Sensori, IoT e produzione industriale tra le startup italiane al CES 2025 | CES 2025

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Sono ben nove le startup che partecipano alla missione italiana al CES 2025, organizzata e supportata da ICE e da Area Science Park, che si occupano di sensori, IoT e manifattura. Sono 221e, 3dnextech, AI4IV, èlevit, EMC Gems, Mathclick, Proke, Sensor ID e Truesense.

Tra queste startup, ce ne sono alcune che rientrano nella definizione della cosiddetta “deep tech”, ovvero la tecnologia “di base”: sono 221e, AI4IV ed EMC Gems, che producono i sensori e il software su cui si basa la rivoluzione dell’industria 4.0 e oltre. Vista l’importanza che questo tipo di tecnologia ricopre, e visto che è sul “deep tech” che si basano gli avanzamenti tecnologici più significativi, Area Science Park si sta focalizzando proprio su di esso e per questo ci sono molte startup in questo elenco che si occupano proprio di questo ambito.

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221e: i dati oltre i sensori

Uno dei temi emersi negli ultimi anni è quello della necessità non solo di raccogliere i dati, ma anche di combinarli per ottenere un quadro complessivo. 221e si occupa proprio di questo, con un’offerta hardware basata sui sensori e una software basata sull’intelligenza artificiale che combina i dati raccolti con i sensori.

Questi ultimi sono impiegabili in diversi ambiti: ad esempio, Muse è un sensore indossabile; NeuraTrack consente di localizzare oggetti e veicoli anche sulle lunghe distanze grazie a LoRaWAN; Mitch è un sensore indossabile pensato per la ricerca scientifica e i test clinici. A questi sensori si affianca poi la piattaforma software di 221e, che consente di combinare i dati e analizzarli usando l’IA per ottenere un quadro complessivo.

221e è arrivata seconda nella competizione Startup Marathon nel 2022 ed è entrata a far parte del programma Primo Innovare dello stesso anno.

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3dnextech migliora la finitura nella stampa 3D

Uno degli indubbi vantaggi della stampa 3D è che consente di risparmiare materiale in misura significativa: dato che viene usato solo quanto effettivamente necessario per fabbricare i pezzi, senza gli scarti dovuti allo stampaggio, c’è un risparmio di materiale e di costi. Uno dei problemi, però, sta nella finitura: la resa è infatti meno esteticamente accattivante rispetto all’uso di stampi proprio per via della modalità di funzionamento delle stampanti 3D.

3dnextech ha sviluppato una tecnologia che prevede l’uso di solventi gassosi che ammorbidiscono lo strato esterno dei pezzi stampati in 3D e riescono così a renderlo più uniforme e simile alla finitura dei pezzi prodotti tradizionalmente. L’azienda aveva già partecipato al CES 2024.

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AI4IV: la visione artificiale neuromorfica

La visione artificiale è un ambito molto “caldo” grazie all’avvento dell’IA, che può ora riconoscere con molta più facilità quanto viene ripreso dalle telecamere. AI4IV ha sviluppato dei sensori che, secondo la startup dell’udinese, sono in grado di superare i limiti di quelli attualmente presenti sul mercato.

La differenza principale starebbe nella loro capacità di preservare i dettagli e di operare in qualunque condizione di luce, fatto che consente agli algoritmi di lavorare con molti più dati. E proprio questo è il secondo punto dell’offerta di AI4IV: la piattaforma di elaborazione dei segnali, che usa un approccio neuromorfico, ovvero modellato sul funzionamento del cervello umano.

La startup è al suo secondo CES: aveva infatti già partecipato all’edizione del 2024.

èlevit: il vetro per le interfacce touch

èlevit è una startup bolognese specializzata nella produzione di interfacce touch basate sul vetro: in altri termini, si occupa di sviluppare e produrre tastiere e pulsanti touch che sfruttano il vetro come base.

