“Ogni progetto è opportunità per crescere insieme per chi arriva e per chi resta. Mentre le antiche pietre continuano a raccontare il passato”
Al Monastero di Sant’Erasmo, come spiega una nota non priva di orgoglio, viene custodito “il lascito della Regola di San Benedetto, con il suo ‘Ora et labora’, un modello di organizzazione che ha ispirato secoli di sapere e produttività”. E che in quel di Veroli consente di mettere a terra idee, strategie e progetti che poi in quelle mura risultano affinati. Il monastero è un bene della Diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino, sotto la guida di monsignor Ambrogio Spreafico.
Rappresenta “un punto di riferimento per l’alta formazione e l’ospitalità. Da quattro anni, i Master in Project Management e Innovation Management hanno trasformato il Monastero in una fucina di idee, competenze e relazioni, unendo passato e futuro in un dialogo fecondo”.
Radici antiche, visione contemporanea
Che significa? Che in quel posto austero ed accogliente temi come il turismo sostenibile e le nuove vie per realizzarlo non vengono solo declinati, ma messi a progetto. Come con l’alta formazione della AMPM Business School. E con percorsi “che non si limitano a trasmettere competenze manageriali, ma si intrecciano con l’essenza del luogo, offrendo ai partecipanti un’esperienza di crescita che supera le aspettative accademiche”.
Il Giubileo è ormai qui, la transizione ecologica è per certi versi ancora dogma inconciliabile con le dinamiche dei territori e servono punti di giunzione. “La cosa che più colpisce – racconta un partecipante al Master- è sentirsi subito a casa. Qui, non si è solo discenti, si è parte di una comunità.”
Giubileo, Green Deal ed altri snodi
Ed a tal proposito è stato propri Marco Arcuri, ideatore della AMPM Business School, a spiegare perché quel connubio tra storia, silenzio e feracità intellettuale funziona davvero. “Sant’Erasmo non è un luogo neutro, è un luogo che lascia il segno. Chi frequenta il Master porta a casa qualcosa che va oltre le competenze. Un’esperienza umana unica, fatta di relazioni autentiche e di una connessione profonda con il territorio.”
Dal canto suo Pietro Di Alessandri, Sales and Marketing Manager del Monastero, ha spiegato: “Abbiamo voluto creare un modello di ospitalità che andasse oltre il semplice soggiorno”. Perciò “il payoff del Monastero, ‘Da 1400 anni fuori dal tempo’, esprime perfettamente ciò che offriamo: un’esperienza che va oltre il quotidiano, dove passato e futuro si incontrano in un equilibrio che ispira. Il turismo qui non è mai stato solo accoglienza, ma una relazione profonda. Portiamo persone, idee e nuove prospettive, ma sempre nel rispetto delle radici e dell’identità del luogo.”
Ma c’è un modello di riferimento che possa mettere storia e mistica a servizio delle sfide future che sono già presenti? Sta tutto condensato nei valori dell’Economy of Francesco. Quelli che puntano a promuovere “un’economia più umana e sostenibile, dove ogni iniziativa genera valore per le persone e il territorio”.
L’economia del Poverello di Assisi
Lo scopo è quello di creare una comunità con target e condizioni spirituali di partenza che siano condivise. Ed in questo modo da mettere a terra idee che non siano solo il prodotto dell’estemporanea validazione di alcuni concetti.
Bensì di far diventare gli stessi talmente radicati e corali che poi, una volta applicati fuori dal contesto “scolastico” generino modelli effettivi, non code didascaliche che al più fanno “curriculum” in qualche obsoleto file aziendale. Come chiosa la nota: “un Master AMPM al Monastero di Sant’Erasmo non è solo un corso di formazione. È un cammino che intreccia storie, volti e luoghi, creando un’eredità condivisa”.
“Qui ogni progetto è un’opportunità per crescere insieme, per chi arriva e per chi resta. E mentre le antiche pietre continuano a raccontare il passato, chiunque le incontri contribuisce a scrivere un futuro che sa di bellezza, autenticità e umanità”.
E di economia sostenibile nella misura in cui è reale.
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