Viaggiare in treno, il grande azzardo

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Altroconsumo avverte: viaggiare in treno sulle linee nazionali, soprattutto quelle gestite da Trenitalia, è una scommessa rischiosa. I ritardi sono ormai la norma  e la puntualità un miraggio.

In attesa davanti al tabellone © Shutter Stock

C’è un grande lavoro alle spalle: Altroconsumo ha effettuato un sondaggio su 1492 viaggiatori. Ai cittadini è stato chiesto un parere sul servizio ferroviario. Il periodo preso in esame risaliva ai 12 mesi precedenti l’indagine. Ebbene circa un terzo dei viaggiatori che hanno risposto alle domande dichiarava di essere arrivato in ritardo alla stazione di arrivo.

Genova per noi…

Trenitalia la maggior responsabile dei disagi che hanno coinvolto il 36% dei viaggiatori mentre Italo sembra offrire una puntualità maggiore. Due in particolare le tratte più disastrate, prima la Milano-Genova seguita a ruota dalla Bologna-Lecce.

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I ritardi, per una coincidenza demoniaca, non superavano i trenta minuti per circa i due terzi dei casi. Tempistica che mette al riparo le aziende dall’obbligo del rimborso parziale o totale del biglietto. Infatti, quando l’arrivo ha accumulato un ritardo che resta entro la mezz’ora, entrambe le compagnie non devono indennizzare i malcapitati passeggeri.  Non è dato capire se si tratti di un caso o di un feroce calcolo, ma tant’è.

Reclami, che passione

Momenti di sconforto sul binario © Shutter Stock

I dati raccolti da Altroconsumo raccontano un panorama desolante: circa 1 persona su 2 ha inoltrato reclamo per un ritardo superiore ai trenta minuti. Interessante la modalità della richiesta di rimborso fatta quasi dalla maggioranza degli aventi diritto on line attraverso il sito e interessante anche la risposta delle aziende. Che hanno ripagato praticamente tutte i passeggeri. Certo, difficile controbattere alla oggettività dell’orologio: un ritardo non è proprio discutibile.

Gli indennizzi sono poi stati erogati o tramite voucher o accredito sul conto corrente della carta di credito  da cui era stato effettuato l’acquisto. Il malumore degli intervistati è rivolto principalmente in direzione di Trenitalia mentre Italo raccoglie meno critiche. Ma non viene presa in considerazione solo la puntualità dei convogli. Le critiche a Trenitalia si allargano a tutti i parametri presi in esame: la pulizia dei vagoni e degli spazi comuni, toilette comprese, la manutenzione e naturalmente la puntualità.

Il ritardo, malattia delle ferrovie

Finalmente in arrivo © Shutter Stock

Sembra che il viaggiatore si sia rassegnato, i ritardi considerati una malattia cronica da sopportare con pazienza. Ma è proprio così? Altroconsumo ha fatto una diagnosi ben precisa dei motivi e delle responsabilità relative. La questione principale riguarda le linee veloci che non hanno tratte completamente dedicate. Infatti i treni ad alta velocità in diversi punti si immettono nelle linee normali. E i treni veloci devono avere la priorità.

Un ingorgo, insomma, che se prima riguardava solo i treni regionali e locali, con il tempo ha interessato tutti i convogli portando la patologia del ritardo anche sulle linee veloci. Tutti stretti in un unico soffocante abbraccio, Tav e treni normali, ormai ostaggio dell’obsolescenza della rete ferroviaria nostrana.

Se il futuro non è roseo

E il disagio è destinato ad accrescersi nel prossimo anno. Il 2025 promette 12 mesi funestati da infiniti cantieri che rallenteranno ulteriormente i percorsi. Sono da mettere in conto viaggi a singhiozzo tormentati da soste non previste causa lavori in corso. Il network italiano che gestisce le infrastrutture ferroviarie italiane, RFI, dichiara infatti che ad oggi 1100 cantieri risultano aperti, il 20% in più di quelli attivi nel 2023. Un panorama futuro non proprio confortante.

Naturalmente la manutenzione della rete è necessaria e auspicabile, ma il problema sta nella cattiva programmazione dei lavori. Rfi è accusata di una cattiva organizzazione e programmazione dei cantieri di manutenzione ordinaria e straordinaria. E a pagare sono i passeggeri

Il furore dei viaggiatori è ampliato dalle modalità previste per richiedere il rimborso del viaggio. Trenitalia, la principale accusata, ha ulteriormente alzato le soglie di ritardo per cui è possibile inoltrare richiesta di indennizzo. Oggi si viene rimborsati del 50% del prezzo pagato solo in caso di ritardo all’arrivo superiore alle 2 ore.

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Una petizione per i diritti

Altroconsumo, tramite la sua petizione, si fa portatore di una richiesta a sostegno di chi viaggia. L’associazione  sostiene  che gli indennizzi previsti dal Regolamento europeo non siano sufficienti: attualmente il rimborso del 50% del biglietto è previsto solo per ritardi superiori alle due ore.  Altroconsumo chiede il rimborso totale del biglietto, il rimborso del 50% per ritardi superiori a un’ora per tutti i treni e a 30 minuti per i treni Alta Velocità.  Le richieste sono supportate dai risultati dell’ indagine da cui risulta che  il 34% dei treni in ritardo rientra in queste tempistiche.

Parole forti che parlano di diritti dei viaggiatori; non a caso  il 45% dei ritardi si colloca tra i 15 e i 30 minuti, tempistica senza alcun indennizzo. Per questi casi l’associazione chiede un rimborso del 30% del biglietto.

Altroconsumo propone anche che i rimborsi siano automatici, senza inutili trafile burocratiche, e che il passeggero possa scegliere tra rimborso in denaro o sotto forma di voucher. Come dichiara Federico Cavallo, Responsabile Relazioni Esterne di Altroconsumo: ” rimborsi integrali del costo del biglietto per questa casistica (ossia Tav) e rimborsi che scattino per ritardi più brevi e idonei a un servizio di Alta Velocità e che siano attribuiti automaticamente agli utenti senza bisogno di farne richiesta”

Chi è favorevole alle proposte può firmare la petizione al link: Altroconsumo

Testo di Lucia Giglio|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com



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