Provincia, il punto sull’anno economico. Stabili le imprese attive, ma la produzione industriale cala a picco

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A fare il punto sull’anno economico, in provincia di Rimini, sono i dati elaborati dall’Osservatorio economico e sociale della Camera di commercio della Romagna. Il quadro, in estrema sintesi, può riassumersi così: a fronte di una sostanziale stabilità delle imprese attive, la produzione risulta calata in quasi tutti i comparti, tranne alcune eccezioni.

Il tessuto imprenditoriale provinciale, al 31 ottobre 2024, è costituito da 34.757 imprese attive, in lieve aumento rispetto all’analogo dell’anno precedente (+0,4%). L’imprenditorialità è particolarmente diffusa: 102 imprese attive ogni mille abitanti (88 in Emilia-Romagna, 86 in Italia). La metà delle imprese attive (il 50,2% per l’esattezza) sono imprese individuali, mentre le società di capitale, pari al 25,1% del totale, rappresentano una quota progressivamente crescente.

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In lieve aumento il numero delle imprese artigiane (9.645 al 30 settembre, +0,4% sullo stesso periodo dell’anno precedente), mentre si riduce significativamente il numero delle imprese cooperative (-10,7% annuo); quest’ultimo fenomeno risulta in parte riconducibile a fattori esogeni, quali l’aggiornamento d’ufficio delle forme giuridiche obsolete rispetto alla normativa di riferimento, da un lato, e lo scioglimento ministeriale, con conseguente cancellazione dal registro imprese, di molte cooperative risultanti non più attive, dall’altro.

Le start-up innovative risultano 75 (dati al 25 novembre), in sensibile diminuzione annua (-19,4%); la maggior parte delle stesse (51 unità) opera nel macrosettore dei Servizi. In merito all’andamento dei principali settori, la consistenza delle imprese agricole attive (2.303 unità al 31 ottobre) è in flessione del 3,1%. Le imprese del comparto pesca e acquacoltura, al 31 ottobre, sono 182, in calo tendenziale (-2,7%). Nel mercato ittico all’ingrosso di Rimini, nel periodo gennaio-settembre 2024, si rileva un incremento delle quantità commercializzate (+1,6% sui primi nove mesi del 2023) e una crescita del valore del pescato (+10,3%), che risulta pari a 7,6 milioni di euro.

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Produzione: dati in calo in quasi tutti i comparti

I dati relativi all’industria manifatturiera, derivanti dall’indagine congiunturale della Camera della Romagna (rivolta a imprese con più di nove addetti), al terzo trimestre 2024, rilevano dati decisamente negativi per la produzione (-13,5% sul terzo trimestre 2023), il fatturato (-13,7%) e, in modo più attenuato, gli ordini interni (-4,8%), associati a una stabilità della domanda estera. Altrettanto negativo, poi, il trend medio degli ultimi 12 mesi della produzione e del fatturato (rispettivamente, -10,6% e -11,9%). 

La contrazione della produzione (sui 12 mesi) investe diversi comparti, con il maggiore decremento per quello dei macchinari (-17,3%), seguito da abbigliamento e accessori (-12,2%), prodotti in metallo (-11,4%) e chimica e plastica (-0,4%); in aumento, invece, il comparto legno e mobili (+5,8%) e alimentare (+3,1%). In tale contesto si inserisce l’aumento dell’occupazione negli ultimi 12 mesi (+2,1%). In merito, infine, alla struttura produttiva, si rileva una riduzione della consistenza delle imprese manifatturiere attive al 31 ottobre (-1,6%, 2.411 unità), rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Nel settore edile (5.195 unità a fine ottobre 2024) si riscontra un incremento annuo del numero di imprese attive (+1,8%); in calo, invece, rispetto al terzo trimestre 2023, il relativo volume d’affari nel terzo trimestre dell’anno in corso (-2,2%), in buona parte dovuto alla rimodulazione e riduzione del Superbonus fiscale.

