Inaugurato il Day Hospital Oncoematologico di Rimini intitolato a Stefano Busetti

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Rendere il luogo di cura uno spazio in cui ciascun paziente possa sentirsi accolto e a proprio agio, circondato da un ambiente confortevole e piacevole. Ecco la principale finalità a cui sono ispirati i lavori di riqualificazione del Day Hospital Oncoematologico dell’Ospedale “Infermi” di Rimini, con significative opere strutturali e di arredo che riguardano il tunnel d’ingresso, gli ambulatori, le sale d’attesa e le camere di degenza. Un’opera imponente nel complesso, necessaria per la nuova direzione intrapresa che vuole l’essere umano e non la malattia al centro della cura e dunque strutture in cui è l’accoglienza, e non la sofferenza, ad essere il focus principale (sulla base degli studi che confermano l’influenza dell’ambiente sul benessere psico-fisico di chi lo frequenta). Concetti che sono stati evidenziati a più riprese nel corso della cerimonia di ringraziamento e inaugurazione, svoltasi nella Galleria al piano rialzato del DEA.

Raggi: “Grazie ad associazioni e donatori che hanno reso possibile l’intervento”

Prima di tutto devo ringraziare le associazioni e i donatori che, con la loro straordinaria generosità, hanno reso possibile la realizzazione di uno spazio concepito per essere funzionale e accogliente – ha affermato nel suo saluto Francesca Raggi, Direttrice del presidio ospedaliero Rimini Santarcangelo Novafeltria I lavori non sono terminati, siamo ancora impegnati a ridisegnare i flussi dei pazienti e la programmazione delle attività, in un’ottica di semplificazione dei percorsi e del miglioramento della continuità di presa in carico. Questa esperienza ci ha dimostrato una volta ancora il senso di appartenenza e di bene comune che nutrono i riminesi nei confronti dell’ospedale, sostenendo il valore della fiducia, indispensabile fondamento del rapporto tra paziente e professionisti sanitari”.

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Sindaco: “Segno concreto di una sanità che sceglie di mettere la persona al centro”

L’inaugurazione di oggi del Day Hospital Oncologico rappresenta un momento molto importante per la nostra comunità – ha sottolineato Jamil Sadegholvaad, Sindaco di Rimini -, un segno concreto di una sanità che sceglie di mettere la persona al centro, rispondendo ai bisogni con umanità, delicatezza, vicinanza. Questa struttura è un luogo di cura, ma anche di ascolto e accoglienza, dove i pazienti oncologici e le famiglie possono trovare supporto e sostegno. Un sincero ringraziamento va quindi all’Ausl Romagna, alle associazioni e alle aziende donatrici che, grazie alla loro generosità, hanno permesso questa apertura, frutto di un efficace lavoro di rete pubblico-privato che si inserisce nel percorso più ampio che come amministrazione, insieme all’azienda sanitaria e tanti altri soggetti del territorio, stiamo portando avanti per garantire un modello di cura sempre più a vocazione territoriale, integrato e personalizzato. La salute non è solo un servizio da erogare, ma un diritto che deve essere tutelato con sensibilità e presenza. E il taglio del nastro odierno ci dice che quando si lavora in squadra, si ottengono risultati che migliorano davvero la qualità della vita per tutte e tutti”.

Sabatini: “Intervento complessivo da oltre 800mila euro”

Ad illustrare come si è sviluppato l’intervento, che in una fase di trasformazione e ammodernamento dell’Infermi, contrassegnata dalla presenza di numerosi cantieri, rispecchia appieno il motto ‘Abbi cura di me’ scelto per sintetizzare l’idea di un ospedale che si apre alla comunità per avvicinare le persone del territorio, è stato Enrico Sabatini, Direttore Attività Tecniche. “Il progetto è di poco più di 1000 metri quadrati, spostiamo il Day Hospital Oncologico dalla zona Piastra verso il padiglione Flaminio – le parole di Sabatini – di più facile accessibilità rispetto al resto dell’ospedale, permettendoci al contempo di allestire un nuovo cantiere. La spesa è stata sostenuta per quasi 700mila euro dalle donazioni e per circa 150mila euro dall’Ausl Romagna, per un intervento realizzato in un anno e fortemente voluto e già attivo. Nei prossimi mesi sempre nella palazzina inizieranno ulteriori lavori per dotare anche l’Ematologia di altri ambulatori e spazi per accoglienza e prelievi”.

