Salvare l’automotive come il lavoro durante il Covid: Tridico rilancia il Sure da 100 miliardi

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“La Gigafactory è un’opportunità unica per trasformare il Molise e Termoli nella capitale dell’elettrico in Italia, ma è necessario un impegno reale per superare lo stallo attuale.” Con queste parole, Pasquale Tridico, europarlamentare del Movimento 5 Stelle e docente universitario di economia politica, ha sintetizzato l’importanza del progetto industriale Stellantis, sfumato e appeso a vaghe rassicurazioni agganciate al mercato, durante l’incontro pubblico organizzato oggi a Termoli dal M5S Molise. Al centro del dibattito, la crisi dell’automotive e il destino della Gigafactory di Stellantis, ritenuta fondamentale e imprescindibile per il futuro economico del Molise e del sud Italia.

Tridico, già presidente dell’INPS, ha una lunga esperienza nelle politiche economiche e sociali. Durante il suo mandato all’INPS, ha guidato importanti riforme, tra cui l’introduzione del Reddito di Cittadinanza. Attualmente è impegnato a livello europeo per promuovere strategie di sviluppo sostenibile e tutela dei lavoratori, con un focus sulla transizione ecologica e sull’innovazione industriale.

Oggi a Termoli, nella sala de La Vida, nel corso dell’incontro moderato dall’ex consigliere regionale pentastellato Valerio Fontana, ha colto l’occasione per rilanciare una proposta di respiro europeo: un fondo Sure Automotive da 100 miliardi di euro, concepito per affrontare la crisi del settore automobilistico con lo stesso approccio collettivo adottato durante la pandemia di Covid-19. “Abbiamo presentato un emendamento al Parlamento europeo per sostenere l’intero comparto. Questa crisi non riguarda solo l’Italia: in Germania Volkswagen ha chiuso tre stabilimenti, in Belgio Audi ha fermato la produzione, mentre problemi simili si registrano in Francia e Spagna. Serve un intervento straordinario per evitare il tracollo di un settore strategico”.

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Il fondo, ha spiegato l’europarlamentare, non si limiterebbe a fornire supporto finanziario alle imprese, ma includerebbe incentivi per ricerca e sviluppo, una riduzione dell’IVA sui veicoli elettrici e investimenti nella mobilità pubblica. “È fondamentale sostenere non solo l’offerta ma anche la domanda, e garantire che i lavoratori siano protetti. Gli aiuti devono essere condizionati al mantenimento dei livelli occupazionali, evitando licenziamenti”.

Ha poi equiparato la crisi dell’automotive alla pandemia di Covid-19: “Durante la pandemia, l’Europa ha mobilitato 700 miliardi di euro attraverso il Next Generation EU, permettendo ai Paesi membri di affrontare un’emergenza senza precedenti. Oggi dobbiamo fare lo stesso per l’industria automobilistica. La crisi attuale ha radici profonde, ma le sue conseguenze sono altrettanto devastanti. Solo un piano straordinario europeo può garantire una ripresa stabile e sostenibile”.

In agenda anche la necessità di una transizione energetica ambiziosa e coordinata: “Le date per la transizione verso l’elettrico, fissate al 2035 e al 2050, devono essere rispettate. Cambiarle non risolverà i problemi, ma rischierebbe di accumulare un ritardo insostenibile rispetto a Paesi come Cina e Stati Uniti” ha detto Tridico, che ha sottolineato come Stati Uniti e Cina abbiano già adottato piani strategici di lungo termine, mobilitando risorse enormi per guidare la rivoluzione del settore. “L’Europa deve fare altrettanto. Pensare che il mercato possa risolvere da solo queste sfide è un’illusione”.

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Accanto alla visione europea di Tridico, il consigliere regionale del M5S, Roberto Gravina, ha concentrato l’attenzione sulle responsabilità nazionali e locali. “La Gigafactory è una questione di sopravvivenza per il Molise e per le regioni limitrofe. Parliamo di un progetto che potrebbe coinvolgere direttamente 1.800 lavoratori e trasformare Termoli in un polo industriale strategico per la transizione elettrica. Eppure, è tutto fermo, senza certezze sulle tempistiche e con il rischio concreto di perdere questa opportunità” ha spiegato Gravina che non ha risparmiato critiche alla gestione regionale e nazionale della crisi. “L’inerzia del Governo e della Regione Molise è inaccettabile. Stellantis ha ricevuto incentivi pubblici per centinaia di milioni di euro, ma ad oggi non esiste un piano chiaro per il futuro dello stabilimento. La Regione ha avanzato proposte generiche, come l’uso di fondi FSC, ben sapendo che queste risorse non possono compensare quelle revocate dal PNRR. Questo approccio è superficiale e miope“.

Gravina ha anche ricordato l’importanza di una visione strategica che vada oltre le polemiche politiche: “Negare che la transizione verso l’elettrico sia un processo irreversibile significa negare la realtà economica globale. Non possiamo permetterci di rimanere indietro mentre Paesi come la Cina sono pronti a invadere il mercato europeo con veicoli elettrici a basso costo”.

