la prima ricostruzione degli inquirenti

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Il boato dell’esplosione dello stabilimento Eni di Calenzano, oltre che in tutta la Piana, è stato avvertito distintamente anche all’interno del tribunale di Prato. E proprio la procura pratese, competente per il territorio, ha aperto un’inchiesta: nelle ore immediatamente successive alla tragedia, il procuratore capo Luca Tescaroli ha dato incarico a due esperti di esplosivistica e ad un esperto di incendi di lavorare per ricostruire la dinamica dell’incidente.

Secondo una prima ricostruzione degli investigatori, l’esplosione sarebbe avvenuta a seguito della perdita di liquido durante le operazioni di ricarica delle autobotti. L’area in cui è avvenuta la deflagrazione è stata posta sotto sequestro. Il sopralluogo degli investigatori è cominciato subito dopo lo spegnimento dell’incendio e la messa in sicurezza dell’area. La priorità sarà quella di definire l’origine delle fiamme, per capire se abbiano effettivamente avuto origine da un’autocisterna o dal deposito. Un supporto sotto questo profilo potrebbe arrivare dalle immagini dei filmati di videosorveglianza della zona: stando a quanto trapela, alcune telecamere potrebbero aver filmato l’episodio sin dal principio (o questo, almeno, è l’auspicio). La procura ha a quanto pare richiesto anche l’intervento dei tecnici di Arpat ed Asl Toscana centro per rilevare i profili di responsabilità in ordine alla sicurezza sui luoghi di lavoro

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La testimonianze di residenti e commercianti di Calenzano

Oltre a residenti e commercianti di Calenzano, l’accaduto riguarda direttamente l’intera Piana Prato – Firenze – Pistoia: tanti i pendolari che quotidianamente si spostano da una realtà comunale all’altra, in un’area ad altissima densità di popolazione. Paura, incredulità e dolore sono i sentimenti prevalenti anche ora che il peggio è alle spalle ed è arrivato il momento di contare i danni e fare luce: l’onda d’urto dell’esplosione ha mandato in frantumi i vetri di case e capannoni che si trovavano a centinaia di metri di distanza dallo stabilimento. “Stavo arrivando da Prato, quando ho sentito il furgone sobbalzare – ha raccontato ad esempio Darlin Cela, che lavora in un’officina della zona di via San Quirico – ma mi è stato detto che il boato è stato avvertito anche a Quarrata che dista più di quindici chilometri, ad esempio. Non ci sono parole, davvero”. Ecco, via San Quirico dista forse un chilometro in linea d’aria dallo stabilimento, onda d’urto dell’esplosione ha mandato in frantumi i vetri di case e capannoni. “Eravamo dentro il capannone insieme ai dipendenti, quando abbiamo sentito il “botto”. Noi siamo stati fortunati, perché l’argine che si trova davanti all’edificio ha attutito in parte l’onda d’urto: non sappiamo davvero cosa sarebbe successo, altrimenti. E se saremmo ancora vivi – hanno spiegato Gaetano Virga e Francesca Borsacchi, titolari di una legatoria della zona – ma abbiamo comunque registrato danni per migliaia e migliaia di euro, fra vetri infranti e il portone da sostituire. Non riuscivamo a respirare a causa del fumo, siamo usciti di corsa.

La prima vittima è un lavotore pratese

Dei due lavorotori deceduti, la prima vittima accertata è Vincenzo Martinelli. Il 51enne di Prato, originario di Napoli, si trovava nel punto di carico e scarico delle autobotti quando si è verificata la deglafrazione. 

“Abbiamo provato sconcerto per quanto accaduto, constatiamo che ancora una volta ci sono dei lavoratori che hanno perso la vita, altri invece sono rimasti gravemente feriti. Sono le ennesime morti sul lavoro che tracciano un bilancio veramente pesante e inaccettabile”, osserva il vescovo di Prato, Giovanni Nerbini, che è anche delegato della Conferenza episcopale toscana per le questioni sociali e del lavoro.

  

Il cordoglio della “sindaca” di Prato Ilaria Bugetti

“Siamo sconvolti e profondamente addolorati per questa ennesima tragedia sul lavoro. – ha detto la sindaca – Adesso è il momento del silenzio, del cordoglio e della vicinanza a chi è coinvolto in questo enorme dramma che ci tocca nel profondo. Il nostro cuore è colmo di tristezza. Un pensiero particolare va al sindaco di Calenzano e alla sua comunità per questo momento così difficile che li vede in prima linea. A loro va tutta la mia solidarietà e la disponibilità a dare una mano laddove fosse necessario. Un grazie speciale va ai vigili del fuoco, alla protezione civile, alla polizia municipale e a tutte le forze dell’ordine per aver affrontato prontamente uno scenario ad altissimo rischio”.  

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