I satelliti europei Iris2 e Starlink di Elon Musk: due sistemi a confronto

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“Di sicuro l’Italia farà parte del progetto Iris2”, ha affermato oggi un portavoce della Commissione Europea dopo le indiscrezioni di Bloomberg in merito all’accordo tra l’Italia e SpaceX di Elon Musk per le telecomunicazioni governative sicure e servizi internet con banda ultralarga. Iris2 è il terzo programma di punta dell’Ue, dopo Galileo (navigazione satellitare) e Copernicus (monitoraggio ambientale). Se ne parla come della “risposta dell’Europa” al sistema satellitare di Elon Musk Starlink.

Musk negli ultimi 10 anni ha inviato in orbita intorno alla Terra oltre 7mila satelliti per offrire Internet dallo Spazio ai privati e ai governi, anche per scopi militari. Questo servizio è disponibile in Europa, già operativo, tanto che il tycoon anche oggi ha twittato: “Pronti a fornire all’Italia la connettività più sicura e avanzata!”. 

L’immediatezza della disponibilità non è irrilevante in questa partita. L’Europa non può in questa fase storica permettersi tempi lunghi su una questione strategica così delicata, dall’altra parte gli Stati membri non possono rischiare di affidarsi a un operatore extraeuropeo come Starlink che potrebbe in qualunque momento disattivare o convertire la propria infrastruttura

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La Commissione Europea vorrebbe fare a meno per le comunicazioni governative e di sicurezza dei sistemi di Musk, e per questo ha firmato il contratto di assegnazione della gestione del progetto satellitare Iris2 ad alcune delle più importanti società spaziali europee, per un investimento stimato in 6,5 miliardi di euro, finanziato per circa due terzi dalle istituzioni europee. Solo che Iris2 non sarà realmente operativo prima del 2029/30

Inoltre di possibili accordi tra Musk e l’Italia per il servizio satellitare Starlink, in particolare per inserirlo nei progetti sulla banda ultralarga, a integrazione della copertura di Tim e Open Fiber, si parla da mesi. È Open Fiber la concessionaria dello Stato per la copertura in ultrabroadband delle aree bianche, cioè quelle considerate a fallimento di mercato, ed è una delle due società, l’altra è Tim, vincitrici dei due bandi nell’ambito del “Piano Italia 1 Giga” per coprire le aree grigie, quelle a parziale fallimento di mercato. Il progetto rientra nei piani di intervento pubblico della Strategia italiana per la Banda Ultra Larga, finanziato e promosso dal Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio grazie ai fondi del Pnrr, e attuato dalla società statale Infratel Italia. Un piano che attualmente sta arrancando e che mette a rischio i fondi del Pnrr

Che cos’è Iris2 nel dettaglio

Il progetto è stato ufficialmente avviato con la firma di un contratto di concessione da 10,6 miliardi di euro lo scorso anno. Iris2 (acronimo di “Infrastructure for resilience, interconnectivity and security by satellite”) sarà una costellazione composta da 292 satelliti per fornire comunicazioni “sicure, affidabili e resilienti” ai governi dell’Unione europea. La particolarità è che i satelliti saranno posizionati in parte su orbite terrestre basse (264 in bassa quota e 10 in alta quota) e in parte in orbita terrestre media. Gli apparati saranno interconnessi, in modo che la loro disposizione non renda necessario averne migliaia in orbita bassa come accade con Starlink. L’orbita geostazionaria sarà invece coperta dalla costellazione GOVSATCOM, il cui lancio è previsto a partire dal 2026.

Il contratto firmato a Bruxelles riguarda una concessione di 12 anni. Il primo lustro servirà per la costruzione dell’infrastruttura, con il lancio inaugurale fissato per il 2029 e l’operatività per il 2030-2031.

L’obiettivo del progetto affidato al consorzio SpaceRise, che riunisce operatori satellitari leader in Europa (SES, Eutelsat e Hispasat) e grandi aziende come Telespazio, Airbus e Thales, è fornire connettività sicura per governi, aziende e cittadini, compresa la banda larga ad alta velocità nelle aree meno coperte. La costellazione sarà multiorbitale, con satelliti in orbita bassa, media e geostazionaria, e integrerà un sistema crittografico avanzato per resistere a minacce cyber e radiofrequenza. Questo approccio permetterà all’Europa di rispondere a sfide critiche, come il sabotaggio delle infrastrutture di comunicazione, già verificatosi nei Paesi Baltici e in altre regioni.
 

Iris2 prevede una partnership pubblico-privata, con finanziamenti provenienti dal bilancio dell’Ue (6 miliardi), dall’Agenzia Spaziale Europea (550 milioni) e da investimenti privati (4,1 miliardi). I centri di controllo saranno situati in Italia (Fucino), Francia (Tolosa) e Lussemburgo.
Oltre agli Stati membri dell’Ue, paesi come Norvegia e Islanda hanno già aderito al programma, mentre sono in corso negoziati con Regno Unito, Giappone, Corea del Sud e Australia per eventuali collaborazioni commerciali. Nella sostanza Iris2 non vuole essere soltanto la risposta europea a Starlink di Elon Musk, ma un pilastro della sovranità tecnologica dell’Ue.
 

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