Save the Children quadruplica la sua presenza al Macrolotto Zero per dare nuove opportunità di crescita a bambini e ragazzi: si è tenuta stamani a PrismaLab la Conferenza Territoriale del Piano di Sviluppo dell’infanzia e dell’adolescenza promossa da Save the Children, un momento di confronto e rilancio del network territoriale attivato nei primi due anni del Programma “Qui, un Quartiere per crescere” insieme al Comune di Prato, ai ragazzi, ai cittadini e alle organizzazioni civiche che vivono o lavorano a Prato per fare del Macrolotto Zero “un quartiere per crescere”. L’incontro è stato anche l’occasione per presentare i due percorsi di co-progettazione territoriale che vedranno l’avvio nel 2025: la “ Road to Digital Academy”, da cui nascerà la prima accademia del digitale del territorio dedicata alla formazione e all’inserimento lavorativo di ragazze e ragazzi dai 14 ai 24 anni; il MacroZero – Hub di innovazione sociale, spazio rigenerato dal Comune di Prato e concesso in co-progettazione a Save the Children, che ambisce a diventare punto di riferimento permanente di confronto e di rilancio delle azioni previste nell’ambito del Piano di sviluppo territoriale. Uno spazio per e della comunità in cui sperimentare nuovi modi di collaborare per sviluppare il territorio, che offrirà opportunità educative e formative e servizi dedicati alla salute, sociali, di orientamento al lavoro, di accompagnamento e supporto alla genitorialità e di inclusione, pensato da Save the Children insieme a enti e associazioni del territorio e al Comitato permanente dei ragazzi e delle ragazze del Macrolotto Zero di Prato. I due percorsi si aggiungono al Punto Luce di via Mameli aperto dal 2018 dall’associazione e dal programma “Qui un quartiere per crescere” avviato nel 2022 in collaborazione con il Comune di Prato, che ha già attivato la presenza di operatori di strada e mediatori culturali nello spazio del playground di via Giordano. Prato è infatti una delle cinque città in Italia in cui Save the Children ha avviato piani di sviluppo delle periferie in collaborazione con enti locali e comitati per costruire nuove opportunità per bambini ed adolescenti che ci vivono. Gli altri programmi sono realizzati a Torino (Aurora-Porta Palazzo), Roma (Ostia ponente), Napoli (Pianura) e Palermo (Zen2). Centrali sono gli ambiti dell’istruzione e dell’educazione, della salute e del benessere psico-fisico, dell’ambiente e della lotta alla povertà materiale e educativa, nell’ambito di un accordo quadro con il Comune.
Ad aprire i lavori è stata la sindaca Ilaria Bugetti. I progetti e le attività sono stati inoltre illustrati da Annapaola Specchio, Head of Social Innovation di Save the Children, Gaia Fiorini, Community Manager di Save the Children, il vicesindaco Simone Faggi, le assessore Benedetta Squittieri all’Innovazione, Economia Circolare e Sviluppo Economico e Maria Logli alla Città Contemporanea e Politiche giovanili, Daniele Timarco, direttore dei Programmi Italia di Save the Children, Paolo Lattanzio, responsabile per la Coesione territoriale e sviluppo della strategia di Save the Children, Valentina Ballerini della Cooperativa Pane e Rose, Tiziana Baglio della Cooperativa Alice, Elena Geroni della Cooperativa Di Vittorio, Chiara Babetto della Cooperativa Convoi, Carlotta Mancini dell’ Ufficio Immigrazione Comune di Prato, Paola Pinzani, dirigente dell’Area Promozione del territorio e coesione sociale Comune di Prato e i ragazzi del Comitato Permanente dei giovani del Macrolotto Zero.
