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A Roma, come sempre accade, saranno senza dubbio ben visibili, con il loro calore ed entusiasmo, con le loro bandiere spesso in vista, con il loro affetto per il Papa. I fedeli e pellegrini latinoamericani si apprestano a vivere l’Anno giubilare, partecipando il più possibile numerosi ai principali eventi promossi nel corso del 2025. Quelli presenti a Roma saranno, però, inevitabilmente, una piccola minoranza dei fedeli del subcontinente. I motivi sono, evidentemente, comprensibili, a partire dalla distanza e dalle poche risorse economiche di gran parte della popolazione. Proprio per questo, si stanno moltiplicando, su iniziativa degli episcopati dei vari Paesi, delle diocesi, dei principali santuari, delle congregazioni religiose e aggregazioni laicali, iniziative, proposte, sussidi, per vivere il Giubileo come “tempo propizio”, anche a migliaia di chilometri dalla Città eterna. “Le dimensioni del pellegrinaggio, della religiosità popolare – fa notare al Sir la teologa uruguaiana María del Pilar Silveira, docente alla Boston University – sono particolarmente vicine alla spiritualità dei fedeli latinoamericani. Inoltre, è particolarmente intenso il legame con il primo Papa latinoamericano della storia. Il tema del cammino, in particolare, è particolarmente presente nella nostra spiritualità latinoamericana. I nostri sono popoli in movimento. Esiste una grande riserva di fede, che si esprime nella religiosità popolare, in luoghi simbolici come i molti santuari mariani”. A questo, si aggiunge il tema di fondo del Giubileo, quello della speranza cristiana, che non può non risuonare con forza in territori connotati da storici squilibri e ingiustizie, e rafforza alcune dimensioni che sono insite in ogni Giubileo: l’anelito di liberazione, il superamento dei debiti e delle ingiustizie.

Le iniziative degli episcopati. Ecco alcuni esempi, su come le Chiese del subcontinente si stanno avvicinando all’inizio dell’anno giubilare. In Brasile, la Commissione speciale per il Giubileo del 2025, organizzata dalla Conferenza nazionale dei vescovi del Paese (Cnbb), presieduta dal vicepresidente dell’organismo, dom João Justino de Medeiros, presidente della Commissione e arcivescovo di Goiânia, ha sottolineato l’importanza di coinvolgere i cattolici di tutto il Brasile, assicurando che le diocesi siano preparate ad accogliere il popolo di Dio. “La maggior parte dei fedeli parteciperà al Giubileo nelle proprie diocesi, non a Roma”, ha detto l’arcivescovo. Per questo, ogni vescovo diocesano sta organizzando il proprio programma per l’Anno Santo. Le diocesi sono state incoraggiate a creare decreti pastorali, messaggi e attività specifiche per vivere il Giubileo in modo più vicino alla realtà locale. Inoltre, le Commissioni episcopali della Cnbb tanno sviluppando sussidi e materiali destinati ai più diversi ambiti pastorali. Le diocesi, a loro volta, stanno organizzando incontri regionali e sessioni di formazione per garantire che la grande celebrazione del 2025 sia un momento di rinnovamento spirituale e di rafforzamento della fede in Brasile”.

In Perù, la Conferenza episcopale ha scelto sedici santuari, distribuiti in tutto il Paese, dove è possibile ottenere l’indulgenza plenaria. Questi siti, presentati come mete di pellegrinaggio, offrono ai credenti l’opportunità di vivere un’esperienza spirituale unica durante l’Anno giubilare. La Conferenza episcopale della Colombia (Cec), attraverso il suo Segretariato permanente, presenta un nuovo libro intitolato “Camminare nella speranza”. Il suo contenuto vuole aiutare le comunità cattoliche del Paese a riflettere e a vivere pienamente il Giubileo ordinario del 2025 indetto da Papa Francesco con il motto “Pellegrini della speranza”. Più che un materiale di lettura tradizionale, si tratta di un percorso concreto per guidare tutti i membri della Chiesa in un pellegrinaggio verso il rinnovamento della propria fede e del proprio impegno cristiano, soprattutto nel mezzo di un contesto nazionale e globale segnato da profonde incertezze e paure sociali e politiche. Questo compendio di 137 pagine, concepito come una guida pratica e spirituale, offre riflessioni, laboratori e risorse ai fedeli cattolici colombiani per incorporare la speranza nella loro vita quotidiana e nelle loro dinamiche pastorali da diverse dimensioni. Anche la Chiesa di Haiti, che soffre con la sua popolazione una situazione drammatica di insicurezza e povertà, è riuscita a promuovere un programma giubilare nelle diocesi, che coinvolgerà, in particolare, i consacrati (1-2 febbraio 2025), i malati (11 febbraio), i vescovi, sacerdoti e diaconi (17 aprile), i seminaristi (26-28 maggio), catechisti e sacrestani (1-3 agosto), i giovani (21-23 novembre). Inoltre, ci sarà una Giornata giubilare nazionale il 27 giugno. Scrivono i vescovi haitiani: “Cosa possiamo offrire come segni di speranza Il primo e più importante segno è che la pace deve essere stabilita: la sicurezza deve essere ristabilita, la giustizia deve essere ripristinata, le gravi disuguaglianze sociali devono essere combattute, le famiglie sfollate devono essere sostenute affinché la vita normale possa riprendere”.

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L’attesa nei santuari mariani. In modo del tutto particolare, sono pronti a vivere in modo speciale l’Anno giubilare i molti santuari, soprattutto mariani, che scandiscono la fede dei popoli latinoamericani. Un’attesa a cui dà voce, al Sir, padre Eduardo Catalfo, rettore della basilica nazionale brasiliana di Aparecida, il più frequentato santuario del Sudamerica: “Ci stiamo preparando con molta gioia a vivere questo anno all’insegna della misericordia, della possibilità di ottenere l’indulgenza. La basilica è stata indicata come chiesa giubilare. Di speranza per tutti noi. Già nel 2024 ci siamo preparati, attraverso l’Anno della Preghiera. Vivremo con particolare fervore la Novena della Nostra Signora di Aparecida, poi le celebrazioni, i sacramenti dell’eucaristia e della riconciliazione, la testimonianza di carità. Ai pellegrini terremo una catechesi preparatoria su questo Giubileo e sul tema della speranza. Vogliamo che, per i nostri pellegrini, questo sia un anno di speranza, di gioia, che da qui possa sgorgare un movimento spirituale”.

Un “nuovo inizio”. Riprende Pilar Silveira: “Un’altra forma importante di vivere il Giubileo sarà quello di seguire i principali eventi attraverso i mezzi di comunicazione, rispetto ai quali, anche da parte dello stesso Consiglio episcopale latinoamericano, c’è stato un notevole investimento”. Al tempo stesso, l’Anno giubilare rappresenta, “nel micro”, una grande occasione di rafforzamento della fede per le famiglie. Per tutti, il Giubileo, al di là delle forme esteriori in cui si manifesta la fede, dev’essere soprattutto,

“una sfida a ricominciare, a vivere una vita nuova, grazie alla misericordia di Dio.

C’è davvero la possibilità di un ‘nuovo inizio’, che, dando uno sguardo alla realtà dell’America Latina, interpella, per esempio, il mondo delle carceri, il mondo dei giovani così colpiti dal narcotraffico. La Porta santa del Giubileo ci chiede di aprire le nostre porte, in ogni luogo, soprattutto ai poveri e ai giovani”.

*giornalista de “La vita del popolo”

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