Sul palco di StartupItalia Open Summit a Palazzo Mezzanotte Riccardo De Nadai, communications manager dell’agritech protagonista di uno dei round più grandi del 2024, 36 milioni di euro. «Digitalizziamo il settore agricolo. L’azienda è nata letteralmente sul campo»
«Non si smette mai di crescere. Siamo quasi 200 oggi. Vincere questo premio è davvero una grande emozione». Riccardo De Nadai, communications manager di xFarm Technologies, ha ritirato sul palco di SIOS24 Winter, in Borsa a Milano, il premio Startup of the year. La scaleup opera in un settore in cui le esigenze di innovazione hanno ampi margini. Col suo software gestionale, una rete di sensori sul campo e un team composto soprattutto da agronomi e ingegneri, l’azienda è in crescita nel panorama agritech. Di seguito trovate l’intervista rilasciata a StartupItalia.
L’intervista a xFarm Technologies, startup dell’anno a SIOS24 Winter
Startup dell’anno a SIOS24: anzitutto un commento a caldo dopo la vittoria
«Sicuramente è un buon punto di arrivo, ma pure un punto di partenza. Non si smette mai di crescere. In questi anni abbiamo lavorato parecchio. La nostra forza è stata quella di mettere insieme competenze verticali nel settore agricolo. Abbiamo un team composto in buona parte da agronomi e ingegneri, con poi tutta una parte tecnologica. Questo insieme di competenze ci ha permesso di scalare. Vincere questo premio è davvero una grande emozione.
Il 2024 è stato un anno importante per voi, soprattutto per il round Serie C da 36 milioni di euro
Utilizzeremo questi fondi per crescere sui nuovi mercati in Europa e in Sud America. Ad oggi serviamo più di 500mila aziende agricole, ma abbiamo anche iniziato a lavorare con le food company in progetti di digitalizzazione e agricoltura rigenerativa. Lavoriamo in Italia, Svizzera, Spagna, Polonia, Francia e Germania. Ma ci stiamo espandendo anche in UK.
Di cosa si occupa xFarm Technologies?
Siamo una scaleup che punta a digitalizzare il settore agricolo. Abbiamo sviluppato un’applicazione per la gestione dell’azienda agricola, connettendola poi a una serie di sensori. Un ecosistema digitale in cui confluiscono dati da macchinari agricoli e attrezzature. Questo aiuta il settore a essere più efficiente, a migliorare le operazioni agronomiche utilizzando in modo più sostenibile tutti i prodotti. Siamo quasi 200 persone.
Cosa ha ispirato la fondazione dell’azienda?
Nasciamo letteralmente sul campo. Il founder Matteo Vanotti ha un’azienda agricola in Piemonte e ha studiato e lavorato per anni a Zurigo. Ha unito le competenze ingegneristiche con le necessità che notava. Questo lo ha portato a sviluppare l’idea di un software gestionale e da lì ha capito che c’era un product market fit.
Operate in un settore che definiresti conservatore?
L’agricoltore in realtà ha voglia di innovare. Il settore è cresciuto tanto negli ultimi anni. Per andare oltre la diffidenza abbiamo creato un prodotto orizzontale e intuitivo. Soprattutto capace di andare incontro alle esigenze. Chiaramente per raggiungere gli agricoltori un canale è quello delle food company.
Il tema della gestione delle risorse è fondamentale in agricoltura. Cosa si può fare con la tecnologia?
Abbiamo lavorato sin dall’inizio per sviluppare sistemi di supporto alle decisioni, utilizzando l’AI. Sono connessi a sensori in campo e tramite questi monitoriamo parametri ambientali come pioggia, vento e umidità del terreno. Tutto questo viene analizzato e reso disponibile sulla piattaforma. Così, per esempio, l’agricoltore sa quando irrigare in base anche alla tessitura del terreno. E risparmia acqua.
Siete presenti in Svizzera. Vi ha facilitato sotto aspetti specifici?
L’azienda è cresciuta a metà tra Svizzera e Italia. Abbiamo una sede a Lugano. Il fatto di aver una buona conoscenza di entrambi i Paesi ci ha aiutato. Per quanto riguarda la Svizzera siamo in un ecosistema che ci ha aiutato a raccogliere più facilmente i capitali. Essere in Italia è stato d’altra parte utile perché siamo entrati nel mondo food, che in Italia ha una grande rilevanza.
Che parola definirà secondo te i prossimi anni dell’innovazione?
Direi Intelligenza artificiale, ma è scontato. Per quanto riguarda l’agricoltura c’è il tema della robotica, ma anche dell’AI geospaziale, ovvero utilizzo di tutti i dati da satelliti e droni per fare analisi su larga scala per sostenibilità e calcolo dei crediti di carbonio.
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