“Save the children quadruplica il suo impegno e la sua presenza al Macrolotto Zero (punto luce via Mameli, operatori di strada al playground via Giordano e da oggi PrismaLab e Hub di Innovazione Sociale) – afferma la sindaca Bugetti – Per noi non è solo un motivo di orgoglio, ma anche un alleato di primo piano per fare di questo quartiere così complesso e denso, un grande laboratorio di integrazione e di crescita sociale. Ogni giorno ci battiamo per la legalità e per il decoro, ma queste azioni da sole non bastano. Lavorare con le nuove generazioni è fondamentale per dare una svolta a questa realtà, per trasformare i problemi in opportunità e le differenze in una contaminazione che arricchisca tutti. Ecco perché la presenza di Save the children è strategica per il raggiungimento di questi ambiziosi obiettivi. L’esperienza e l’alta professionalità dei suoi operatori, ci aiuteranno a entrare in un mondo ancora troppo chiuso per aprire nuovi scenari. Il fatto che buona parte del lavoro di questa organizzazione internazionale abbia sede nelle strutture realizzate dal Comune e dalla Regione in vecchie fabbriche in disuso, conferma la bontà della scelta di portare al Macrolotto Zero funzioni pubbliche fino a quel momento assenti. E’ solo attraverso un piano di intervento pubblico infatti, che è possibile innescare un cambiamento radicale che stimoli e coinvolga anche il Terzo settore e i privati. La collaborazione fattiva di Save the children in questa zona è cartina tornasole, dunque, della serietà e della perseveranza del nostro impegno per questo quartiere”. “La Digital Academy è un progetto portato avanti da Save the Children insieme all’Amministrazione comunale che si implementerà nell’arco del 2025 e coinvolgerà tantissimi attori del territorio – ha detto l’assessora all’Innovazione Benedetta Squittieri – L’obiettivo è quello di continuare il lavoro che l’Amministrazione fa da anni, in maniera più strutturata, di trasferimento e di accrescimento delle competenze digitali, soprattutto nelle giovani generazioni. Può sembrare una contraddizione perché i giovani hanno già competenze digitali ma il fine del progetto è quello di mettere questi strumenti al servizio della loro creatività e delle loro ambizioni ma anche delle opportunità di lavoro, anche perché siamo ben consapevoli del fatto che le tecnologie siano ormai al centro di tutti i lavori. Le attività della Digital Academy sono indirizzate alla fascia di età che va dai 14 ai 24 anni. L’obiettivo è anche quello di attrarre funzioni nuove in questo quartiere per migliorarne la qualità di vita. È quindi un’occasione interessante e importante per la nostra città”.
“Il Macrozero è stato pensato come un hub di innovazione sociale ovvero un luogo per dare vita a nuove alleanze civiche e sociali e restituire alla cittadinanza un contesto in cui, tramite lo strumento della co-programmazione e co-progettazione, si possa fare comunità – ha dichiarato l’assessora alla Città Contemporanea Maria Logli – Il tutto nell’ottica di dare concretezza a quelle linee guida del piano di sviluppo che è stato realizzato grazie al supporto di Save the Children. Vogliamo dare ai giovani del Macrolotto Zero e alle loro famiglie un contesto di welfare sociale in cui i loro diritti siano pienamente rispettati”.
“Io credo che i punti su cui dobbiamo lavorare siano sostanzialmente due – ha detto il vicesindaco Simone Faggi – il primo è quello di implementare la sinergia tra le istituzioni e con tutti i soggetti che lavorano sul progetto. Il secondo punto riguarda la modellizzazione di un sistema in una città non tanto grande ma complicata come la nostra. In altre parole, quello che è stato fatto qua potrebbe essere utile, se non necessario, anche in altre situazioni della città rendendo così quotidiano ciò che cinque o sei anni fa è stato considerato sperimentale. Questo è possibile con il contributo di Save the Children e di tutti coloro che lavorano sul tema, a partire dalla scuola”. “Il nostro impegno organizzativo su Prato insieme al Comune, agli altri partner e ai ragazzi cresce partendo dall’ascolto dei bisogni dei più giovani e degli attori sociali – spiega Paolo Lattanzio di Save the Children – Cresce nella direzione delle professioni digitali, cresce con la coprogettazione nei locali dell’ex Mercato coperto, messo a disposizione dal Comune di Prato, in cui saranno realizzate varie attività ed iniziative, il tutto all’interno di un programma di interventi strutturato della durata di nove anni, che punta all’innovazione sociale per aumentare le opportunità di crescita e di sviluppo per tutti i cittadini a partire dai più piccoli. Noi partiamo dalla mappatura di cosa serve per costruire opportunità dove ci sono carenze o gap: da qui costruiamo spazi con e per la città, nuove competenze e occasioni partecipazione civica”.
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