloro che, per ragioni personali o di mercato, non riescono a vendere l’ex immobile entro un anno. La difficoltà di vendere un immobile può dipendere da molteplici fattori, tra cui:
- Condizioni del mercato immobiliare: In un contesto di stagnazione o rallentamento del mercato, vendere un immobile entro 12 mesi può risultare complesso.
- Esigenze personali dell’acquirente: Trasferimenti lavorativi, cambiamenti familiari o altre situazioni possono richiedere più tempo per organizzare la vendita dell’abitazione.
- Aspetti burocratici: Le pratiche necessarie per perfezionare la vendita di un immobile richiedono spesso tempi lunghi, soprattutto in presenza di vincoli ipotecari o situazioni particolari.
L’estensione a 2 anni offrirebbe, quindi, un margine temporale più ampio, permettendo agli acquirenti di procedere con maggiore serenità nella vendita dell’ex abitazione senza il rischio di perdere i benefici fiscali già concessi.
Benefici fiscali garantiti dall’agevolazione prima casa: in cosa consistono
L’agevolazione prima casa prevede importanti vantaggi fiscali che rendono più accessibile l’acquisto della propria abitazione. Nel rispetto dei requisiti, l’agevolazione prima casa si concretizza nel pagare le seguenti imposte ridotte in sede di acquisto:
- se trattasi di acquisto non soggetto ad IVA
- imposta di registro pari al 2% (invece che 9%) del valore dell’immobile (con importo minimo di 1.000 euro)
- imposta ipotecaria ed imposta catastale, pari a 50 euro ciascuna
- se trattasi di acquisto soggetto ad IVA
- imposta di registro, ipotecaria e catastale, pari a 200 euro ciascuna
- IVA al 4% (invece che al 10%).
Questi vantaggi fiscali, dunque, consentono di ridurre in modo significativo i costi legati all’acquisto della casa, rappresentando un supporto concreto soprattutto per le famiglie e i giovani acquirenti.
Riassumendo
- L’agevolazione prima casa esclude immobili di lusso appartenenti alle categorie catastali A/1, A/8, A/9.
- La residenza deve essere trasferita entro 18 mesi o l’immobile deve coincidere con l’attività lavorativa.
- L’acquirente non può possedere altri immobili con agevolazioni fiscali su scala nazionale o comunale.
- La legge di bilancio 2025, in tema di agevolazione prima casa, estenderebbe a 2 anni il termine per vendere l’ex casa.
- La proroga aiuterebbe chi fatica a vendere l’ex immobile per ragioni di mercato o personali.
- I benefici fiscali includono l’imposta di registro al 2% e IVA ridotta al 4%.
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