Il bilancio divide maggioranza e opposizione a Palazzo Mercanti. Durante la seduta consiliare di lunedì 16 dicembre sono stati diversi gli spunti critici espressi dal centrodestra in merito alla manovra della Giunta Tarasconi. «La grande assenza nel bilancio – ha indicato Luca Zandonella (Lega) – è la sicurezza, non si vedono interventi in questo settore nonostante 300 milioni di euro di risorse, dopo che se ne spendono 43 per il welfare. Ci sono solo due bandi per le telecamere frutto di risorse non dell’ente». Il leghista ha poi riportato un’indiscrezione: «avete in mente di aumentare le aliquote Imu per le seconde case? Si dice questo, spero di no, dopo l’aumento dell’Irpef, dei parcheggi a pagamento, dei biglietti del bus».
«Sul welfare – è la riflessione di Federica Sgorbati (Civica Barbieri) – dobbiamo andare a vedere gli interventi, non i numeri. Continuare a mettere soldi non soddisfa, anzi, spesso li buttate. Portate avanti un’Amministrazione pasticciata, con obiettivi difficili, manca una visione complessiva. Siete alla guida di un mezzo senza avere la patente».
Per l’ex sindaco Patrizia Barbieri c’è «approssimazione negli interventi dell’Amministrazione», si «procede per slogan, prevale l’improvvisazione, come su piazza Cittadella». Dalla maggioranza si sente un «bizzarro film di fantascienza, mentre la classifica della qualità della vita ci vede in caduta, con pazienti che vanno in altri ospedali e la partita del nuovo ospedale che diventa una questione immobiliare e non sanitaria».
«Non facciamo bagarre sul welfare – la richiesta di Stefano Cugini (ApP) – è sbagliato tirarlo in ballo come elemento di scontro tra le parti. Ogni Giunta che si è succeduta a Piacenza ha fatto il meglio sul tema in una situazione complessa e spesso indecifrabile». Però per ApP la Giunta «ha messo tanto, ma molte cose sono state pasticciate». Ora si chiede impegno per portare a termine il Piano urbanistico generale.
Per Filiberto Putzu (Liberali Piacentini) «bisogna attivarsi al massimo per far ripartire il cantiere di piazza Cittadella», fermo da diversi giorni.
«Abbiamo 28 milioni di euro e mezzo in più di Irpef in un mandato – fa notare Nicola Domeneghetti (Fdi) – rispetto al mandato della Giunta Barbieri, cifra che fa impressione. Nel bilancio vediamo delle tensioni, state stravolgendo i conti dell’ente, creando una valanga. La città s’indebita, i piacentini sono più tassati, il Comune rimarrà senza risorse economiche e il sindaco abbandonerà la nave a fine mandato».
IL PUNTO DI VISTA DELLA MAGGIORANZA
Per Boris Infantino (Pc Coraggiosa) da questo bilancio si vedrebbe la differenza tra il centrosinistra e il centrodestra, «tra il progressismo e chi fa del conservatorismo liberale la sua bandiera, con uno Stato minimo, che non spende e non interviene». L’ingente spesa da 800mila euro per la nuova sede del Museo di Storia naturale è giustificata dall’importanza dei due nuovi corsi di laurea del Politecnico di Milano: «abbiamo agito correttamente nello stanziare risorse per adeguare i locali della Camera di Commercio. Intervento oneroso, ma giusto».
«Siamo un comune virtuoso – ha aggiunto Sandro Spezia (Pc Oltre) -, l’impegno finanziario dell’ente non è poco per i tanti progetti messi in campo su sociale, cultura, case popolari. È una facile polemica quella dell’aumento delle tasse: questo bilancio dimostra che con un sacrificio ragionevole si possono ottenere ottimi risultati».
«Le assunzioni di personale – ha detto Tiziana Albasi (Pd) – prevedono anche assistenti sociali ed educatori: significa ulteriore impegno sui problemi sociali, per aumentare la tenuta della collettività». «Follia criticarci per l’attenzione al sociale – è il discorso di Salvatore Scafuto (Pd) – è il cuore pulsante dell’attività amministrativa, bisogna rispondere alle esigenze più delicate, a partire dai minori».
«La visione di Piacenza – ha concluso l’assessore al bilancio Gianluca Ceccarelli – è chiara: dare piena continuità ai servizi erogati, a partire dal welfare, in un contesto sociale modificato ed emergenziale, portando avanti una rigenerazione urbana della città».
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