Il destino di Termoli è legato alla gigafactory, e Gravina lo ha ribadito evidenziando che “la gestione regionale della crisi legata alla Gigafactory è stata superficiale e improvvisata. Il presidente della Regione, Francesco Roberti, si è limitato a dichiarazioni frettolose e grossolane, proponendo di finanziare interventi con fondi FSC, pur sapendo che le risorse regionali non sarebbero sufficienti a compensare quelle revocate dal PNRR”.

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“Il Molise merita maggiore rispetto e competenza. Da un governo nazionale che parla di patriottismo industriale ci aspettavamo scelte più incisive a difesa di un progetto cruciale come la Gigafactory”. Quindi il grande interrogativo che nessuno, al momento, ha ancora sciolto:

“Cosa accadrà ai lavoratori di Stellantis a Termoli da qui al 2025? La chiusura di alcune linee produttive è già in corso e il reparto cambi è stato dismesso l’anno scorso. La sopravvivenza dello stabilimento nelle more della conversione è una priorità assoluta”. Nel corso degli interventi, fra i quali diversi sindacalisti, si è trattato il timore per l’assenza di un piano industriale chiaro: “Non abbiamo certezze su quali motori saranno prodotti e se lo stabilimento sarà traghettato verso un modello industriale sostenibile”.

“Credere nella Gigafactory come unica soluzione per il futuro industriale di Termoli e del Molise è un passaggio obbligato” la sintesi del consigliere regionale. Tridico ha acceso i riflettori sulla industria e sul suo legame con l’Italia: “Abbiamo appena approvato una manovra da 30 miliardi di euro che riempie le tasche dei più ricchi con flat tax e agevolazioni fiscali, ma non siamo stati in grado di trovare 200 milioni per garantire l’investimento della Gigafactory a Termoli. Eppure si tratta di un progetto cruciale, una pietra miliare per la transizione elettrica e il futuro industriale del nostro Paese. È assurdo rinunciare a un progetto strategico per il sud Italia e per l’intero settore automotive. Preferiamo misure che aumentano le disuguaglianze anziché puntare su opportunità di sviluppo e sostenibilità. La transizione elettrica non è un’opzione, è una necessità. Ogni ritardo ci fa perdere terreno rispetto a Paesi come la Cina, che corrono su questa strada a velocità doppia”.

 

Per questa ragione “Cambiare la scadenza del Green Deal al 2035 non risolve nulla,” ha proseguito Tridico, alzando il tiro. Quello che ci serve davvero è una visione industriale forte, che spinga l’Italia e l’Europa a investire risorse significative per raggiungere gli obiettivi della transizione ecologica. Siamo di fronte a un cambiamento paragonabile all’invenzione della macchina a vapore, un momento che accade ogni 100-150 anni e che può ridefinire la storia del capitalismo.”

Con parole incisive, Tridico ha sottolineato il ruolo dell’Italia: “Non siamo Cipro o Malta. Siamo una nazione di 60 milioni di abitanti, e un Paese di questa dimensione non può reggersi sul turismo o sui servizi di bassa qualità. Dobbiamo puntare sui servizi ad alto valore aggiunto” ha precisato, ricordando il passato industriale dell’Italia, frutto di investimenti pubblici mirati. “La Cassa del Mezzogiorno ha creato poli industriali come Melfi e Pomigliano, rendendoli tra i più produttivi del Paese. Oggi, invece, queste eccellenze rischiano di essere delocalizzate per l’assenza di politiche industriali adeguate”.

Tridico ha poi citato due modelli di riferimento: “Gli Stati Uniti, simbolo del liberalismo, stanno investendo un trilione di dollari nella transizione ecologica, con incentivi come le tax credit. La Cina, intanto, sta conquistando il mercato con auto elettriche grazie a un piano di lungo termine. E noi? Noi disperdiamo risorse in settori che non creano occupazione di qualità”.

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La sintesi: Italia ed Europa devono agire subito, puntando su innovazione e qualità, per non restare ai margini di questa rivoluzione globale.

L’incontro si è concluso con un appello alla cittadinanza e alle istituzioni. “Il futuro industriale di Termoli e del Molise passa dalla Gigafactory. Non possiamo permettere che questa opportunità venga sprecata per mancanza di visione o di coraggio politico. La mobilitazione deve continuare, coinvolgendo cittadini, sindacati e amministrazioni locali”,

L’evento ha visto una partecipazione attiva, con interventi da parte di rappresentanti sindacali e lavoratori, che hanno espresso preoccupazione per l’incertezza sul futuro dello stabilimento di Stellantis. L’auspicio, condiviso da tutti i presenti, è che le proposte emerse non rimangano solo parole, ma si traducano in azioni concrete per garantire sviluppo e occupazione in un territorio che rischia di essere ulteriormente marginalizzato.

 





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