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Il prestigioso Giardino dei Ciucioi continua ad essere una fonte d’ispirazione per ideare e proporre diverse attività. L’ultima delle quali sarà presentata alla Biblioteca in Piazzetta degli Alpini a Lavis, oggi (domenica 15) a partire dalle 16, in occasione dell’evento conclusivo del festival marcato “Immagini per crescere”.
Durante la manifestazione sarà presentato in anteprima il gioco da tavolo “Ciucioi”, un progetto definito innovativo per la soddisfazione dei sei giovani creativi: Davide Sgrò, Paolo Sartori, Tobia Francesco Rizzoli, Elia Pilati, Alessandro Nardelli e Cesare Andreatta.
Ad arricchire ci sono le illustrazioni grafiche curate dall’artista messinese Veronica Genovese.
Il gioco trae origine da un’idea proposta al Piano Giovani di Lavis e, com’è stato spiegato in una nota, appunto si ispira alla storia e alle peculiarità dell’ormai rinomato giardino dei Ciucioi; simbolo dell’abitato.
Al proposito, l’assessora comunale competente Caterina Pasolli ha spiegato come il suggerimento iniziale sia però giunto da un giovane, durante le presentazioni delle schede idee a inizio 2024.
Nonostante i costi elevati, che hanno portato all’esclusione dal bando principale del Piano Giovani, il gruppo ha comunque trovato supporto nell’iniziativa “GIC – Giovani idee per la Comunità”, promossa da Fondazione Caritro che ha pure finanziato 6.000 euro.
A questo si aggiungono altre realtà e l’integrazione con risorse del PNRR destinate alla valorizzazione del giardino storico.
Il team ha lavorato intensamente a partire da febbraio di quest’anno per sviluppare un prodotto innovativo. Supportati inizialmente dall’associazione “Giochi in Giro”, i ragazzi hanno poi curato in autonomia ogni aspetto del progetto: dalla ricerca storica alla definizione delle meccaniche di gioco, fino alla veste grafica ideata da Veronica Genovese.
La realizzazione materiale del gioco, in ultima parte, è stata affidata alla sapienza in materia della rinomata ditta “Modiano carte da gioco e affini Spa”, celebre per la qualità dei suoi prodotti.
Dunque, un’occasione imperdibile per scoprire un nuovo modo di valorizzare il territorio attraverso il gioco, oltre a potersi rivelare un’originale idea regalo per questo Natale.
«È un’esperienza straordinaria che unisce creatività, storia e comunità» ha commentato per sé Pasolli. «Questo progetto non solo celebra il giardino dei Ciucioi, ma avvicina anche i giovani al nostro patrimonio storico-artistico.»
Abbiamo còlto l’occasione anche per fare due chiacchiere con Davide Sgrò, Tobia Rizzoli, Cesare Andreatta, Elia Pilati, alcuni dei creatori che dietro le quinte si sono stati protagonisti, per passare dalla fantasia alla realtà.
Quali sono state le difficoltà principali nella realizzazione di Ciucioi?
“Le maggiori sfide sono state tecniche e organizzative. Non è semplice bilanciare le carte e trovare il giusto equilibrio tra semplicità e profondità nelle meccaniche di gioco. Ogni modifica doveva essere attentamente valutata per evitare errori.
Dal punto di vista pratico, invece, ci siamo confrontati con problemi come l’adattamento delle grafiche, la scelta dei materiali e la gestione delle misure di stampa.
Essendo un gruppo informale, la burocrazia è stata un altro scoglio: qui ci ha aiutato molto Daniele, dell’Associazione Culturale Lavisana, a orientarci tra bandi, questioni economiche e diritti.”
Come avete scelto l’artista per illustrare il gioco?
“Abbiamo visionato i lavori di vari artisti, ma non appena abbiamo visto le opere di Veronica Genovese, una talentuosa illustratrice di Messina, non abbiamo avuto dubbi.
Veronica tra l’altro è la cugina di Davide e grazie a questa connessione è stato più facile coinvolgerla. Il suo stile si adattava perfettamente all’atmosfera che volevamo creare per Ciucioi. È stata professionale e disponibile: la persona giusta per noi.”
Come siete riusciti a collaborare con Modiano per la stampa?
“Non è stato complicato. Abbiamo contattato Modiano tramite email e ci siamo trovati di fronte a una realtà estremamente professionale e chiara.
Certo, il nostro progetto è stato facilitato dall’aver vinto un bando della Fondazione Caritro, che ci ha permesso di garantire la stampa di un buon numero di copie. Modiano ha accolto con entusiasmo la nostra proposta.”
Cosa vi aspettate da questo gioco?
“Che diverta, prima di tutto, e che trasmetta ai giocatori l’anima di Lavis e del suo Giardino Bortolotti! Sarebbe bellissimo sapere che qualcuno, magari fuori dal nostro territorio, lo scopre e si appassiona alla storia di questo luogo. Poi c’è la speranza che possa diventare un oggetto che resta, un simbolo del nostro paese.”
Quali insegnamenti vi ha lasciato questa esperienza, anche dal punto di vista emotivo?
“Realizzare Ciucioi è stato un viaggio di scoperta e di crescita. Abbiamo imparato l’importanza di organizzarsi bene, di creare contatti e d’essere pronti a ricominciare da capo se necessario.
Emozionante è stata la prima volta in cui abbiamo tenuto in mano le scatole del gioco appena stampate: un momento che ripaga di tutti gli sforzi. Abbiamo messo tanto orgoglio in questo progetto e la gioia di vederlo finalmente realizzato è indescrivibile.”
Se poteste tornare indietro, vi impegnereste ancora in questo tipo d’attività? “Assolutamente sì! Anzi, ci sono già tante idee per il futuro. Per ora, però, vogliamo goderci il lancio di Ciucioi.”
Avete qualche aspettativa sull’imminente giudizio del pubblico? Soprattutto quello giovane.
“Speriamo che il gioco piaccia e che venga apprezzato lo sforzo di collegare la storia della comunità con le meccaniche di gioco.
Pensiamo che chi ama i giochi da tavolo, indipendentemente dall’età, saprà apprezzarlo. Per i più giovani, la speranza è che lo portino con sé e lo facciano conoscere anche al di fuori di Lavis.”
Per concludere, c’è un pensiero, un commento, un’opinione, che avete piacere a condividere?
“Ciucioi non è solo un gioco, ma un’esperienza che ha consolidato amicizie e ne ha create di nuove. Ha dimostrato come una comunità può unirsi attorno a un’idea e realizzare qualcosa di bello e duraturo.
Per noi questo progetto rappresenta un legame profondo con il territorio. Non sappiamo se con la cultura si mangia, ma intanto… ci si gioca!”
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