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LIVINALLONGO DEL COL DI LANA. La questione ladina delle comunità di Fodom, Col e Anpezo in Provincia di Belluno torna di attualità dopo che, in questi giorni, è stata inviata una lettera dal Comune di Livinallongo del Col di Lana al presidente della Repubblica Sergio Mattarella con oggetto “Richiesta di intervento per la Tutela della Comunità minoritaria Ladina di Livinallongo del Col di Lana nella Regione Veneto“, mandata per conoscenza anche all’assessore alle minoranze della Regione Trentino Alto Adige, Luca Guglielmi, al presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher, al vice presidente della Provincia di Bolzano, Daniel Alfreider, al presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, e al segretario generale del Gect “Euregio Tirolo – Alto Adige – Trentino” Christoph Von Ach.
La presa di posizione del sindaco Oscar Nagler e vice sindaco Gabriele Delmonego arriva dopo che gli stessi, appena eletti nel giugno scorso, avevano chiesto alla Regione Veneto dei finanziamenti indirizzati alla caserma dei vigili del fuoco volontari di Livinallongo per andare incontro a delle esigenze specifiche dettate dal territorio in cui operano e alle condizioni precarie in cui lavorano.
“Purtroppo non ci è stata data una risposta soddisfacente e non ci sono stati ulteriori sviluppi finché siamo venuti a conoscenza che la Giunta della Regione Veneto ha fatto una delibera, la numero 145 del 3 dicembre 2024, in cui ha indicato di elargire contributi ai Distaccamenti dei vigili del fuoco volontari della Regione escludendo, purtroppo esplicitamente, il distaccamento del nostro Comune e giustificando la scelta con il fatto che il nostro territorio riceve già finanziamenti dal Fondo Comuni Confinanti” ha dichiarato il vice sindaco Delmonego proseguendo “così facendo hanno creato una disparità di trattamento che penalizza ulteriormente la nostra Comunità situata in una posizione geografica e morfologica svantaggiata che, invece, avrebbe necessità di politiche di sostegno straordinarie per far fronte alle gravose condizioni di difficoltà che la opprimono. Questa situazione rappresenta l’ultimo di una serie di provvedimenti che evidenziano la scarsa considerazione della Regione Veneto nei nostri confronti”.
Va da sé che questo episodio pare sia la famosa “goccia che ha fatto traboccare il vaso” tanto che nella lettera si legge che gli stessi amministratori comunali ritengono che questa situazione discriminatoria da parte della Regione del Veneto vada a “toccare aspetti cruciali di tutela delle minoranze linguistiche e di giustizia amministrativa” e chiedono al presidente della Repubblica “di voler intercedere a favore della nostra Comunità affinché vengano riconsiderate sia le decisioni amministrative locali che l’iter legislativo per il passaggio alla Regione Autonoma Trentino Alto Adige, come richiesto dal Referendum del 2007. La nostra Comunità ha espresso ripetutamente, nel corso dell’ultimo secolo, il desiderio della reintegrazione con la Provincia Autonoma di Bolzano, trovando purtroppo ostacoli ideologici ed economici che continuano a mortificare il diritto all’autodeterminazione dei popoli, tutelato sia dalla nostra Costituzione che dalla Carta delle Nazioni Unite”.
Effettivamente le volte che questi territori hanno chiesto nell’ultimo secolo, dalla spartizione avvenuta durante il ventennio fascista nel 1923, di poter tornare ad essere un’unica area con i “fratelli di Badia e Gardena in Suedtirol” sono svariate: i due politici locali ricordano ad esempio la Delibera n. 56 del 17 luglio 1947 ad oggetto “Richiesta di annessione alla costituenda Regione del Trentino-Alto Adige”, la Richiesta di aggregazione dei tre Comuni di Cortina d’Ampezzo, Pieve di Livinallongo e Colle S. Lucia alla Regione Tridentina del 13 gennaio 1948 con una Petizione rivolta alla commissione dei 18 a Roma da parte dei Sindaci dei tre Comuni, la Delibera del Consiglio Comunale n. 41 del 5 maggio 1973 ad oggetto “Richiesta di riannessione alla Regione Trentino-Alto Adige ed alla provincia di Bolzano” e la richiesta della Giunta Comunale prot. 2972/1977 rivolta al Governo della Repubblica Italiana di distacco dalla Regione Veneto e aggregazione alla Regione Trentino-Alto Adige in esecuzione della Deliberazione evidenziata al punto precedente, in cui si domanda formalmente “che venga dato corso alla procedura prevista dall’art. 132 della Costituzione della Repubblica, per il distacco di questo Comune dalla Regione Veneto e la sua aggregazione alla Provincia di Bolzano”.
“Considerato che nel 2007 Colle S. Lucia, Cortina d’Ampezzo e Livinallongo del Col di Lana, Comuni ladini di Souramont, hanno indetto un referendum popolare il cui esito favorevole con l’86,43% chiedeva il passaggio dalla Regione Veneto alla Regione Autonoma Trentino Alto Adige, con la volontà di garantire un’effettiva tutela dei diritti della nostra minoranza ladina, e considerato che il 16 dicembre 2017 il Comune di Sappada è passato dalla Regione Veneto alla Regione a Statuto Speciale Friuli Venezia-Giulia con la Legge 182/2017, il cui iter aveva avuto origine sempre da un referendum votato nel 2007, chiediamo che anche ai nostri comuni sia concesso di vedere esaudita la propria volontà anche alla luce del fatto che la situazione di Sappada è analoga e del tutto comparabile a quella in cui si trova il nostro Comune e la sua conclusione è un precedente che ci fa ben sperare in un trattamento di equità”, fanno sapere dall’amministrazione di Livinallongo.
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