Mafia sugli hotel, «sorvegliate» 104 strutture: in Trentino ci sono anche Campiglio, il Primiero e la Val di Fiemme

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di
Dafne Roat

L’indagine per riciclaggio partita da Catanzaro. Faro su segnalazioni per operazioni sospette e acquisti di alberghi

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Nell’agenda degli interessi del crimine organizzato non potevano certo mancare le località turistiche più suggestive del Trentino. Non solo il Primiero, quindi. Anche la val Rendena — in particolare Pinzolo, Madonna di Campiglio, ma non solo — pullula di strutture alberghiere che stanno solleticando gli appetiti della mafia e sulle quali gli investigatori hanno puntato i riflettori.

L’indagine

L’indagine trentina sugli hotel non abbraccia solo il Primiero, ma anche la Rendena. Sono 104 le strutture «attenzionate» per segnalazioni di operazioni sospette o perché avrebbero effettuato acquisti e investimenti finalizzati alla ristrutturazione degli immobili poco compatibili con i bilanci. Ci sarebbero alcuni aspetti poco chiari che fanno pensare a un «aiutino» arrivato dall’esterno e forse non del tutto lecito. È quanto vogliono accertare gli investigatori della Finanza incaricati dalla Dda della Procura di Trento che indaga per riciclaggio. L’indagine, sulla quale gli inquirenti mantengono il massimo riserbo, era iniziata circa due anni fa e viaggia parallela all’inchiesta della Dda di Catanzaro che ha portato alla chiusura di tre strutture sul Tonale, Cielo Blu, la Mirandola e la Locanda Locatori, che sono state chiuse su ordine del sindaco Michele Bertolini. I tre hotel dal 2019 erano amministrati dalla M&V Gestioni Turistiche srl, società che farebbe parte di una galassia di imprese tutte riconducibili ai quattro indagati nell’inchiesta calabrese.




















































L’esposizione alla criminalità

Tornando all’indagine della Procura di Trento, gli inquirenti si stanno concentrando su alcune strutture che avrebbero effettuato acquisti con l’obiettivo di effettuare piani di ristrutturazioni importanti senza avere liquidità sufficiente. Ed è qui interverrebbe la criminalità organizzata, offrendo, attraverso sconosciute società e professionisti compiacenti, che sarebbero riusciti ad accedere anche a finanziamenti a fondo perduto, le somme necessarie per salvare l’attività. Il problema sorge quando i titolari non riescono più a restituire il denaro e quindi sono costretti a cedere l’attività a società che subentrano nella gestione. Un secondo filone dell’indagine riguarda invece acquisti di strutture ricettive a basso costo da parte di società intestate alle cosiddette «teste di legno», persone che vengono messe a capo di aziende senza avere alcuna competenza o conoscenza in materia e che di fatto sono invece riconducibili a organizzazioni criminali. Gli investigatori sono al lavoro. Ma le due inchieste mettono in luce un Trentino sempre più esposto agli appetiti della mafia.

I precedenti

Non è la prima volta che un’inchiesta di Catanzaro mette sotto la lente strutture alberghiere della provincia e nel febbraio del 2022 i finanzieri del comando provinciale di Catanzaro avevano scoperto un giro d’affari di centinaia di migliaia di euro di fondi in nero occultati all’estero per acquistare alberghi e imbarcazioni di lusso e riciclare il denaro. All’epoca l’indagine aveva portato anche al sequestro dell’albergo «Da Cornelio» di Pinzolo, che era chiuso da una decina d’anni, e all’arresto di un maestro di sci trentino. L’hotel è tuttora in vendita.

La politica e le preoccupazioni

La notizia dei tentativi di infiltrazione da parte di organizzazioni criminali di stampo mafioso sta preoccupando molto la comunità trentina. Sabato è intervenuto anche il Pd che esprime «non poca preoccupazione per le indagini che stanno interessando tante zone turistiche della provincia, dalla Val di Sole e l’Alto Garda, per arrivare fino al Primiero e alla Val di Fiemme», scrivono il segretario Alessandro Dal Rì, Alessio Manica (capogruppo in consiglio provinciale) e il delegato al contrasto delle mafie, Antonio Zanetel, in una nota. «La preoccupazione è molta, ma niente di ciò che è riportato sulle cronache ci lascia stupiti. L’interesse delle mafie per il settore turistico, mettendo le mani su alberghi e strutture ricettive, al fine di portare a termine operazioni di riciclaggio di denaro illecito, è un’attività nota da tempo», affermano. Poi l’attacco al presidente Maurizio Fugatti e all’assessore Roberto Failoni: «Spiace sentire le loro dichiarazioni che, minimizzando, ritengono tali episodi solo dei casi isolati e che danno per scontato che il Trentino sarebbe dotato di anticorpi contro il fenomeno mafioso. Pensiamo che sottovalutare gli episodi emersi — aggiungono — sia ciò che di più errato si possa fare in questo momento, perché così facendo, non si tutela il sistema economico trentino. Al contrario. Più le persone rimarranno nella convinzione che il Trentino, in fin dei conti, non è poi così tanto esposto a questi fenomeni, maggiore sarà l’esposizione ad essi».

L’appello del Pd

Il Pd del Trentino lancia un appello affinché la politica si unisca per trovare soluzioni comuni. «L’unico modo per debellare il cancro mafioso è una politica forte che, su questo tema, si spoglia di qualsiasi colore politico e trova delle soluzioni comuni al fine di proteggere la comunità. L’obiettivo prioritario — si legge in una nota — è creare una grande alleanza che veda schierata la politica, l’amministrazione pubblica, le categorie economiche e tutti gli attori sociali contro la corruzione e il malaffare». Dopo le parole dure espresse venerdì da Cgil, Cisl e Uil («Nel sistema imprenditoriale locale c’è il rischio di sottovalutare il rischio infiltrazioni, a fronte della ricerca dell’utile economico immediato»), il segretario della Uil Walter Alotti ha rincarato la dose: «Chiedo il passo indietro di Giovanni Battaiola (tra i proprietari dell’hotel La Mirandola, ndr) dalla presidenza della Trentino Marketing, la quale è lo strumento della provincia di Trento per quanto riguarda tutto il turismo. È giunto il tempo che si faccia da parte visto che questo presidente, a quanto si apprende dalla stampa, si è fatto circuire pur avendo conoscenza lui stesso, e da parte delle autorità locali, del tentativo d’infiltrazione criminosa sul territorio».


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15 dicembre 2024 ( modifica il 15 dicembre 2024 | 10:22)

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