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L’edizione numero 108 del Giro d’Italia prenderà il via dall’Albania, che ospiterà la Grande Partenza della Corsa Rosa per la prima volta nella sua storia.
Si incomincerà venerdì 9 maggio con una frazione di media montagna; partenza da Dürres (Durazzo) e arrivo a Tiranë (Tirana), in una sorta di riedizione della “tappa di montagna in città” per un totale di 1800 metri di dislivello disseminati in 164 km. A seguire, sabato 10 maggio le vie della capitale albanese ospiteranno una cronometro individuale di 13.7 km, un test importante per le ambizioni degli uomini che lotteranno per la classifica generale. Il trittico di frazioni in terra albanese si concluderà con una nuova frazione di media montagna: partenza e arrivo a Vlöre (Valona), per un totale di 160 km e oltre 2700 metri di dislivello. La Corsa Rosa, il cui percorso definitivo verrà svelato il 13 gennaio a Roma, ripartirà successivamente dalla Puglia il 13 maggio, toccando secondo le indiscrezioni, le città di Alberobello, Brindisi o Lecce, con presumibile partenza dalla città dei trulli e arrivo nel basso Salento, per una tappa dedicata ai velocisti. Il giorno successivo la corsa dovrebbe prendere la direzione della Basilicata. E da lì tuffarsi in Campania, per il quarto anno consecutivo, sul lungomare di Napoli con provenienza da Potenza.
«Ai miei tempi venivamo spesso a Napoli per correre il Giro di Campania, che era un appuntamento classico del calendario internazionale», ci dice Franco Balmamion, di recente inserito nella Hall of Fame del Giro, di cui è il più anziano vincitore ancora in vita. Non un divo, non un chiacchierone, non uno che regalava spettacolo ai tifosi ma un regolarista come pochi altri nella storia del pedale. La costanza di Balmamion prevalse nel 1962 e nel 1963: il piemontese di Ciriè a 23 anni aveva già due Giri in bacheca, ma le luci dei riflettori le lasciava volentieri ad altri. E nel lontano ’63 quel Giro della doppietta partì proprio dallo spettacolo variopinto, inimitabile, unico di via Caracciolo. Guarda caso per arrivare a Potenza. Lì, nel capoluogo lucano, a vincere dopo oltre 180 km di fierissima battaglia fu Vittorio Adorni.
«C’era gente ovunque. – continua Balmamion – Ricordo quella festa popolare impressionante. Eravamo lontanissimi dall’epoca attuale, in cui le telecamere mostrano tutto dello splendido paesaggio e delle fasi della gara. Vi assicuro tuttavia che Napoli anche allora riuscì a conquistare il mondo del ciclismo con la sua passione. In quanto a me, beh mi bastava stare lì davanti. Tanto qualcuno dei grandi saltava sempre. Conoscevo le mie possibilità. Solo una volta mi sono fatto incantare dai giornalisti, dai tifosi, da tutti: il fascino della grande impresa. Si era al Giro del ’64, che avrebbe vinto Anquetil. Venivo dai successi del ’62 e del ’63 e si correva la Cuneo-Pinerolo. Era la prima volta dal giorno in cui Coppi parti’ sulla Maddalena e nessuno lo vide più. E io provai a fare come dicevano, provai a fare Coppi. Senza essere Coppi.
Attaccai sulla Maddalena, mi presero giù dalla discesa, e sul Sestriere andai in crisi. Rimasi staccato, fu una delusione terribile».
Ma torniamo a Napoli come potenziale tappa d’arrivo nella prima settimana del Giro 2025.
«Come fai a tenerla fuori? Mi pare di averlo già detto ma ho piacere a ripeterlo: Napoli sta al ciclismo come Montecarlo alla Formula 1. La lunghissima volata dello scorso anno fu uno spot eccezionale in mondovisione».
Sarà anche il Giro delle grandi salite. Nella prima settimana in Abruzzo il primo arrivo in quota sarà a Tagliacozzo, al termine di una frazione in provenienza da Castel di Sangro. Nella seconda settimana di corsa Vicenza dovrebbe essere candidata ad uno spettacolare arrivo grazie alle asperità del Monte Berico, mentre nell’arrivo veneto di Asiago a sparigliare le carte nei giochi di vertice potrebbe essere il Monte Grappa. Quindi la terza settimana che sarà anche quella di Bormio, con nel mezzo Passo del Tonale e Mortirolo, affrontato dal versante di Monno, antipasto delle ultime due tappe di montagna. La prima con partenza da Biella e arrivo in Valle d’Aosta, ad Ayas, con varie salite in programma e il passaggio a Champoluc e Antagnod, mentre la seconda dovrebbe vedere il gruppo prendere la direzione inversa muovendosi fra Verrès e Sestriere, con Col de Lys e Colle delle Finestre nel mezzo.
«Il Giro d’Italia è così, – conclude Balmamion, cui mai riuscì di vincere una tappa perché la finalità era sempre la classifica generale – uno spettacolo un tempo imprevedibile. Oggi lo strapotere dei leader ha appiattito i pronostici: bisognerà vedere come i grandi favoriti organizzeranno le loro stagioni. Chi di loro parteciperà alla Corsa Rosa. Certo che dovesse esserci il Pogacar visto lo scorso anno, sarebbe durissima per tutti gli altri. Impressiona la facilità con la quale lo sloveno firma le sue imprese: laddove gli avversari faticano lui sorride. Campione di altissimo livello, proprio come Napoli e il suo fascino immenso».
Una cosa è certa: sarà un 2025 importante per il ciclismo nella nostra terra. Impegno, dedizione e progettualità di Silvia Gazzola hanno riportato nel calendario internazionale il Giro della Campania riservato agli under 23. Il primo passo per recuperare una tradizione immensa, scandita da imprese e fatiche nel lungo arco temporale intercorso tra il 1911 e il 2001, anno dell’ultima edizione.
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