Elisabetta Belloni si dimette dalla guida dei servizi segreti, in corsa per la successione Valensise o Figliuolo: cosa succede ora

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L’ambizione di tornare al mestiere di una vita, la diplomazia, con un incarico di peso in Europa. Oppure le tensioni all’interno dell’intelligence e le incomprensioni con l’Autorità delegata Alfredo Mantovano, la fiducia venuta meno con la premier Giorgia Meloni? O ancora la gestione del delicatissimo caso di Cecilia Sala fra Palazzo Chigi e le agenzie degli 007? 

Elisabetta Belloni si dimette dalla guida dei servizi segreti dal 15 gennaio: «Ho preso questa decisione, non c’è un altro incarico»

Le dimissioni

Cosa ha convinto Elisabetta Belloni, direttrice del Dis, l’ambasciatrice nominata da Mario Draghi a capo dei Servizi segreti, confermata da Giorgia Meloni con un rapporto di fiducia cresciuto nei mesi, a rassegnare le dimissioni? Dal 15 gennaio Belloni lascerà l’incarico. Non è un fulmine a ciel sereno. La decisione, come ha anticipato Repubblica, era stata riferita direttamente alla presidente del Consiglio e a Mantovano in un vertice a Palazzo Chigi sotto Natale, il 23 dicembre. E anche a Piazza Dante, il quartier generale romano dei Servizi, il passo di lato di “Madame 007” era nell’aria da un po’. Eppure ha l’effetto di una scossa sismica nell’ambiente. Anzitutto perché si apre subito, e con tempi ancora più rapidi di quanto avrebbe sperato Meloni, la corsa alla successione. 

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Il caso Sala

In un momento sensibilissimo per l’intelligence, alle prese con una intricata trattativa per riportare Cecilia Sala in Italia dal carcere dove è isolata dallo scorso 19 dicembre. Che ha segnato gli ultimi giorni di Belloni al Dis. Delusa dal modo in cui è stata gestita l’emergenza da parte di Palazzo Chigi, di fatto tenendola fuori dalla cabina di regia a differenza degli altri due direttori delle agenzie, Aise e Aisi.

La successione

Meloni ora dovrà scegliere in fretta. Fra i nomi in pista c’è quello di Francesco Paolo Figliuolo, generale graduato già a capo della task force per i vaccini anti-Covid con il governo Draghi, poi del Comando operativo vertice interforze (Covi), commissario per l’alluvione in Emilia-Romagna. Da mesi le voci su un suo avvicendamento con Belloni si rincorrono. E hanno ripreso a galoppare dopo la recente nomina come vicedirettore del Dis. Ma non è detto che sia lui a spuntarla.

Ci sono altri nomi in campo. E un precedente che non permette di dare per scontata la promozione: il cortese ma secco diniego all’offerta di guidare la Protezione civile. Crescono le quotazioni di Bruno Valensise, direttore dell’Aisi, uomo con una lunga esperienza nell’intelligence alle spalle, «la soluzione più naturale» spiega un ministro di peso. Al suo posto, alla guida dell’Agenzia interna, dovrebbe andare Mario Cinque, generale che ha sfiorato la nomina a Comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, poi affidata a Salvatore Luongo. Gli altri nomi che circolano per il dopo Belloni guardano quasi tutti all’ambito militare. È della schiera Giovanni Caravelli, direttore dell’Aise, l’agenzia per la sicurezza esterna, generale apprezzato trasversalmente ai piani alti del governo. In primissima linea nella vicenda Sala dove gli 007 dell’Aise per ovvie ragioni hanno il pallino in mano. E questo protagonismo – con il Dis tenuto un passo indietro da Mantovano – potrebbe aver contribuito, raccontano, ad accentuare i malumori dell’Ambasciatrice ora sull’uscio. 

Gli ultimi giorni

Ai piani alti del governo negano tensioni, anche se più fonti riferiscono una fiducia venuta meno con la stessa premier negli ultimi tempi. Ieri l’ex segretaria generale della Farnesina ha smentito le ricostruzioni che la vogliono in rampa di lancio per un importante incarico europeo al fianco di Ursula von der Leyen. La presidente della Commissione con cui ha costruito un rapporto personale nell’ultimo anno grazie all’incarico di Sherpa G7 e alle tante missioni fianco a fianco di Meloni. L’ipotesi viene «auspicata» da prime file del governo. Il totonomi, ancora. Occhi puntati anche sul prefetto di Roma Lamberto Giannini e su Vittorio Rizzi, il numero due dell’Aisi. La decisione è attesa a giorni. L’era Belloni a Piazza Dante intanto si chiude qui. 

Elisabetta Belloni, chi è la veterana della Farnesina e prima donna a capo dell’intelligence italiana: gli studi, le lingue, la carriera

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