Pensioni, nel 2025 fino a 575 euro in meno per chi ci va a 67 anni

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Andare in pensione nel 2025, rispetto al farlo nel 2024, comporta una riduzione dell’assegno. Una vera e propria beffa per chi per pochi mesi, o persino settimane, non è riuscito a maturare il diritto alla pensione entro la fine dello scorso anno.

La ragione per cui andare in pensione nel 2025 è maggiormente penalizzante sta tutta nel cambio dei cosiddetti coefficienti di trasformazione, ossia quei parametri che vengono applicati sul montante contributivo – l’insieme dei contributi versati nel corso dell’attività lavorativa – affinché appunto si trasformi in importo di pensione.

I coefficienti di trasformazione vengono definiti ogni due anni sulla base dell’andamento delle speranze di vita. A tal proposito, lo scoppio della pandemia ha portato questo dato a subire un calo drastico tanto che per il biennio 2023-2024 sono stati applicati dei coefficienti di trasformazione molto alti. Ora che la situazione è tornata alla normalità e le speranze di vita hanno ripreso a crescere – tanto che nel 2027 potrebbero comportare anche un incremento dell’età pensionabile – i coefficienti di trasformazione sono tornati a scendere.

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Ciò comporta una penalizzazione rispetto allo scorso anno, meno soldi sulla pensione a parità di montante contributivo. Ma quanto si perde? Facciamo chiarezza considerando ad esempio un lavoratore che accede alla pensione di vecchiaia a 67 anni.

Come si calcola la pensione per chi ci va a 67 anni

Come prima cosa è bene sottolineare che la “penalizzazione” in oggetto si applica solo nei confronti della parte di pensione calcolata con il sistema contributivo, ossia per i periodi lavorati successivi al 31 dicembre 1995, oppure al 31 dicembre 2011 per coloro che entro la fine del 1995 avevano maturato 18 anni di contribuzione.

Per questi periodi la pensione è calcolata prendendo tutti i contributi versati, pari solitamente al 33% (aliquota contributiva per i lavoratori dipendenti) di quanto guadagnato. Questi poi, una volta rivalutati sulla base della variazione dell’inflazione, vengono appunto trasformati in importo di pensione attraverso il coefficiente di trasformazione suddetto, il quale varia a seconda dell’età del pensionamento. Più si smette di lavorare in ritardo, infatti, e maggiore sarà il coefficiente applicato.

I nuovi coefficienti di trasformazione nel 2025

Come anticipato, i coefficienti di trasformazione sono stati aggiornati il 1° gennaio 2025 e sono più bassi rispetto allo scorso biennio visto appunto il calo delle speranze di vita. A tal proposito, ecco una tabella che confronta i valori applicati nel biennio 2023-2024 rispetto al 2025-2026:

Età Coefficiente 2023-2024 Coefficiente 2025
57 4,270% 4,204%
58 4,378% 4,308%
59 4,493% 4,419%
60 4,615% 4,536%
61 4,744% 4,661%
62 4,882% 4,795%
63 5,028% 4,936%
64 5,184% 5,088%
65 5,352% 5,250%
66 5,531% 5,423%
67 5,723% 5,608%
68 5,931% 5,808%
69 6,154% 6,024%
70 6,395% 6,258%
71 6,655% 6,510%

Quanto perde chi va in pensione a 67 anni

A questo punto, confrontando i due coefficienti, possiamo rispondere alla domanda su quanto perde chi va in pensione a 67 anni – ricorrendo quindi alla pensione di vecchiaia per la quale ricordiamo sono al tempo stesso necessari 20 anni di contributi – nel 2025 rispetto a chi lo ha fatto nel 2024.

Ovviamente l’importo non è uguale per tutti in quanto dipende dal montante contributivo, ossia da qual è la quota di contributi versati in carriera. Più è rilevante, infatti, e più sarà significativa la “penalizzazione”.

A tal proposito, consideriamo la fascia tra i 100.000 e i 500.000 euro di montante contributivo: ecco quanto si perde l’anno, e al mese, a causa dell’ultimo aggiornamento dei suddetti coefficienti.

Montante contributivo Importo pensione 2024 Importo pensione 2025 Differenza annua Differenza mensile
100.000,00 5.723,00 5.608,00 -115,00 -8,85
120.000,00 6.867,60 6.729,60 -138,00 -10,62
140.000,00 8.012,20 7.851,20 -161,00 -12,38
160.000,00 9.156,80 8.972,80 -184,00 -14,15
180.000,00 10.301,40 10.094,40 -207,00 -15,92
200.000,00 11.446,00 11.216,00 -230,00 -17,69
220.000,00 12.590,60 12.337,60 -253,00 -19,46
240.000,00 13.735,20 13.459,20 -276,00 -21,23
260.000,00 14.879,80 14.580,80 -299,00 -23,00
280.000,00 16.024,40 15.702,40 -322,00 -24,77
300.000,00 17.169,00 16.824,00 -345,00 -26,54
320.000,00 18.313,60 17.945,60 -368,00 -28,31
340.000,00 19.458,20 19.067,20 -391,00 -30,08
360.000,00 20.602,80 20.188,80 -414,00 -31,85
380.000,00 21.747,40 21.310,40 -437,00 -33,62
400.000,00 22.892,00 22.432,00 -460,00 -35,38
420.000,00 24.036,60 23.553,60 -483,00 -37,15
440.000,00 25.181,20 24.675,20 -506,00 -38,92
460.000,00 26.325,80 25.796,80 -529,00 -40,69
480.000,00 27.470,40 26.918,40 -552,00 -42,46
500.000,00 28.615,00 28.040,00 -575,00 -44,23

Con un montante di 500.000 euro quindi si arrivano a perdere fino a 575 euro (lordi) l’anno, poco meno di 45 euro al mese. E non va meglio per chi ha un montante contributivo più basso: insomma, l’aggiornamento dei coefficienti di trasformazione provoca un danno rilevante, specialmente se consideriamo che le regole del calcolo contributivo già di per sé sono penalizzanti e non restituiscono un importo chissà quanto elevato.

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