In Toscana via sperimentazione punti sanitari intervento rapido – Notizie

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In Toscana sono entrati in
funzione i Pir, i punti di intervento rapido, pensati per
offrire una risposta ai bisogni sanitari non di emergenza dei
cittadini e provare anche a decongestionare gli afflussi
impropri ai pronto soccorso. La sperimentazione, spiega la
Regione Toscana, è stata avviata da un paio di settimane: sei le
strutture con modalità di accesso diverse in cinque città
dell’Asl Toscana Centro, tra sei mesi il primo bilancio con
l’obiettivo di estendere il servizio ad altre realtà della
Toscana. Duecento persone assistite fino ad oggi, 54 medici di
continuità assistenziale coinvolti e 21 infermieri assunti
specificatamente per il nuovo progetto.

   
Come spiega sempre la Regione sono tre i modelli da testare,
“che sono poi quelli più diffusi e di cui si discute ad oggi in
Italia, dove opereranno medici della continuità assistenziale e
infermieri in rete con il personale del dipartimento emergenza
urgenza del presidio ospedaliero, con i medici del dipartimento
cure primarie e le centrali operative territoriali e i medici di
medicina generale”. A disposizione avranno apparecchi per la
misurazione dei valori di emoglobina, glicemia, elettroliti ed
altri valori del sangue, strumenti per test rapidi, farmaci, un
elettrocardiografo connesso in rete e un ecografo.

   
La prima tipologia di Pir tenuti a battesimo sono gli ambulatori
‘da città’, aperti per dodici ore al giorno e per il momento
solo cinque giorni a settimana: da lunedì al venerdì dalle 8
alle 20. Saranno attivi presso le Case di comunità dei centri
più popolati. Saranno sperimentati alle Piagge a Firenze,
nell’Empolese presso la casa di comunità di Sovigliana a Vinci,
a Pistoia alla casa di comunità Il Ceppo e a Prato nella casa di
comunità Centro Est. Non ci si potrà presentare direttamente ma
si accederà su indicazione del medico di famiglia o
dell’116117, che potrà essere chiamato anche nelle ore diurne.

   
E’ consigliato in ogni caso passare dal medico di famiglia, che
ben conosce la storia del paziente.
Il secondo modello di punto di intervento rapido testato, aperto
sempre dalle 8 alle 20 ma per sette giorni la settimana, è
quello collocato in prossimità del pronto soccorso dell’ospedale
di Torregalli San Giovanni di Dio tra Firenze e Scandicci, a cui
l’infermiere del triage indirizzerà le persone che presentano
codici minori e situazioni di lieve entità. Si passa dunque dal
pronto soccorso oppure su indicazione del medico di famiglia o
dell’116117.

   
Il terzo tipo di Pir da sperimentare è quello già attivo presso
l’ospedale Serristori di Figline Valdarno: di fatto si tratta di
un’implementazione del centro medico avanzato già operativo con
buoni risultati da diversi mesi e vi si potrà accedere anche
direttamente, sette giorni su sette dalle 8 alle 20.
Riguardo agli obiettivi, i pir territoriali avranno la funzione
di garantire l’accessibilità e la tempestività delle cure e la
continuità dei percorsi assistenziali. Aiuteranno la presa in
carico, con un effetto a cascata atteso, non marginale, sui
pronto soccorso visto che il 40-42 per cento degli accessi è
costituito proprio dai codici minori, di cui metà da persone che
si autopresentano: cittadini, spiega il direttore della sanità
toscana Federico Gelli, che vanno a volte al pronto soccorso per
un’errata percezione della propria situazione, per comodità di
accesso e magari anche per superare le liste di attesa di talune
prestazioni. Nei punti di accesso rapido saranno prese in carico
persone che presentano situazioni non gravi, ad esempio otiti,
sinusite, stipsi e diarrea, ma anche ferite superficiali non da
suturare, rimozione di punti di un precedente intervento o
distorsioni muscolari e punture di insetti (clicca qui per
l’elenco completo delle problematiche per cui ci si potrà
rivolgere ai punto di intervento rapido). Ancora, nei punti di
accesso rapido presso le Case di comunità la prestazione sarà
gratuita. Nei Pir presso gli ospedali varranno le regole dei
pronto soccorso e in assenza di particolari esenzioni o soccorsi
a seguito di traumi o avvelenamento si pagherà un ticket di 25
euro.

   
“L’idea della sperimentazione è venuta proprio dall’esperienza
maturata nel centro medico avanzato di Figline – spiega il
presidente della Toscana, Eugenio Giani -. Partiamo con sei
strutture, ma chiaramente l’obiettivo è di estendere il servizio
a tutta la Toscana”. “I Pir – prosegue – sono destinati a
rivoluzionare l’accesso al sistema sanitario per i bisogni
urgenti non di emergenza, in modo complementare ai pronto
soccorso. Abbiamo differenziato le corsie di ingresso, creando
luoghi separati per la gestione dei codici minori. Una
rivoluzione che ci attendiamo possa contenere le pressioni sui
pronto soccorso”. “Dopo una prima fase di rodaggio che si è
consumata nei primi giorni di dicembre, la sperimentazione sta
marciando a regime – spiega l’assessore al diritto alla salute
Simone Bezzini -. Il nostro obiettivo è evitare accessi impropri
e sovraccarichi di pressione nei pronto soccorso, ma anche
offrire una risposta in tempi brevi ai cittadini per piccole
situazioni di sofferenza sanitaria”. “Moltiplicando i punti di
accesso a volte si moltiplica anche la domanda – aggiunge -. Non
a caso sperimentiamo tre modelli diversi di Pir. Vogliamo capire
con la sperimentazione quali e in quali casi siano da preferire,
per poi replicare il servizio in maniera più capillare nel resto
della regione”. “I Pir – si sofferma Niccolò Biancalani,
segretario regionale della Fimmg, sindacato dei medici di
medicina generale – costituiscono un braccio di una riforma
sanitaria notevolmente più ampia che, come medicina generale,
stiamo trattando insieme alla Regione. Aiuteranno a
decongestionare i pronto soccorso ma aiuteranno anche i medici
di famiglia nel migliorare la presa in carico dei pazienti,
grazie alla diagnostica di primo livello di cui sono dotati”.

   
“Delle duecento persone assistite in queste prime due settimane,
un’ottantina si sono rivolte alla struttura di Figline,
altrettanti a Torregali e il resto nelle quattro case di
comunità” precisa, numeri alla mano, Valerio Mari, direttore
generale dell’Asl Toscana Centro. “Per rispondere ai loro
bisogni – aggiunge – abbiamo fatto anche nuove assunzioni”.

   

   

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