Chi sono i governatori regionali tra secondo e terzo mandato

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Dopo l’impugnativa del Governo della legge campana sul terzo mandato, si apre il dibattito sui candidati nelle regioni al voto nei prossimi mesi

Nel 2025 si terranno le elezioni regionali in sei Regioni italiane: Campania, Marche, Puglia, Toscana, Valle d’Aosta e Veneto (in attesa di capire come finirà la vicenda Todde in Sardegna). Per alcune di queste si apre il dibattito sulla possibilità di un terzo mandato per i governatori uscenti, un tema che sta dividendo la politica e l’opinione pubblica, tra scontri istituzionali e spaccature interno al Governo. Giovedì il governo in Cdm ha deciso di impugnare la legge della Regione Campania sul terzo mandato, con tutto quello che questa decisione determinerà anche per la altre regioni al voto nei prossimi mesi e il prossimo anno.

CAMPANIA, L’INCOGNITA DEL TERZO MANDATO. DE LUCA: “VADO AVANTI”

Proprio in Campania, Vincenzo De Luca è al termine del suo secondo mandato consecutivo. Ieri, in una conferenza meno infuocata rispetto alle aspettative, il governatore uscente ha affermato che “per quello che ci riguarda l’impugnativa del governo non cambia assolutamente nulla. Noi andiamo avanti, e per quello che mi riguarda la mia posizione non cambia di una virgola e non cambierà”. La normativa regionale limita a due i mandati consecutivi per i presidenti di Regione. Resta da vedere adesso in che modo De Luca tenterà di forzare questa regola o se il governo interverrà per bloccare ogni eventuale deroga. La Campania si prepara quindi a un’elezione cruciale, forse più per il Partito democratico, con un acceso dibattito sul futuro della leadership regionale.

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PUGLIA: EMILIANO E IL RICAMBIO GENERAZIONALE

In Puglia, Michele Emiliano (Partito Democratico) è anch’egli al termine del secondo mandato, ma ha già annunciato la sua intenzione di non ricandidarsi. La sua scelta, motivata dal desiderio di garantire un ricambio generazionale, rappresenta un elemento distintivo rispetto ad altre Regioni. Questo apre la strada a una competizione per la sua successione, che coinvolgerà tanto il centrosinistra quanto il centrodestra.

VENETO: LO STOP A ZAIA, IL PESO DELLA LEGA E LE AMBIZIONI DI FDI

Il caso del Veneto è particolarmente complesso. Luca Zaia (Lega), attualmente al suo secondo mandato consecutivo, si trova in una posizione che formalmente impedirebbe la sua ricandidatura, a causa del limite dei due mandati. Una particolarità legislativa potrebbe consentirgli di concorrere nuovamente, dato che la norma regionale sui mandati è entrata in vigore solo nel 2015, salvaguardando il suo primo mandato iniziato nel 2010. Ma l’impugnativa del Governo alla legge campana rappresenta la pietra tombale anche per le ambizioni del governatore veneto.

La Lega si oppone fermamente a ogni ipotesi che possa mettere in discussione il controllo della Regione, considerando il Veneto un territorio strategico. Non mancano però le tensioni all’interno del centrodestra: Fratelli d’Italia, forte del consenso ottenuto nelle ultime elezioni politiche ed europee, potrebbe spingere per un proprio candidato. Come ha già fatto capire abbastanza esplicitamente anche negli ultimi giorni, con varie dichiarazioni dei suoi big locali. La partita resta aperta e sarà discussa ai tavoli nazionali.

MARCHE: CONTINUITA’ CON ACQUAROLI?

Nelle Marche, governate da Francesco Acquaroli (Fratelli d’Italia), il tema non si pone, essendo il presidente al termine del suo primo mandato. Tuttavia, il centrodestra sembra orientato a confermare la sua candidatura per garantire continuità amministrativa in una Regione che rappresenta un’importante roccaforte per la coalizione.

TOSCANA, LA SFIDA A UNO DEGLI ULTIMI FORTINI DEL CENTROSINISTRA

In Toscana, Eugenio Giani (Partito Democratico) è in corsa per un secondo mandato, ma la Regione resta uno dei principali obiettivi del centrodestra, che potrebbe sfruttare eventuali divisioni interne al centrosinistra. Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia cercheranno di mettere a punto una strategia unitaria per strappare alla sinistra una delle sue storiche roccaforti.

VALLE D’AOSTA: I LIMITI DEI MANDATI NELLA GIUNTA REGIONALE

In Valle d’Aosta, Regione autonoma con particolari regole di governance, il presidente Renzo Testolin e il vicepresidente Luigi Bertschy, entrambi dell’Union Valdôtaine, potrebbero essere esclusi dalla prossima Giunta, anche se eletti, a causa della legge regionale 21/2007 che limita i mandati consecutivi nelle cariche apicali. Questo tema ha già alimentato un acceso dibattito, con le opposizioni pronte a sfidare la maggioranza sul rispetto della normativa.

LOMBARDIA E FRIULI VENEZIA GIULIA: COSA FARANNO I LEGHISTI FONTANA E FEDRIGA?

In Lombardia e Friuli Venezia Giulia, rispettivamente guidate da Attilio Fontana e Massimiliano Fedriga, entrambi al loro secondo mandato, il tema del terzo mandato non è ancora attuale, poiché le elezioni in queste Regioni sono previste solo nel 2028. Il dibattito potrebbe emergere nei prossimi anni, soprattutto se i partiti decideranno di proporre modifiche normative per allentare i limiti vigenti.

Leggi anche: Elezioni regionali: dalla Campania al Veneto, dove (e chi) si voterà nel 2025

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