Con la Legge di Bilancio 2025 arrivano correzioni per quanto riguarda il Piano Transizione 4.0, ridimensionato sotto più fronti. Vediamo quali sono le modifiche proposte dall’emendamento del Governo
Transizione 4.0: con la Legge di Bilancio 2025 si va verso la riscrittura delle agevolazioni per l’accesso al credito di imposta attraverso l’investimento in beni strumentali.
Con l’ultimo pacchetto di emendamenti del Governo arrivati in discussione in Commissione Bilancio della Camera, il Piano Transizione 4.0 subisce diverse modifiche.
Tra queste, figurano l’introduzione di un tetto di spesa, l’eliminazione di alcuni incentivi per gli investimenti effettuati a partire dal 2025 e l’introduzione di una nuova comunicazione da inviare al MIMIT riguardo i costi sostenuti dalle imprese.
Transizione 4.0: dalla Legge di Bilancio arriva lo stop agli incentivi per i software
Per l’anno prossimo il Piano Transizione 4.0 subirà modifiche importanti, per effetto dell’emendamento proposto in fase di discussione della Legge di Bilancio 2025 e sul quale si attende il voto della Commissione.
Una delle novità principali consiste in una restrizione dei beni oggetto di investimenti effettuati a partire dal 2025 che possono godere di agevolazione tramite la misura.
L’emendamento infatti prevede l’abrogazione del comma 1058 ter della legge n. 178/2020, il quale prevedeva il riconoscimento di un credito di imposta pari al 10 per cento dei costi sostenuti attraverso investimenti in beni immateriali.
Il testo della legge stabilisce che gli investimenti devono essere effettuati:
- a partire dal 1°gennaio 2025 e fino al 31 dicembre 2025;
oppure
- entro il 30 giugno 2026 condizione che entro la data del 31 dicembre 2025 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20 per cento del costo di acquisizione.
Per effetto delle novità in arrivo, non potranno più quindi essere considerati validi, ai fini del godimento dell’agevolazione, i beni appartenenti alle seguenti tipologie:
- software ( a prescindere dallo scopo, sia esso analisi di dati, progettazione di manufatti ecc.);
- piattaforme;
- applicazioni;
- strumenti di system integration.
Ne consegue che l’attuale regime di incentivazione di investimenti in beni immateriali terminerà il 31 dicembre 2024.
Transizione 4.0: la Legge di Bilancio 2025 introduce il tetto di spesa
Tuttavia, le modifiche proposte dall’emendamento in questione non riguardano solo la cancellazione delle agevolazioni previste per l’anno prossimo, ma anche la modifica dei regimi già esistenti.
Infatti, il provvedimento attualmente in esame prevede anche un cambiamento del comma 1057-bis della legge sopracitata, stabilendo un limite di spesa, fissato a 2,2 miliardi di euro, per gli investimenti in beni strumentali effettuati dal 1° gennaio 2023 e fino al 31 dicembre 2025, o, in alternativa, per quelli effettuati entro il 30 giugno 2026, a condizione che vengano rispettate alcuni requisiti.
Il limite di spesa tuttavia non si applicherà agli investimenti, effettuati entro la data di pubblicazione della Legge di Bilancio:
- il cui ordine risulti già accettato dal venditore;
- per i quali sia già stato pagato l’acconto in misura almeno pari al 20 per cento del costo di acquisizione.
Il Piano Transizione 4.0 quindi esce dalla Legge di Bilancio 2025 indebolito: da un lato si riduce la gamma di investimenti oggetto della misura, escludendo i software e similari, dall’altro viene fissato un tetto di spesa da parte del Governo, che limita l’agevolazione a coloro che riusciranno a farne richiesta prima.
Transizione 4.0: necessario comunicare le spese al MIMIT
Per fare in modo che il limite di spesa di 2,2 miliardi di euro non venga oltrepassato, l’emendamento sopracitato prevede anche l’invio al Ministero delle Imprese e del Made in Italy di una comunicazione telematica che attesti i costi relativi agli investimenti effettuati.
Tale comunicazione avverrà utilizzando il modello previsto dal decreto direttoriale del MIMIT del 24 aprile 2024, che sarà opportunamente modificato.
Infine, per fruire del credito di imposta, le informazioni relative alle spese sostenute saranno trasmesse dal MIMIT all’Agenzia delle Entrate, la quale a sua volta comunicherà l’elenco delle imprese beneficiarie e il relativo ammontare del credito di imposta, da usare in compensazione.
I crediti di imposta saranno erogati in ordine cronologico rispetto al ricevimento delle comunicazioni, fino al raggiungimento del tetto massimo di 2,2 miliardi di euro.
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