Tassinari: “La storia dell’Oncologia a Rimini e il volume d’attività attuale”

Ad entrare più nel merito sono stati Davide Tassinari, Direttore di Oncologia, e Patrizia Tosi, Direttore Ematologia Rimini. Il primo ha tracciato la storia della Oncologia a Rimini focalizzata sulle persone che l’hanno resa possibile (in sala anche Alberto Ravaioli, primario all’epoca della nascita del reparto, nel 1989), per poi sintetizzare i dati di attività. In particolare i 500 ricoveri in degenza ordinaria del 2023, verosimilmente superati alla fine di quest’anno (sono 493 al 31 ottobre), le 36.194 prestazioni ambulatoriali del 2023 (29.311 fino ad ottobre 2024), con 4221 prime visite nel 2023 (3756 nei primi 10 mesi dell’anno in corso), 12.842 visite di controllo (8987 al 31 ottobre), 1969 pazienti seguiti in Day Service Ambulatoriale di cui 1293 a Rimini (1896 a fine ottobre, di cui 1272 a Rimini) e 18.660 trattamenti in DSA (16.269 al 31 ottobre). In chiusura del suo intervento Tassinari ha sottolineato “il sostegno e la fiducia del territorio e delle associazioni alla nostra attività e alla nostra crescita, avendo come filo conduttore quello dell’uomo artefice della propria storia e della partecipazione solidale al raggiungimento di un bene comune”.

Tosi: “Day Hospital Oncoematologico intitolato a Stefano Busetti”

Analogamente la dott.ssa Tosi, partendo dalle circa 400 diagnosi all’anno effettuate dall’Unità di Ematologia, ha spiegato che il Day Hospital serve per curare la maggior parte delle malattie del sangue: “ci occupiamo del 45% dei pazienti con linfoma, le sindromi mieloproliferative croniche, il mieloma multiplo e le sindromi mielodislastiche, mentre le leucemie acute vengono prevalentemente curate in regime di degenza richiedendo alte dosi di chemioterapia. Per l’attività del 2023 circa 13.193 prestazioni ambulatoriali per esterni, 4115 visite di controllo, 5428 terapie e 501 biopsie di vari tipi. A questi si aggiunge l’attività correlata al trapianto, che si fa in reparto, ma la selezione dei pazienti e la mobilizzazione delle cellule staminali si svolge in regime di Day Hospital. Considerando a quanto tempo è necessario per le terapie ai pazienti occorre un ambiente umanizzato, dove ci si possa sentire a casa oltre che tecnologicamente idoneo”.
Il nuovo Day Hospital Oncologico di Rimini è intitolato a Stefano Busetti, che è stato a lungo direttore sanitario dell’ospedale di Rimini e direttore ad interim del Dipartimento Oncoematologico, ma anche paziente di questo reparto, ricordato con la scopertura di una targa da parte dei due medici: “Abbiamo camminato insieme ed oggi siamo arrivati qui. All’amico Dr. Stefano Busetti”.

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Il ruolo delle imprenditrici del territorio

Trattandosi di una cerimonia di ringraziamento, la parola è quindi passata alle associazioni che con il loro contributo hanno reso possibile la realizzazione del progetto. A cominciare dall’Istituto Oncologico Romagnolo, che per questa iniziativa ha potuto contare sull’investimento solidale di alcune realtà del territorio, in particolare di alcune titolari d’impresa del riminese che hanno personalmente sposato la causa. E’ il caso di Micaela Dionigi, presidente del Gruppo SGR, Rita Leardini, co-founder Leardini Group, Amalia Maggioli, consigliere delegato commerciale, marketing, estero dell’omonimo gruppo, Alessia Valducci, presidente e amministratore delegato di Valpharma Group, la famiglia Fabbri che guida Italiana Carburanti SRL, oltre ad altri esponenti dell’imprenditoria locale che hanno chiesto di rimanere anonimi.

Miserocchi: “Come IOR messo a disposizione un contributo di circa 300mila euro”

Da riminese guardo al risultato finale dei lavori di ristrutturazione del reparto di Oncologia dell’Ospedale Infermi con una punta d’orgoglio – ha affermato Fabrizio Miserocchi, Direttore Generale dello IOR –: credo che chiunque dovrà accedervi troverà questi nuovi ambienti molto più belli, luminosi, pensati per rispondere ai bisogni della persona più che ai sintomi della malattia. Da Direttore Generale di una organizzazione non-profit che si rivolge all’intero territorio ritengo che i lavori di umanizzazione che stiamo portando avanti in collaborazione con l’AUSL Romagna nei vari luoghi di cura, e che comprendono anche le strutture delle province di Forlì-Cesena e Ravenna, pur rappresentando uno sforzo economico notevole non potranno che contribuire a rendere questa area un’eccellenza ancor più riconosciuta a livello nazionale per quel che riguarda la presa in carico a 360° di chi soffre. L’operazione che abbiamo messo in piedi per sostenere l’opera di cui oggi tagliamo il nastro, con un contributo di circa 300mila euro, è poi un fulgido esempio di quanto possa fare la differenza un dialogo aperto, amichevole, collaborativo tra realtà di Primo e Terzo Settore, specie laddove chi lavora nel mondo del non-profit ha la fortuna di avere come interlocutori degli imprenditori sensibili alla causa che porta avanti. Un gruppo di stakeholder, fatto di donne che si sono impegnate come private cittadine e di alcune importanti imprese del territorio, ritenendo la causa dell’umanizzazione dell’Oncologia di Rimini nell’interesse di tutti, ci ha dato un aiuto determinante a rendere il reparto del dott. Davide Tassinari più accogliente e di questo non posso che ringraziare nuovamente di cuore. La natura dello IOR, dal 1979, è questa: mettersi a disposizione del Servizio Sanitario pubblico, farsi interlocutore e collettore delle sue richieste e aiutarlo a realizzarle grazie alle risorse da raccogliere su quello stesso territorio che più ne beneficerà. In questo senso operare in Romagna ci agevola: la nostra si è sempre dimostrata una terra speciale, proattiva, che non aspetta che a risolvere emergenze o problemi siano altri, ma se ne fa carico con grande senso di responsabilità e intraprendenza”.