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L’uso del vetro rende possibile una personalizzazione pressoché illimitata, sia nelle forme sia nei colori: è infatti possibile produrre tastiere e tasti di qualunque forma, dimensione e colorazione, partendo dai comandi al volante di un’automobile per arrivare fino alle pulsantiere per regolare il funzionamento di un impianto di domotica. L’azienda aveva partecipato a Startup Marathon 2024.

EMC Gems: sensori e simulazione per l’industria e oltre

Si parla molto di “gemelli digitali”, di monitoraggio delle infrastrutture e degli impianti produttivi, e di manutenzione predittiva, ma tutte queste attività hanno alla propria base i sensori: EMC Gems produce proprio sensoristica per monitorare macchinari e componenti elettromeccanici. Nello specifico, l’azienda produce encoder induttivi che sostituiscono i sensori ottici e magnetici, riducono i costi e aumentano l’accuratezza.

Ma non è tutto qui: EMC Gems offre infatti anche software per la simulazione dei campi elettromagnetici all’interno dei circuiti: ciò consente alle aziende di testare i progetti senza la necessità di produrre dei prototipi fisici, fatto che consente loro di risparmiare significativamente.

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La startup lavora con IP4FVG, l’hub di innovazione digitale del Friuli Venezia Giulia, e ha seguito un percorso di internazionalizzazione con EEN, l’Enterprise Europe Network.

Mathclick: i sensori e l’IA per l’acqua

Il nome Mathclick può trarre in inganno, ma la startup di Pisa non si occupa di matematica: si occupa di sviluppare sensori in grado di rilevare le proprietà chimico-fisiche dell’acqua, come il pH, la concentrazione di ossigeno e quella di CO2, la temperatura e altre ancora.

I dati raccolti vengono inviati al cloud, dove la piattaforma d’intelligenza artificiale di Mathclick li elabora: i risultati sono utili in moltissimi ambiti, da quello agricolo fino a quello industriale.

Proke: le misure sartoriali davvero su misura

Sbagliare, si sa, è umano. Capita anche nell’ambito della sartoria, dove è facile sbagliare nel prendere le misure, col risultato che i capi non rispondono poi alle esigenze dei clienti. Proke ha sviluppato un sistema per prendere le misure in maniera automatica, così da ridurre al minimo la possibilità di errore.

Tramite una speciale tuta e una tecnologia che sfrutta la fotocamera di qualunque smartphone, Proke consente di prendere misure accurate e precise: l’azienda afferma che l’errore è al massimo dello 0,5% (ovvero mezzo centimetro per ogni metro). Il tutto con un processo molto più facile e veloce di quello tradizionale, e impiegabile anche a distanza.

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Sensor ID: i lettori RFID per l’IoT

Molte delle funzionalità delle cosiddette “smart city” e delle “smart factory” si basano sull’impiego di lettori RFID: grazie a essi è infatti possibile trasmettere informazioni a distanza, ad esempio per gestire i colli in un magazzino o i cassonetti dei rifiuti con identificativi personali o condominiali.

Sensor ID è una realtà specializzata proprio nella produzione di lettori RFID in diverse varianti. Troviamo infatti: lettori fissi, ad esempio per i magazzini; lettori veicolari, ad esempio per i muletti; lettori indossabili, per gli operatori; infine, lettori da scrivania, per gli uffici.

Truesense: i sensori a banda ultra-larga che rispettano la privacy

Sono moltissimi i possibili modi di rilevare la presenza di oggetti o persone; il metodo impiegato da TrueSense si basa sull’uso di segnali a banda ultra-larga (ultra-wide band, da cui l’acronimo UWB) che consentono anche di effettuare la localizzazione.

La tecnologia dell’azienda può dunque essere impiegata per controllare gli accessi, localizzare le persone all’interno degli ambienti od ottenere dati sulla posizione di vari dispositivi. Ad esempio, è possibile usare Mate Pro, il radar UWB di TrueSense, per rilevare presenza, respirazione e possibili cadute dei pazienti in un ospedale senza basarsi sulle riprese delle telecamere e, pertanto, rispettando la loro privacy.

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