Nel pomeriggio di ieri, lunedì 16 dicembre 2024, la Biblioteca regionale di Aosta ha ospitato una conferenza di grande rilevanza sulla “geopolitica delle mafie”, organizzata dall’Osservatorio regionale permanente sulla legalità e sulla criminalità organizzata e di tipo mafioso, istituito presso il Consiglio regionale. Un incontro che ha richiamato l’attenzione non solo sulle problematiche legate alla criminalità organizzata ma anche sull’evoluzione delle sue modalità operative a livello globale. La conferenza ha fornito spunti di riflessione cruciali, illuminando le nuove strategie della criminalità mafiosa che ormai non conosce più confini.
Moderata dalla giornalista Cristina Porta, l’evento ha visto l’intervento di esperti di rilevo, tra cui Tommaso Pastore, Capocentro della Direzione Investigativa Antimafia (DIA) di Torino, che ha approfondito il concetto di “mafie liquide”. Secondo Pastore, la criminalità organizzata contemporanea ha mutato pelle, adattandosi sempre più ai contesti sociali ed economici in cui opera. Le mafie odierne sono infatti capaci di infiltrarsi nei territori con discrezione, approfittando delle vulnerabilità economiche e sociali, senza necessariamente ricorrere alla violenza visibile che le aveva contraddistinte nel passato. “Le mafie non sono più visibili come una volta. Oggi sono capaci di passare inosservate, sfruttando la fragilità di certi settori economici per perseguire i propri interessi”, ha dichiarato Pastore, sottolineando come la criminalità moderna si caratterizzi per una presenza più silenziosa, ma altrettanto pervasiva. In questo contesto, ha ricordato l’importanza di mantenere alta la guardia da parte delle istituzioni e dei cittadini, specialmente in regioni come la Valle d’Aosta, dove le sentenze passate hanno dimostrato che la ‘ndrangheta è ormai una realtà consolidata.
Fabrice Rizzoli, docente di geopolitica delle criminalità a Sciences Po di Parigi, ha proseguito il dibattito esplorando le nuove modalità di azione delle organizzazioni criminali moderne, parlando di un fenomeno in continua espansione che va ben oltre i confini tradizionali della criminalità locale. Rizzoli ha messo in luce un aspetto sempre più evidente: le mafie di oggi si sono evolute in veri e propri attori economici globali, capaci di operare in modo più sofisticato rispetto al passato, tramite corruzione e infiltrazioni nei circuiti economici legittimi. “Le mafie non agiscono più solo con la violenza diretta. Oggi, la loro arma principale è l’infiltrazione economica. Le organizzazioni criminali diventano parte integrante dei tessuti produttivi dei Paesi, arrivando talvolta a dominare interi settori”, ha spiegato Rizzoli, evidenziando come il crimine organizzato stia ormai influenzando profondamente le dinamiche socio-economiche globali.
L’analisi di Rizzoli ha contribuito a chiarire un aspetto fondamentale: la criminalità organizzata ha ormai una portata che supera i confini geografici, diventando una minaccia globale che riesce a infiltrarsi in economie e istituzioni, alterando l’equilibrio sociale ed economico di numerosi Paesi. Le mafie, che un tempo erano identificate con specifici territori, oggi sono vere e proprie multinazionali del crimine che operano su scala planetaria. Un aspetto che non può essere ignorato, secondo il Presidente del Consiglio regionale della Valle d’Aosta, Alberto Bertin, che ha concluso la conferenza con una riflessione sulle implicazioni di questi fenomeni per la regione e per l’intero Paese. “Le mafie non sono più realtà circoscritte a un singolo territorio, ma siamo di fronte a multinazionali del crimine sempre alla ricerca di nuovi spazi in cui espandersi. Non possiamo permetterci di abbassare la guardia. Siamo tutti coinvolti: dalla politica ai cittadini, dalle pubbliche amministrazioni alle imprese. È fondamentale rispondere in modo coordinato e farlo attraverso istituzioni vigili e comunità consapevoli”, ha affermato Bertin, ribadendo l’urgenza di una risposta comune e concreta da parte di tutti i livelli della società.
Il messaggio emerso dalla conferenza è chiaro: la lotta alla criminalità organizzata, in particolare alla mafia, richiede uno sforzo collettivo e continuo, che non si limiti a interventi estemporanei, ma che si traduca in un impegno costante per l’educazione alla legalità, la promozione della trasparenza e l’adozione di politiche efficaci di contrasto. Le mafie moderne si sono adattate, ma la risposta della società deve essere altrettanto dinamica e pronta a evolversi per arginarle. La Valle d’Aosta, come molte altre regioni, si trova oggi di fronte a una sfida che non può essere sottovalutata: quella di sradicare una criminalità invisibile, ma capace di permeare ogni aspetto della vita economica e sociale. La prevenzione e la cultura della legalità devono essere al centro di ogni politica pubblica, per evitare che la criminalità organizzata continui a prosperare sotto il nostro naso.
pi.mi.
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