Pinto: “Fattiva collaborazione fra le associazioni e i loro volontari”

C’è un minimo comune denominatore in tutte le associazioni – ha dichiarato Edoardo Pinto, presidente AIL Riminie questa è l’evidenza più esaltante della collaborazione che va avanti, Già nel 2014 abbiamo collaborato alla realizzazione del reparto di degenza di Ematologia e ricordo bene come abbiamo contribuito a renderlo più umano e accogliente, anche con l’impegno di una nostra volontaria, la pittrice Liliana Quadrelli, che ha decorato gli interni. Ringrazio i tantissimi nostri volontari, sono ben 22mila a livello nazionale: un esercito di persone buone, che si danno da fare per il prossimo. Ma ringrazio allo stesso tempo anche tutti i volontari delle varie associazioni. E come è stato accennato già altri progetti significativi sono in arrivo”.

Gabellini: “Nostro impegno per umanizzazione delle pareti”

Il nostro impegno si è concentrato sull’umanizzazione delle pareti – ha spiegato Francesca Gabellini, presidente di ‘Oltre la Ricerca’, affiancata dalle altre componenti del direttivo – per rendere più caldo e accogliente l’ambiente dove le persone passano dei momenti di vita. Mi emoziono perché in questo modo si è realizzato il desiderio di alcuni nostri cari, prima di tutto Francesco Pappalardi, ma anche mio marito Luca, morto a 42 anni. E si realizza grazie ad una squadra, per questo ringrazio per il loro aiuto La Crisalide, Il Punto Rosa, gli amici del Panda, Club 41 di Riccione, Fugar e H.R. Suprani”.

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Fratelli Napolitano: “Onorati di aver partecipato a questo progetto”

Onorati di aver partecipato alla realizzazione concreta di questo progetto” si sono detti i fratelli Claudio e Michele Napollitano, a loro volta protagonisti con un significativo lascito, come ricorda anche la targa nel Day Hospital con la dicitura “In ricordo dell’amata Maria Letizia Trombetti in Napolitano. I figli Claudio e Michele”, ringraziando tutti coloro che hanno contribuito alla sua riuscita, “specie con la cura dei particolari e l’attenzione all’umanizzazione di questo reparto che ci tocca davvero”.

Carradori: “Il modo migliore per apprezzare il lavoro quotidiano dei colleghi verso i pazienti”

Il compito di tracciare le conclusioni è stato affidato a Tiziano Carradori, Direttore Generale Ausl Romagna. “Per chi come me ha ormai 40 anni di anzianità nel Servizio Sanitario queste manifestazioni sono il modo migliore attraverso il quale uno apprezza il lavoro quotidiano dei colleghi verso i nostri concittadini – ha evidenziato Carradori – ed è rilevante il fatto che tale progettualità sia stata finanziariamente sostenuta dalle associazioni. In ambito oncologico è un successo significativo che nel contesto riminese ci sia il più grande livello di sopravvivenza rispetto alla media europea per chi ha avuto una diagnosi di tumore, segno che qualche passo avanti, sebbene sempre insufficiente, è stato compiuto. Ogni volta che varco le porte di questo ospedale mi ricordo come era 30-40 anni fa, e oggi rilevare questa attenzione del mondo del volontariato e di segmenti della popolazione per un medico di sanità pubblica come me è motivo di soddisfazione, anche se ciò che noi facciamo è sempre caratterizzato da un’insufficienza rispetto a quel che ci aspettiamo quando siamo dall’altra parte, nel momento in cui abbiamo bisogno del servizio. Chiudo pertanto con un grande e sentito grazie”.

Ci si è poi spostati nei nuovi spazi del Day Hospital Oncologico per il fatidico taglio del nastro, effettuato materialmente da Kristian Gianfreda, assessore comunale alla Sanità e presidente del Comitato di Distretto, insieme ai rappresentanti di Ausl Romagna e dei donatori.



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