Tenda ancora chiuso: Cirio dichiara guerra ai francesi

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Il governatore Alberto Cirio vuole denunciare i francesi. Ma non per qualche questione storica irrisolta o per la ricetta della bagna cauda: il motivo è il Tunnel di Tenda, quella galleria che, dopo quattro anni di chiusura, continuerà a rimanere off-limits fino alla primavera del 2025.

Una doccia fredda, anzi, glaciale, per il turismo piemontese, che perde per l’ennesima stagione i visitatori francesi. Un peccato, perché con la Costa Azzurra a un tiro di schioppo, l’economia della Valle Vermenagna poteva sognare, almeno, un po’ di ossigeno.

La questione è semplice: l’ANAS aveva proposto un’apertura “in modalità cantiere”, ovvero con il traffico regolato a fasce orarie, per permettere il passaggio dei mezzi già dal 30 dicembre. La Francia, però, ha risposto con un secco “non se ne parla”, preferendo mantenere il tunnel chiuso fino al completamento totale dei lavori. Merci beaucoup, dicono gli operatori turistici della Riserva Bianca di Limone Piemonte, ormai rassegnati a una stagione di piste vuote.

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“Non possiamo accettarlo”, tuona Cirio, con tanto di proclami di battaglia legale.

“Come Regione Piemonte siamo pronti a tutelare in ogni sede i nostri interessi contro un governo straniero!”.

Parole forti, quasi da scenario internazionale, anche se il campo di battaglia resta una galleria alpina e non qualche vertice dell’ONU.

Intanto, Marco Gallo, assessore regionale alla montagna, non risparmia la sua amarezza: “Per il quinto anno consecutivo, Limone perde i turisti francesi. È una doccia fredda per tutto il comparto sciistico cuneese.”

Doccia fredda? Qui si rischia l’ibernazione: senza il Tenda, la Valle Vermenagna sembra sempre più isolata, e il turismo invernale fatica a riprendersi dai danni dell’alluvione del 2020.

Ma attenzione: questa vicenda non è solo una questione di montagne innevate e turisti mancati. È una saga di burocrazia transfrontaliera al suo meglio.

Il tunnel, chiuso dal 2020, sarebbe dovuto diventare una moderna Galleria Tenda Bis, simbolo di collegamento e cooperazione tra Italia e Francia. E invece? Ritardi, lavori infiniti e decisioni unilaterali hanno trasformato il progetto in una barzelletta alpina. ANAS garantisce che si potrebbe aprire in sicurezza già ora, ma per i cugini francesi sembra che aspettare altri 15 mesi sia la soluzione migliore.

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Il sarcasmo arriva puntuale anche dai commercianti locali, che fanno i conti con un altro inverno di magra.“Forse dovremmo attrezzarci con gli sci da fondo per attraversare il confine,” scherza un albergatore. “O magari mandare i turisti con una slitta trainata dai cani, visto che il tunnel è off-limits.”

E mentre le località sciistiche cuneesi si preparano all’ennesima stagione senza i visitatori della Costa Azzurra, la Valle Vermenagna continua a vivere in una sorta di isolamento forzato. Il turismo soffre, gli operatori si arrabbiano e il Piemonte, ancora una volta, sembra abbandonato a se stesso.

Alla fine, di Tenda non si vedono né luci né sbocchi. Forse, più che denunciare i francesi, bisognerebbe denunciare una gestione infrastrutturale che, anno dopo anno, trasforma progetti di rilancio in montagne di carte e scuse. Insomma, il Tenda rimane chiuso e il Piemonte si consola con i soliti proclami.

Il passaggio attraverso il Colle di Tenda si inserisce in una direttrice nord-sud che consente il collegamento diretto della Pianura Padana (province di Cuneo e Torino) con la Costa Azzurra e la costa ligure attraverso le propaggini occidentali delle Alpi Marittime lungo la valle Vermenagna (in Italia) e la valle della Roya (in Francia).

In particolare, dalla città di Cuneo grazie alla strada statale 20 si raggiunge il Colle di Tenda in direzione sud per poi proseguire in Francia lungo la RD6204 dopo aver superato la galleria di valico e il confine (1.320 metri sopra il livello del mare).

Il collegamento fa parte dell’itinerario europeo E74 e consente di unire agevolmente il capoluogo piemontese con Ventimiglia e la Costa Azzurra.


Il progetto originario prevedeva la costruzione di una nuova galleria accanto a quella storica, entrambe lunghe circa 3.200 metri. Una diretta verso la Francia e l’altra da allargare in direzione Italia, monodirezionali con una carreggiata effettiva di 6,50 metri (una corsia di marcia di 3,50 metri, una corsia di emergenza di 2,70 metri e una banchina di 0,30 metri). 

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Per garantire la continuità del collegamento stradale, il progetto prevedeva di non lavorare contemporaneamente sulle due gallerie. Sarebbe stato completato prima lo scavo del nuovo tunnel, deviando il traffico su di esso, e solo successivamente si sarebbe proceduto all’allargamento della galleria storica.

Oltre alle due nuove gallerie, erano previste le seguenti opere minori sia sul versante italiano che su quello francese:

  • Versante italiano: sistemazione della SS20 e dei piazzali, realizzazione degli imbocchi, rifacimento della casa cantoniera dell’Anas, demolizione e rifacimento del ponte attuale sul rio Panice con accesso a una frazione sulla destra del corso d’acqua.
  • Versante francese: imbocco della galleria, rimodellamento del versante e rifacimento della RD6204 nel tratto compreso tra l’imbocco della galleria e l’attuale viadotto Romanin, con l’inserimento di nuovi tornanti. Inoltre è stato realizzato un nuovo viadotto di scavalco del fosso del Cà. Per la realizzazione dei nuovi tornanti sono state previste numerose opere di sostegno, tra cui terre armate, paratie tirantate e pareti chiodate.

Tuttavia, nell’ottobre 2020, la tempesta Alex ha causato gravi danni sul versante francese, tra cui il crollo del viadotto storico sulla RD6204 e del viadotto appena costruito sul fosso della Cà. Questi eventi hanno reso necessaria una riprogettazione completa degli interventi sul lato francese, oltre a misure di sicurezza e monitoraggio del versante.

Anche il versante italiano ha subito dei danni, seppur minori, come erosione concentrata e smottamenti. A causa dei danni riportati nell’alluvione il traforo internazionale del Tenda è stata chiuso ed attualmente sono in corso le lavorazioni di sistemazione propedeutiche alla riapertura, tra le quali la realizzazione del nuovo ponte di scavalco del fosso del Cà, la modifica degli imbocchi delle due gallerie sul versante francese, la messa in sicurezza del vallone del Cà, la sistemazione idraulica del torrente Roya e molte altre opere minori.

Immagine renderizzata del ponte di scavalco
Ponte di scavalco





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