Portovesme, coro unanime: “Lo stabilimento non deve fermarsi”

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“La Portovesme deve continuare a funzionare”. E’ l’appello corale lanciato questa mattina davanti ai cancelli dell’azienda dai lavoratori. “Adesso tutto è fermo, ma speriamo di poter cambiare questa situazione – ha sottolineato Daniela Piras, segretaria nazionale della Uiltec – gli accordi presi a livello ministeriale con Glencore non prevedevano certo questa fermata improvvisa alla vigilia di Natale”. Il sit in davanti ai cancelli è stato organizzato durante la visita del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, della ministra del Lavoro Marina Calderone, della sottosegretaria al Mimit Fausta Bergamotto, della presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde, dell’assessore regionale all’Industria Emanuele Cani e del presidente del Consiglio regionale Piero Comandini.

“In questa situazione non c’è governo e non c’è Regione – ha evidenziato Alessandra Todde – . Siamo tutti insieme e veramente abbiamo le carte che dicono delle cose molto precise. E oggi ovviamente parleremo di come farle cantare queste carte, visto che queste carte parlano per esempio del fatto che i forni non si possano utilizzare senza l’impianto di lavorazione allo zinco, parlano di una autorizzazione definitiva che prevede in caso di dismissione un anno per quanto riguarda l’accettazione delle autorità competenti”.

“Il progetto per il riciclo delle batterie al litio? – ha aggiunto Todde – Vorremmo vedere azioni concrete, non le sciocchezze sentite finora. Se pensano di trasformare l’impianto di lavorazione dello zinco in una discarica, hanno sbagliato indirizzo”.

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La strategia della linea zinco è stata ribadita anche dal ministro Adolfo Urso. “Riteniamo questo impianto essenziale per lo sviluppo industriale del nostro Paese e della Sardegna. Siamo qui per identificare soluzioni che garantiscano continuità produttiva, coinvolgendo la multinazionale e nuovi investitori interessati a utilizzare quest’area industriale per attività di valore. La cassa integrazione non è la soluzione: continueremo a lavorare per mantenere i posti di lavoro e il tessuto produttivo”.

Ha puntato il dito contro l’azienda anche la ministra del Lavoro Marina Calderone: “Non faremo sconti a nessuno. Il conto che presenteremo alla Portovesme Srl sarà salato – ha ribadito -: non si gioca con il futuro delle famiglie e di un territorio che ha già pagato un prezzo molto alto. Gli ammortizzatori sociali ci sono, ma l’obiettivo è garantire continuità produttiva. Piombo e zinco sono risorse fondamentali, anche in vista del progetto Einstein Telescope. Non possiamo permettere che un imprenditore abbandoni l’area senza dare un futuro al territorio.”

“Accogliamo positivamente la presenza del ministro al fianco dei lavoratori oggi, perché l’unica strada percorribile è il riavvio degli impianti – ha sottolineato ancora Daniela Piras dalla Uiltec -. Ci aspettiamo che la multinazionale si assuma le proprie responsabilità, favorendo il passaggio a nuovi soggetti industriali interessati a garantire continuità produttiva”.

Matteo Rocassalve della Rsu ha espresso la preoccupazione dei lavoratori: “Ogni giorno di fermata in più rischia di rendere irreversibile questa situazione. L’arrivo del ministro Urso, della ministra Calderone, della presidente Todde e degli esponenti regionali è importante, ma non deve trasformarsi in una passerella. Servono risposte concrete e rapide”.

Anche Pierluigi Ledda, segretario generale della Cisl Sardegna, ha richiamato l’attenzione sulla necessità di un piano industriale: “Questo territorio è stato falcidiato dalla mancanza di politiche industriali. La politica deve insistere con l’azienda per un nuovo investimento. La prospettiva dell’Einstein Telescope rende il piombo e lo zinco ancora più strategici”.

Il ministro Adolfo Urso ha inoltre sottolineato che l’interesse di tutti è la richiesta alla Glencore di rivedere i piani industriali e procedere con la produzione a Portovesme di zinco e piombo, in quanto produzioni strategiche anche per realizzare il programma nucleare di terza e quarta generazione.





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