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Con il risultato di 312 grandi elettori a 226, Donald Trump si è aggiudicato la Casa Bianca sconfiggendo la rivale democratica Kamala Harris.
Il Tycoon alle due di notte (americane) di mercoledì 6 novembre, ha tenuto a Mar-a-Lago il discorso della vittoria elettorale, proclamandosi, quarantasettesimo Presidente degli Stati Uniti.
Dal punto di vista formale, però, Trump si insedierà solamente il 20 gennaio, dopo il giuramento alla Nazione: il periodo che intercorre fino a quella data viene definito “di transizione” ed è fondamentale per garantire la continuità e l’efficienza dei poteri dell’esecutivo.
In questo articolo, vista l’attualità del tema, verrà analizzato con chiarezza il funzionamento e le modalità della procedura di transizione dei poteri presidenziali.
I protagonisti della transizione
Innanzitutto, è necessario sapere che la Costituzione americana non fornisce indicazioni sulle modalità di svolgimento della transizione presidenziale; pertanto, sarà compito dell’amministrazione entrante e di quella uscente intraprendere adeguate azioni per favorire il passaggio della carica.
Di norma, è un team di collaboratori del Presidente eletto, anche detto “transition team” ad occuparsi di tutti gli aspetti organizzativi, logistici e di intelligence per evitare possibili fughe di informazioni.
Il team, nel dettaglio, svolge i seguenti compiti:
- selezionare il personale amministrativo-burocratico di supporto alle figure chiave, quali segretari dei vari dipartimenti e lo stesso Presidente
- fornire briefing e intelligence al Presidente e al suo “Cabinet” ricevuti dall’amministrazione uscente, in merito alle questioni di sicurezza nazionale (se autorizzati) e alle politiche in corso nei vari dipartimenti
- aiutare il Presidente a pianificare le priorità politiche facilitando la comunicazione tra i membri della nuova e della vecchia amministrazione
- organizzare il trasferimento del nuovo personale negli uffici vuoti della Casa Bianca e in altri edifici governativi, senza intralciare l’amministrazione uscente (in quanto ancora al potere formalmente)
- prendere contatto con la stampa
Uno dei compiti impliciti, ma vitali, del “transition team” è dunque quello di cooperare con l’amministrazione precedente: il governo uscente, infatti, non deve risultare indebolito dalla transizione, anzi, deve poter svolgere efficacemente le sue funzioni anche in quel contesto, soprattutto in caso minaccia alla sicurezza nazionale; d’altro canto, le figure in entrata devono essere poste in condizione di operare efficientemente sin dal primo giorno di mandato.
A garantire tutto ciò e a coadiuvare gli staff delle due amministrazioni nel 1949 è stata fondata un’agenzia governativa indipendente: la General Service Administration, abbreviata GSA, la quale rilascia i fondi necessari per coprire le spese di trasporto, postali, burocratiche e quelle relative alla cerimonia d’insediamento. Inoltre, finanzia le assunzioni di personale di supporto, come segretari ed impiegati: le modalità e le cifre sono stabilite in accordo con il “transition team”, mentre le tempistiche vengono decretate arbitrariamente dall’agenzia.
Ad esempio, nel 2020, il costo totale (adeguato al corrente tasso di inflazione) per i servizi di transizione sostenuto dalla GSA, e coperto dai fondi federali, è stato di 34,6 milioni di dollari. Ad essi si aggiungono anche i contributi privati, ovvero alcune delle donazioni ricevute dal comitato elettorale del candidato vincitore stanziate a tale scopo.
Il supporto della GSA, però, non è meramente economico, in quanto si occupa di formare i nuovi segretari delle agenzie federali, fornire loro le autorizzazioni di sicurezza in collaborazione con l’FBI e più in generale di pianificare gli aspetti più formali della transizione che vedremo in seguito.
Le tappe fondamentali della transizione
Nello specifico, però, la pianificazione della transizione inizia addirittura l’anno precedente a quello elettorale: infatti, al termine delle elezioni, si concretizza solo l’ultima, seppur delicata, fase di questa complessa procedura.
