A sessant’anni dal primo lancio spaziale italiano, l’Italia oggi celebra lo spazio, affermandosi anche come potenza spaziale globale, con una visione strategica che intreccia sicurezza, sostenibilità e innovazione tecnologica. Tra collaborazioni internazionali e investimenti ambiziosi, come i 7,2 miliardi previsti fino al 2026, il Paese punta a rafforzare il suo ruolo nella Space economy, valorizzando startup, Pmi e il dialogo pubblico-privato
16/12/2024
In una giornata carica di significato per celebrare la quarta Giornata Nazionale dello Spazio, l’Agenzia spaziale italiana (Asi) onora i 60 anni dall’ingresso dell’Italia nell’avventura spaziale. La ricorrenza è stata ricordata nella sede di Roma-Tor Vergata con l’evento “60 Anni dell’Italia nello Spazio: dal lancio del Satellite San Marco alla corsa alla Luna e a Marte”. Questa giornata nazionale dedicata allo spazio, istituita nel 2021, rende omaggio al lancio del San Marco 1, avvenuto il 15 dicembre 1964, che fece dell’Italia il terzo Paese al mondo a mandare un satellite in orbita, dopo Stati Uniti e Unione Sovietica.
Il presidente dell’Asi, Teodoro Valente, ha inaugurato la giornata sottolinendo il valore storico e scientifico del San Marco 1: “Sessant’anni fa, grazie alla lungimiranza del professor Broglio, l’Italia è entrata ufficialmente nell’era spaziale. Questo satellite non è stato solo un risultato tecnico, ma il simbolo della capacità del nostro Paese di costruire una visione integrata tra ricerca, innovazione e ambizione internazionale”. Valente ha ricordato come il sistema spaziale italiano si sia evoluto, consolidando la propria eccellenza in settori come l’osservazione della Terra, le telecomunicazioni, la navigazione e l’esplorazione spaziale.
“L’Italia è oggi una potenza spaziale riconosciuta a livello internazionale”, ha proseguito il presidente dell’Asi. Questo risultato è reso possibile da un ecosistema integrato che coinvolge università, enti di ricerca, grandi aziende e startup. Programmi come Iride, dedicato all’osservazione della Terra, e il ruolo italiano nel progetto europeo Moonlight dimostrano l’impegno del Paese in ambito scientifico e tecnologico, oltre l’importanza della collaborazione internazionale, con progetti bilaterali come la casa abitabile sulla Luna e la missione Mars ice mapper in partnership con la Nasa.
L’intervento di Valente ha elogiato anche i recenti successi italiani, come il ritorno al volo del lanciatore Vega-C, definito “un esempio tangibile delle competenze italiane”. Il Vega-C ha infatti recentemente portato in orbita Sentinel-1C, un satellite cruciale per il programma europeo Copernicus, progettato e costruito con un importante contributo italiano.
Anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, è intervenuto per commemorare la giornata spaziale, tracciando un quadro della strategia nazionale e sottolineando come lo spazio rappresenti un pilastro del futuro economico e tecnologico del Paese. “Abbiamo investito oltre 7,2 miliardi di euro fino al 2026 per sostenere la crescita del settore spaziale italiano”, ha dichiarato Urso, aggiungendo che l’Italia è il secondo Paese contributore dell’Agenzia spaziale europea (Esa) dopo la Germania.
Urso ha anche illustrato i passi avanti legislativi: “Abbiamo introdotto la prima legge nazionale sullo spazio, fondamentale per regolamentare l’attività dei privati e garantire una governance chiara in un settore sempre più dominato dalla competizione tra aziende”. La legge prevede incentivi per le startup e le piccole e medie imprese, con una quota riservata negli appalti pubblici, favorendo così l’innovazione e la crescita dell’intero ecosistema.
Il ministro Urso ha poi sottolineato l’importanza della diversificazione industriale: “Il settore spaziale può offrire opportunità significative per la riconversione delle imprese italiane, in particolare quelle della filiera automotive, verso comparti ad alto valore tecnologico”. L’Italia, con la sua lunga tradizione nel Mediterraneo, è pronta a giocare un ruolo di primo piano anche nelle collaborazioni con i Paesi africani. “La base di Malindi in Kenya rappresenta un asset strategico non solo per le attività di tracking, ma anche per lo sviluppo delle costellazioni satellitari africane”, ha spiegato il ministro, ribadendo il ruolo dell’Italia come partner privilegiato nel supportare l’avanzata spaziale del continente.
Il futuro dello spazio italiano si fonda su una visione condivisa tra Valente e Urso, basata su sicurezza, sostenibilità e innovazione tecnologica. “Lo spazio è il nostro presente, ma soprattutto il nostro futuro. Dobbiamo continuare a lavorare per migliorare la qualità della vita sulla Terra, investendo in tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale e il quantum computing”, ha dichiarato Valente; mentre Urso ha ricordato come: “il nostro obiettivo è garantire che l’Italia sia protagonista in una space economy sempre più competitiva, sfruttando al massimo le opportunità offerte da collaborazioni globali e innovazioni tecnologiche”.
Con questa visione, l’Italia guarda al futuro con l’ambizione di consolidare il proprio ruolo di leadership nello spazio, affrontando le sfide di una Space economy sempre più interdisciplinare e orientata al progresso globale.
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