ITALIANI ALL’ESTERO
(Fonte immagine Camera dei Deputati)
ROMA – Si è tenuta alla Camera dei Deputati una conferenza stampa, indetta dal deputato del Pd Fabio Porta, eletto nella ripartizione America Meridionale, di presentazione del Corso Management dei Sistemi Turistici – Commissari dell’Ospitalità, parte del progetto Turismo delle Radici, Opportunità di Sviluppo Locale. L’iniziativa è promossa dal Dipartimento Sviluppo e Cooperazione Italia-Brasile e da Italea Campania in collaborazione con: Campus Città del Sapere – Polo di Napoli dell’Università degli Studi di Roma Unitelma Sapienza; Touring Club Italiano – Sezione Campania; Comune di Castellabate; Fondazione dei Monti Lattari; Provincia di Salerno; Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni; Confederazione Italiani nel Mondo; Associazione Pizzaioli Napoletani; 49 Comuni delle province di Salerno, Napoli e Avellino. Tra i partner internazionali si annoverano: la Camera di Commercio Italiana a San Paolo del Brasile (ITALCAM), la rivista Comunità Italiana, il Circolo Italiano San Paolo e numerose associazioni di italo-discendenti e vari Comuni brasiliani e argentini.
L’evento di presentazione del Corso è stato moderato da Gianni Lattanzio che ha evidenziato la grande realtà italiana presente nel mondo a livello numerico: la cifra oscilla tra 60 e 80 milioni di italo-discendenti. Lattanzio ha spiegato che molti di questi cittadini con origini italiane non conoscono magari i luoghi dai quali si è originata l’emigrazione in ambito familiare: il turismo delle radici dovrebbe quindi provvedere a colmare questa lacuna, consentendo a queste persone di visitare i luoghi d’origine della propria famiglia. Lattanzio ha posto anche in evidenza come oggi il fenomeno sia più conosciuto rispetto al passato. “Bisogna costruire sinergie tra realtà italiana e territorio all’estero”, ha aggiunto Lattanzio spiegando in questo senso il compito che spetterà anche a questo nuovo corso di “Commissari dell’ospitalità”. L’auspicio di Lattanzio è che questa tipologia di turismo possa aiutare a rivitalizzare le aree interne del Paese, quelle notoriamente più soggette al problema dello spopolamento. Nel suo intervento Giovanni Maria De Vita (Coordinatore del Progetto Turismo delle Radici del Ministero degli Esteri ) ha ricordato come l’idea di valorizzare il turismo delle radici nacque alcuni anni, e si sia concretizzata di recente grazie ai finanziamenti del PNRR. De Vita ha anche ribadito che si tratta di un progetto rivolto per lo più ai circuiti turistici un po’ più di nicchia rispetto alle mete più gettonate del turismo . Il consigliere ha anche illustrato il perché del nome del Progetto “Italea” che deriva da una sintesi tra i termini Italia e Talea: quest’ultima parola indica un frammento di pianta che è stato tagliato ma che se trapiantato è in grado di generare un nuovo esemplare. In proposito De Vita ha spiegato come le nostre comunità all’estero, seppur lontane fisicamente dal nostro Paese, restino però attaccate con le proprie radici al tronco principale: il tronco è rappresentato dalle tradizioni, dalla cultura e dallo stile di vita italiano. “Abbiamo insistito fin dall’inizio sull’importanza della formazione, perché la qualità del servizio passa da qui. Il destinatario di questa iniziativa, il viaggiatore delle radici, non è semplicemente un turista che vuol vedere ma si affida al suo cuore per sentire”, ha spiegato De Vita sottolineando come un ruolo centrale lo giochino le emozioni e i ricordi tramandati ad esempio da nonni. È stato anche precisato come questo nuovo Corso formativo si rivolga anche alla rete dei Comuni che è stata creata per l’Anno delle Radici, ossia l’anno appena concluso. De Vita ha infine evidenziato come anche il Giubileo rappresenti nel 2025 un polo di attrazione per i turisti delle radici così come nel 2026 potrebbe esserlo l’evento olimpico invernale di Milano-Cortina. Sara Roversi (responsabile Italea Campania) ha segnalato di aver scoperto un “patrimonio inestimabile” dietro alle comunità campane sparse per il mondo ma anche “un senso di orgoglio incredibile”. Roversi ha spiegato che la formazione ha permesso alle diverse figure operanti nella rete di Italea di scoprire più in dettaglio il mondo degli italiani all’estero. Allo stesso tempo vanno condivise e messe a fattor comune le competenze già maturate negli anni da alcuni Comuni che in modo autonomo hanno dato vita a progetti su queste tematiche. L’idea è quella di far scoprire agli italo-discendenti non solo quell’Italia dei nonni che magari non c’è più ma anche il Paese attuale. Roversi ha poi ricordato che quest’anno il Columbus Day è stato un momento importante anche per portare avanti questi argomenti, declinati all’insegna della tradizione culinaria italiana. Salvo Iavarone (Vicepresidente CIM) ha ricordato che si parla ormai di turismo delle radici a livello istituzionale da circa sette anni. “Il turismo delle radici esisteva già da prima: gli emigrati che ritornano in Italia per vedere i luoghi nativi non li stiamo scoprendo adesso. Adesso stiamo scoprendo come dare contorni a questa tematica per cercare di aumentare i flussi turistici”, ha spiegato Iavarone definendo soddisfacenti in generale i dati relativi al turismo generale ma migliorabili i dati relativi al turismo culturale. Per Iavarone gli oltre ottomila Comuni italiani rappresentano un enorme potenziale anche in funzione del turismo delle radici: l’idea è quella di creare un’asse operativo tra gli enti locali e le comunità italiane all’estero. Bruno Pinti (Presidente di Campus Città del Sapere) ha spiegato che i corsi universitari telematici oggi consentono di riavvicinare più agilmente i giovani italo-discendenti nel mondo alla cultura italiana. “Il network è importante perché anche gli operatori presenti nei Comuni hanno bisogno di formarsi e di aggiornarsi. La formazione specialmente nell’ambito del turismo è in evoluzione”, ha spiegato Pinti. Raffaele Palumbo (Presidente Dipartimento Sviluppo e Cooperazione Italia-Brasile, ideatore e promotore del corso) ha spiegato che il nome “Commissari dell’ospitalità” prende spunto da questa figura che veniva istituita nell’antica Grecia in occasione dei Giochi Olimpici. Praticamente il loro compito era vigilare affinché gli ospiti venissero trattati bene. “Oggi bisogna prendere il meglio di quel modello con un’assistenza capillare agli ospiti, perché i turisti delle radici sono speciali e hanno bisogno di un’attenzione particolare”, ha spiegato Palumbo definendo la figura del manager dei sistemi turistici e dell’accoglienza come un ruolo dalle competenze trasversali. Anche Palumbo ha voluto evidenziare come il cibo sia tuttora un aspetto importantissimo e come lo sia stato in passato anche quale momento di integrazione e aggregazione tra italiani all’estero appartenenti magari a regioni diverse. Il deputato Fabio Porta ha concluso il dibattito ricordando come il lavoro portato avanti nel 2024 abbia consentito al progetto sul turismo delle radici di riempirsi di contenuti e di progettualità anche in maniera innovativa. Per Porta , dopo l’anno del Turismo delle radici caratterizzato da una serie di interessanti ed intelligenti iniziative promozionali, il 2025 dovrà essere l’anno della professionalità e della messa a terra della progettazione. Il deputato ha anche auspicato un gioco di squadra che consenta al turismo delle radici di proseguire il suo percorso. (Inform)
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