i vescovi a Biya, troppo vecchio per restare al potere

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Microcredito

per le aziende

 


Camerun: i vescovi a Biya. Basta ferire il paese. Troppo vecchio per restare al potere

Alcuni prelati cattolici hanno chiesto al presidente di non ricandidarsi alle elezioni di ottobre. Lo accusano di essere responsabile di anni di promesse non mantenute, povertà dilagante e sofferenze per il popolo. La Conferenza episcopale, seppur con toni più sfumati, si è unita alle critiche. Il regime ha reagito con minacce legali e difendendo la potenziale candidatura del suo leader

Alcuni vescovi cattolici del Camerun (e con toni più sfumati anche la stessa Conferenza episcopale) stanno spingendo il presidente Paul Biya a non cercare un altro mandato, in occasione delle elezioni presidenziali del prossimo 5 ottobre.

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

Nelle ultime settimane si sono alzate voci critiche nei confronti del presidente (92 anni il prossimo 13 febbraio e 42 al potere) e che mostrano come i prelati intendano svolgere un ruolo attivo nel portare un cambiamento politico nel paese.

Troppo vecchio per fare il presidente

Una presa di posizione importante a 10 mesi dalle presidenziali.

In dichiarazioni separate, i vescovi hanno citato la salute cagionevole e l’età avanzata del presidente, insieme ad anni di promesse non mantenute, tra le ragioni per cui Biya dovrebbe farsi da parte.

Il dinosauro africano

È, infatti, il capo di stato più anziano al mondo e il secondo più longevo del continente africano. Fa parte di un gruppo di “dinosauri” dell’Africa centrale che include Denis Sassou-Nguesso del Congo e Teodoro Obiang Nguema della Guinea Equatoriale. La stragrande maggioranza dei camerunesi non ha mai conosciuto nessun altro leader a parte Biya.

Ambiguo sulla sua ricandidatura

Che non ha ancora dichiarato formalmente la sua ricandidatura. Ma nel suo discorso di Capodanno alla nazione, ha lasciato intendere di voler ancora rimanere al potere.

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

«Posso assicurarvi» ha dichiarato in tv, «che la mia volontà di servirvi rimane salda e si rafforza di giorno in giorno, mentre affrontiamo le immense sfide che ci attendono. Ho ascoltato i vostri appelli e i vostri incoraggiamenti e rimango impegnato a servire la nostra amata nazione».

La prese di posizione di alcuni vescovi

Un’eventualità che spaventa alcuni uomini della gerarchia cattolica. Monsignor Yaouda Hourgo, vescovo della diocesi di Yagoua nel nord del paese, intervistato il 2 gennaio scorso su Équinoxe TV,  ha dichiarato: «Perché ci aspettiamo sempre che sia un candidato? Daresti a tuo nonno di 92 anni una zappa o un machete per mandarlo a lavorare nei campi? Quando è troppo è troppo».

Il giorno prima, in occasione della prima omelia del nuovo anno aveva denunciato che non si può soffrire più di così. «Il peggio non accadrà!»

Samuel Kleda, arcivescovo di Douala, ha espresso pure lui il suo scetticismo sulla rielezione di Biya. «Non è realistico. Siamo esseri umani. A un certo punto, lasciamo questo mondo, non possiamo fare miracoli», ha detto.

«Nemmeno il diavolo può infliggere tante sofferenze»

Durante la sua omelia a Ngaoundéré, il 1° gennaio, anche il vescovo Emmanuel Abbo ha assunto la stessa posizione riferendosi alle sofferenze dei camerunensi e agli abusi del sistema attuale: «Com’è possibile che l’appello disperato dei camerunensi non abbia spinto i leader di questo paese a porre fine alle [loro] sofferenze?»

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

Nemmeno il diavolo «può infliggere un dolore più grande alla gente di questo paese Ai camerunesi viene chiesto di astenersi dall’incitamento all’odio, ma dall’alto riceviamo parole di violenza, minacce e intimidazioni. Chi stiamo prendendo in giro?».

Ha poi parlato della «triste realtà dei giovani che vanno a scuola senza speranza di trovare un lavoro. Ha denunciato l’aggravarsi della povertà e il crescente divario tra ricchi e poveri. Ha condannato la classe politica per aver accumulato denaro nelle proprie case mentre i camerunesi comuni non riescono a provvedere ai propri bisogni primari».

Oltre il 23% dei camerunesi vive al di sotto della soglia di povertà

Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), oltre il 23% dei camerunesi vive al di sotto della soglia di povertà internazionale, pari a 2,15 dollari a persona al giorno. La povertà estrema potrebbe raggiungere il 25% entro il 2026, colpendo 8 milioni di persone.

La posizione della Conferenza episcopale

E quale è la posizione assunta ufficialmente dalla Conferenza episcopale locale? Riuniti a Buea dal 4 all’11 gennaio, i vescovi hanno citato i sogni svaniti e la mancanza di opportunità, denunciando ancora una volta gli eccessi dell’élite e il fallimento di un sistema incapace di offrire ai giovani un futuro dignitoso, giusto ed equo.

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

Le reazioni politiche

Il regime come ha reagito a questa selva di accuse che arriva da una Chiesa che ha un peso rilevante nel paese?

Gregoire Owona, ministro del lavoro e della sicurezza sociale ha accusato i vescovi di aver preso «posizioni politiche, senza analizzarne tutte le conseguenze».

Jacques Fame Ndongo, segretario per la comunicazione del partito al potere (il Raggruppamento democratico del popolo camerunese, Rdpc) ha ribadito ai vescovi che sbagliano a chiedere al presidente di farsi semplicemente da parte.

Ha detto che la Costituzione del Camerun e gli statuti del partito, insieme ai sostenitori della base, concedono a Biya il diritto di ricandidarsi. «Dire che Paul Biya non dovrebbe cercare un altro mandato è una questione di opinione», ha detto Fame Ndongo.

Chiedendo poi quali sarebbero «le argomentazioni oggettive (legali e politiche) avanzate da coloro che chiedono al presidente Paul Biya di prendersi un meritato riposo».

Il segretario generale della presidenza, Ferdinand Ngoh Ngoh, si è spinto a chiedere una posizione ferma contro i prelati. Non escludendo la possibilità di azioni legali e citazioni a comparire davanti alla polizia per i più ribelli.

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 

I precedenti

Un giornale autorevole come The Africa Report si chiede «fino a che punto si spingerà questa ribellione religiosa, spinta dal ricordo degli impegni passati di prelati come Joseph Mbassi, assassinato nel 1988; Engelbert Mveng, ucciso nel 1995; Apollinaire Clément Fopa, ucciso nel 2015; Yves Leroy, scomparso nel 2018; e Benoît Balla, trovato morto nel 2017?»





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese