Ore 20. Scatta la prima chiamata all’anestesista con reperibilità notturna. C’è un’urgenza in sala parto e i due anestesisti di turno sono già impegnati su altri fronti. Uno si sgancia per coprire l’emergenza in Ostetricia in attesa del collega. Il tempo di raggiungere l’ospedale Apuane, cambiarsi, e si torna al lavoro, questo fino a mezzanotte quando l’emergenza è finita. Il pronto disponibile è figlio della ’riorganizzazione’ decisa dall’Asl per il Noa: il professionista garantisce le sue 38 ore settimanali e in più la reperibilità notturna, poiché la guardia anestesiologica notturna ’dedicata’ all’Ostetricia è stata tagliata e di anestesisti notturni ne restano solo due. Lunedì era il primo giorno del taglio e già se ne vedono i risultati. Lo denuncia la Cgil funzione pubblica.
“Ribadiamo con forza la nostra contrarietà alla soppressione della guardia anestesiologica in Ostetricia – tuona il coordinatore funzione pubblica Cgil Usl Toscana nord ovest, Valerio Musetti –. Siamo preoccupati per il surplus di lavoro di cui si carica il dipendente che è chiamato a garantire oltre le 38 ore di lavoro ordinarie la reperibilità notturna. Inoltre, è chiaro che non è assolutamente vero che non c’è bisogno della guardia notturna in Ostetricia, lo dimostra il fatto che il primo giorno dal suo taglio c’è già stato un intervento”.
Intanto, si preannunciano giornate ancora tese tra azienda, medici, sindacati e semplici cittadini. “La Uil Fpl ha revocato lo stato di agitazione dal momento che l’azienda si è impegnata a istituire una cabina di regia e a monitorare tutte le attività che coinvolgono gli anestesisti rianimatori, con l’impegno di ritornare al modello precedente se tale monitoraggio dovesse dare dati diversi da quelli che l’azienda ha utilizzato per le sue valutazioni, ma questo non vuol dire che abbassiamo la guardia. Chiediamo di conoscere metodi, tempistiche, indicatori di questo monitoraggio e di poter essere resi partecipi nell’interesse comune di garantire sicurezza a pazienti ed operatori, nel rispetto delle regole contrattuali”.
Il segretario della Uil Fpl, Claudio Salvadori, entra nel vivo della recente polemica che ha coinvolto il servizio di anestesia del Noa: “Attendiamo quello che emergerà dalla conferenza zonale dei sindaci convocata per il 10 gennaio prossimo”. Per Salvadori non si può ignorare la voce di tanti medici che in questi giorni si sono schierati a difesa del reparto, dando voce ai timori dei colleghi ancora in servizio ed evidenzia come il Noa non possa essere messo in paragone ad altri ospedali. “Non può essere considerato sicuro un modello che non preveda la possibilità di assistere continuativamente una donna, dal posizionamento di un catetere per l’analgesia del parto fino a 2 ore dopo, per evitare di non essere tempestivi in caso di sanguinamento post partum – conclude Salvadori -. Non può essere sicuro un ospedale in cui, posto che uno dei due medici si dedichi interamente all’ostetricia, l’altro debba contemporaneamente garantire assistenza ai pazienti della Terapia Intensiva, rispondere alle emergenze intraospedaliere, garantire consulenze nei reparti, fornire le sue prestazioni, assistere in radiologia interventistica i pazienti provenienti da altri ospedali, provvedere in caso di emergenze chirurgiche alla stabilizzazione del paziente e se necessario ad iniziare l’intervento in attesa che sopraggiunga l’anestesista reperibile. La richiesta – conclude – è mantenere l’attuale modello con 3 guardie di anestesia sulle 24 ore, come standard ottimale di sicurezza e qualità delle prestazioni”.
Sul tema organizzazione ospedali interviene anche Franca Leonardi ex direttore di Anestesia e Rianimazione: ““Il modello proposto ricalca quello presente negli altri ospedali“, replico con una frase con cui risposi anni fa all’allora direttrice della Farmacia che mi rimprroverava per il consumo di Antitrombima III nei pazienti in shock settico ricoverati in Rianimazione (ricordo che l’antitrombina veniva dosata nel sangue e somministrata solo in caso di carenza) “l’ignoranza degli altri non impegna me alla osservanza“. Gli altri ospedali, pur meritevoli perché assicurano emergenza urgenza e sicurezza in Ostetricia, non si cimentano per raggiungere anche la qualità in ambito sanitario e riterranno che la Medicina di Genere sia la “ciliegina sulla torta “delle cure erogate dal Sss. Credo che sia perché non hanno forse le risorse necessarie. Ma verrebbe a qualcuno l’idea di sopprimere la Anestesia in Cardiochirurgia con una semplice e banale delibera? Ma è possibile che non si trovi l’importo relativo a 12 ore di straordinario da assegnare all’Anestesia per mantenere il servizio di Analgesia e Anestesia notturno in Ostetricia?”
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