Meloni cresce nei sondaggi politici grazie all’effetto Cecilia Sala, il Pd insegue da lontano

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La liberazione di Cecilia Sala, dopo tre settimane di prigionia in Iran, ha giovato a Fratelli d’Italia che fa uno scatto in avanti nelle preferenze degli elettori. La giornalista e i suoi cari hanno ringraziato pubblicamente la premier e Giorgia Meloni passa all’incasso sotto il profilo del gradimento.

Per il resto, i partiti si barcamenano fra crescite minime, situazioni di bonaccia o addirittura cali. La sofferenza maggiore la sperimentano i pentastellati, ancora segnati dalla lotta fratricida Grillo-Conte. Il Pd, principale partito d’opposizione, soffre un lieve calo, ma si consola con il fatto che all’inizio dello scorso anno partiva dal 20% mentre oggi oscilla decisamente sopra il 23%.

Ma osserviamo chi vincerebbe le elezioni se si andasse alle urne oggi, soffermandoci a considerare anche come sono cambiate le preferenze degli italiani in questi due anni di governo Meloni.

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Chi sale e chi scende nei sondaggi

Le percentuali che seguono si basano sulla media estratta dall’incrocio fra il sondaggio politico effettuato da Euromedia Research per Porta a Porta e quello realizzato da Termometro politico.

Ma attenzione: la misurazione di Euromedia Research è successiva alla liberazione di Cecilia Sala e mostra un netto balzo in avanti nella fiducia degli elettori per Fratelli d’Italia (31,5%), mentre la rilevazione di Termometro politico è stata realizzata tra l’8 e il 9 gennaio, quindi prima della scarcerazione della giornalista (29,1%).

Vediamo i dati delle nuove rilevazioni, con il confronto con i numeri dei precedenti sondaggi politici:

  • Fratelli d’Italia: 30,3% (+0,9%);
  • Partito Democratico: 23,7% (-0,1%);
  • Movimento 5 Stelle: 10,5% (-0,8%);
  • Lega: 8,8% (=);
  • Forza Italia: 8,7% (-0,3%);
  • Alleanza Verdi e Sinistra: 5,9% (=);
  • Azione: 2,6% (-0,1%);
  • Italia Viva: 2,1% (-0,4%);
  • +Europa: 1,9% (-0,3%);
  • Noi Moderati: 0,9% (+0,1).

Le percentuali delle coalizioni

Di seguito le percentuali elettorali relative alle varie coalizioni e il confronto con le elezioni europee del 2024 e le politiche per il rinnovo del Parlamento del 2022.

All’11 gennaio la situazione è la seguente:

  • Centro-destra: 48,7%;
  • Centro-sinistra: 31,5%;
  • Movimento 5 Stelle: 10,5%;
  • Terzo Polo: 4,7%.
  • Altri: 3,6%

La situazione alle elezioni europee dell’8 e del 9 giugno 2024:

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  • Centro-destra: 46,4%;
  • Centro-sinistra: 32,1%;
  • Movimento 5 Stelle: 9,8%;
  • Terzo Polo: 7,1%;
  • Altri: 4,7%.

Alle elezioni politiche del 25 settembre 2022:

  • Centro-destra: 43,8%;
  • Centro-sinistra: 26,1%;
  • Movimento 5 Stelle: 15,4%;
  • Terzo Polo: 7,8%;
  • Altri: 6,9%.

Chi vincerebbe oggi le elezioni?

Secondo la Supermedia di Youtrend e Agi, Fratelli d’Italia ha aperto il 2024 al 30% per poi calare verso il 28,8% di fine anno. Il 2025 inizia con sprint per il partito di Giorgia Meloni, che gode dell’effetto Cecilia Sala salendo a una media del 30,3%.

Si tenga presente che il sondaggio Euromedia Research, diffuso dopo la liberazione della giornalista, dà FdI addirittura al 31,5%. La premier è ancora saldamente alla guida del primo partito del Paese. La coalizione di destra a trazione FdI, inoltre, vincerebbe ancora una volta le elezioni se si andasse a votare oggi ottenendo il 48,85%.

Un ipotetico Campo largo composto dal centro-sinistra e dal Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte, infatti, otterrebbe al massimo il 42%. A pesare sulla potenziale coalizione Pd-M5S è il crollo verticale sperimentato dai pentastellati negli ultimi mesi (per Youtrend/Agi dal 15% di inizio gennaio 2024 all’11% di fine dicembre). A danneggiare gli ormai ex grillini, la lunga lotta fra il fondatore ed ex garante Beppe Grillo e il capo politico Giuseppe Conte.

Una eventuale caduta del Governo, oggi, non converrebbe a nessuno: secondo i numeri, le destre potrebbero tornare in sella ma c’è pur sempre l’incognita Lega, dove la leadership di Matteo Salvini non è più blindata. Un ipotetico Campo larghissimo (Pd + M5S + Terzo Polo + estrema sinistra) potrebbe arrivare al massimo al 46,7%, ma l’eterogeneità dei programmi rischierebbe di far esplodere immediatamente la coalizione.

Gli occhi sono adesso puntati sulle prossime elezioni regionali in Campania, Marche, Puglia, Toscana, Valle d’Aosta e Veneto. In Campania si registra il braccio di ferro De Luca-Meloni sul terzo mandato, con il presidente di Regione che cerca la via della rielezione e la premier che è ricorsa alla Corte costituzionale per bloccare ogni velleità dello “Sceriffo” campano.

La mossa della premier andrebbe ad azzoppare anche Luca Zaia in Veneto, ma si inserisce in una strategia ben precisa: ridimensionare la Lega in Veneto, regione tradizionalmente a trazione leghista, per dare spazio agli esponenti di FdI.

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