Per ciò che concerne il commercio al dettaglio, le vendite, nel terzo trimestre 2024, in termini tendenziali, risultano sostanzialmente stabili (-0,2%), con una variazione positiva dei prodotti alimentari (+1,2%) e negativa del comparto non alimentare (-0,7%). Riguardo alla dimensione, crescono le vendite nella grande distribuzione (+0,9%), rimangono stabili in quella media (-0,1%), mentre diminuiscono nella piccola (-1,0%). 

Manifatturiero, forte flessione nel Riminese: produzione calata del 10,6% in un anno

Esportazioni e turismo

Nel periodo gennaio-settembre 2024 calano le esportazioni in provincia di Rimini (pari a 2.246 milioni di euro): -2,7% rispetto allo stesso periodo del 2023, superiore alla variazione altrettanto negativa regionale (-1,0%) e nazionale (-0,7%). Riguardo ai principali prodotti, diminuiscono le esportazioni delle macchine utensili e per la formatura dei metalli (-20,4%, 13,4% del totale), delle navi e imbarcazioni (-13,3%, 11,7%), delle altre macchine di impiego generale, come forni, caldaie, condizionatori, macchine e distributori automatici (-2,3%, 8,3%), degli apparecchi per uso domestico (-12,0%, 3,5%), degli articoli di maglieria (-7,5%, 2,3%) e dei materiali da costruzione in terracotta (-6,0%, 2,1%). 

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Aumentano, invece, le esportazioni degli altri prodotti alimentari (zucchero, cacao, condimenti vari, pasti pronti, preparati omogeneizzati, alimenti dietetici) (+19,9%, 5,5% del totale), degli elementi da costruzione in metallo (+21,7%, 4,8%) e delle bevande (+23,7%, 3,8%). Stabile, in tale contesto, l’export degli articoli di abbigliamento (principale prodotto, incidenza del 14,8%). Riguardo ai principali Paesi, in flessione l’export verso gli Stati Uniti (-15,6%, 12,3% del totale), la Francia (-3,1%, 7,9%), la Germania (-5,5%, 6,6%) e la Spagna (-5,1%, 4,2%), in crescita verso il Regno Unito (+13,5%, 10,5%).

Per ciò che concerne il turismo, le imprese attive dei servizi di alloggio e ristorazione risultano in lieve aumento rispetto al 31 ottobre 2023 (+0,5%). Positivi anche i dati provvisori relativi al movimento turistico che, nel periodo gennaio-ottobre 2024, registrano un incremento annuo degli arrivi dell’1,2% (3.495.813 unità) e delle presenze dell’1,8% (14.456.587 unità). Gli aumenti, rispetto ai primi dieci mesi del 2023, interessano solo la clientela straniera, mentre cala lievemente quella italiana. 

In sensibile crescita le ore autorizzate di cassa integrazione nel periodo gennaio-settembre 2024 (5,2 milioni di ore): +81,9% rispetto ai primi nove mesi del 2023. La causa va ricercata nel forte incremento della cig straordinaria (+262,6%, 47,0% del totale), a cui segue l’altrettanta variazione positiva di quella ordinaria (+26,2%, 53,0%), mentre la cig in deroga riporta valori nulli. A livello settoriale, le ore autorizzate si concentrano in netta prevalenza nel Manifatturiero (95,3% del totale, +89,6%).

Come sostegno economico di contrasto alla povertà, a maggio 2024, sono 1.375 i nuclei familiari che hanno percepito l’assegno di inclusione (dal primo gennaio, misura sostitutiva del reddito di cittadinanza), con un importo medio mensile di 551 euro; 35.372 nuclei familiari hanno invece percepito l’assegno unico universale, con un importo medio mensile di 253 euro (+5,0% sull’importo medio mensile 2023).

Riguardo l’andamento del credito, al 30 settembre 2024 i prestiti totali ammontano a 8.394 milioni di euro, di cui il 55,8% alle imprese, il 40,1% alle famiglie e il 4,1% ad altri soggetti (società finanziarie, enti pubblici, istituzioni senza scopo di lucro). Rispetto al 30 settembre 2023 si registra una flessione dell’1,2% dei prestiti concessi; continua, pertanto, dal primo semestre 2023, la diminuzione del credito, anche se in forma più attenuata.



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