Vediamo alcuni passaggi fondamentali:
- un anno prima delle elezioni la GSA produce un primo rapporto che descrive e riassume le modalità della successiva transizione e abbozza un primo budget di riferimento
- sei mesi prima delle elezioni:
- il Presidente in carica istituisce un consiglio di coordinamento della transizione della Casa Bianca di cui fanno parte anche l’amministratore della GSA e i capi dei team di transizione dei candidati: tutti gli accordi e le decisioni più importanti devono essere deliberati da quest’organo
- ogni agenzia federale designa un dipendente di carriera senior per supervisionare le attività di transizione e successivamente di formazione
- dopo le Convention:
- il capo del consiglio di coordinamento della transizione prende contatto con il Senato ed il Congresso, per questioni inerenti alla sicurezza interna e per sbloccare i fondi
- entro il 1° settembre la GSA stipula gli accordi con i candidati per quanto riguarda i servizi di supporto elencati nel paragrafo precedente
- entro il 15 settembre i responsabili delle agenzie garantiscono l’esistenza dei piani di successione per i nuovi segretari
- entro il 1° ottobre la GSA negozia i protocolli di intesa con i team di transizione per poter ottenere adeguato supporto informativo: in questa fase si stipula il piano etico che impone un codice di condotta da far rispettare al nuovo staff esecutivo e l’FBI viene incaricato di condurre verifiche sulle successive nomine politiche
- entro il 1° novembre il consiglio assicura la preparazione di materiale informativo (briefing sulle politiche in corso, sulle questioni di sicurezza nazionale…)
- dopo le elezioni (se viene eletto un nuovo Presidente):
- GSA inizia a fornire nel concreto spazi per uffici alla Casa Bianca e i servizi di supporto al Presidente eletto
- viene consegnato al Presidente eletto un briefing classificato sulle minacce alla sicurezza nazionale
- inizio delle attività di formazione e orientamento per i futuri candidati presidenziali (tipicamente finanziate dal Congresso per l’anno fiscale in cui cade la transizione)
- GSA organizza la graduale uscita dell’amministrazione precedente (tempistiche, modalità e politiche di minimizzazione dei costi)
- La cerimonia di insediamento (20 gennaio dell’anno successivo)
- In tarda mattinata si tiene il giuramento del Presidente e del Vicepresidente, seguito dall’”inauguration address” in cui il nuovo Presidente delinea le sue visioni per il futuro, gli obiettivi della sua amministrazione e le sfide che il paese dovrà affrontare.
- alla fine della cerimonia viene organizzata la Parata del Presidente dal Campidoglio alla Casa Bianca
- In serata il nuovo Presidente, la sua famiglia e le persone a lui vicine partecipano ad una cena di Gala nei locali della Casa Bianca
Prima di tale cerimonia, però, ci sono altre due date importanti da riportare. La prima è il 3 gennaio, ovvero, quando si riunisce per la prima volta il nuovo Congresso eletto all’Election Day per nominare lo Speaker. La seconda è il 6 gennaio, quando, sempre il Congresso, si riunisce in seduta plenaria per contare i voti dei 538 grandi elettori e certificare il vincitore a livello formale.
La formazione del “Cabinet”
L’ultimo aspetto legato alla transizione di cui ci occuperemo è la formazione del “Gabinetto” presidenziale.
Per “Cabinet” o “Gabinetto” si intende l’organo consultivo del Governo federale.
È presieduto dal Presidente e composto dai segretari dei 15 dipartimenti di Stato (elenco dei dipartimenti), oltre che da pochi altri funzionari di grado elevato: svolge un ruolo simile a quello del “Consiglio dei ministri” italiano.
I segretari (o ministri) sono responsabili della gestione e supervisione del dipartimento di loro competenza. Essi devono attuare le politiche e le leggi federali, amministrare i programmi governativi, fornire consulenza e briefing periodici al Presidente. In quanto membri del “gabinetto” sono anche tenuti a partecipare alle riunioni ufficiali alla Casa Bianca.
Il nuovo Presidente eletto, quindi, una volta certo della vittoria, procede spedito alla formazione del “Cabinet”, scegliendo tra figure politiche o tecniche, come esperti della materia o professori, in base al dipartimento in questione.
Le nomine dei vari membri di “Gabinetto”, visto l’elevato potere decisionale, devono essere ratificate dal Senato a maggioranza assoluta; pertanto, nel caso in cui esso sia controllato dalla fazione opposta, sarà inevitabilmente necessario che il Capo dell’esecutivo indichi delle figure gradite da ambedue i partiti.
Un caso particolare, però, è quello del “Capo dello staff della Casa Bianca”, il quale non deve essere formalmente approvato dal “Senate” visto che svolge un ruolo fondamentale di coordinamento e organizzazione interna dei lavori presidenziali, senza il quale l’intera amministrazione risulterebbe indebolita.
Nel dettaglio, i suoi compiti principali sono:
- gestire la comunicazione ufficiale con i media e gli altri dipartimenti di Stato tramite i comunicati
- supervisionare e dirigere il personale che lavora a stretto contatto con il Presidente (consulenti, segretari e assistenti)
- coordinare e supervisionare le attività quotidiane dell’ufficio del Presidente, programmando le attività presidenziali prioritarie
Attraverso tutte queste nomine il Presidente comincia a raccontare la propria politica o, in altre parole, a delineare il proprio indirizzo e le sue priorità di agenda: di fatto le scelte dei Segretari rappresentano il “biglietto da visita” della successiva amministrazione dal punto di vista tecnico e comunicativo.
Non bisogna, infatti, sottovalutare l’impatto mediatico negativo derivante dalla scelta di figure controverse dal punto di vista etico e morale o non qualificate professionalmente. Per citare un esempio recente, Matt Gaetz ha deciso di rifiutare il posto di Segretario di Stato offerto da Trump, poiché ritenuto inadeguato dagli stessi repubblicani, i quali avevano comunicato di non voler ratificare la sua nomina al Senato.
All’interno di un sistema politico molto complesso, come quello americano, caratterizzato da numerosi “check and balances” atti a garantire la separazione dei poteri e imporre limiti agli organi politici, la transizione efficace è essenziale per ridurre i rischi di incertezze politiche e amministrative, mantenendo la fiducia pubblica nelle istituzioni democratiche e nel funzionamento del governo.
In un contesto di crescente polarizzazione, un passaggio di poteri trasparente e senza intoppi diventa ancora più cruciale per preservare la stabilità e la sicurezza del paese.
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