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In provincia di Sassari c’è da anni un problema con gli acquedotti per il quale ci sono regolarmente interruzioni nelle forniture d’acqua, a volte per molte ore e con grossi disagi in case, negozi, ristoranti e strutture sanitarie. Della crisi idrica della Sardegna si parla da anni: è un problema che accomuna varie regioni del Sud ed è dovuto soprattutto alle condizioni pessime degli acquedotti e delle condutture.

Il caso della provincia di Sassari, di cui si parla spesso nelle cronache locali, è emblematico: solo nel 2024 ci sono state 32 interruzioni nelle forniture d’acqua, secondo i dati di Abbanoa, l’azienda che gestisce la rete idrica sarda e che raccoglie sul proprio sito tutti gli interventi di manutenzione e i motivi per cui vengono svolti.

Significa che nella provincia di Sassari, quest’anno, ci sono state mediamente 1,6 interruzioni nelle forniture d’acqua a settimana, a volte per diverse ore e spesso per interventi di manutenzione svolti sullo stesso impianto a distanza di pochi giorni. È un dato che non include tutti gli altri interventi di manutenzione agli altri acquedotti che portano l’acqua nel resto della Sardegna, che sono molti.

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Alcune interruzioni sono durate per poche ore, altre per 16-17 ore, o a volte addirittura per due o tre giorni. I problemi hanno coinvolto abitazioni private, negozi, bar, ristoranti e servizi essenziali.

Un pezzo di conduttura idrica mentre viene sostituito a Sassari, nel 2016 (ANSA)

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Le interruzioni sono dovute soprattutto a lavori di manutenzione sull’acquedotto Coghinas, che ha frequenti guasti. L’acquedotto è chiamato così per via dell’omonimo fiume, ed è diviso in due impianti, Coghinas 1 e 2, che prelevano acqua grezza attraverso una diga di Casteldoria, tra Sassari e Santa Teresa di Gallura, e la distribuiscono poi nei vari impianti della zona che rendono l’acqua potabile.

I problemi riguardano soprattutto l’impianto di Coghinas 2, da cui parte una condotta che passa per Castelsardo, sulla costa a nord, e poi arriva a Sassari. È una condotta che si rompe spessissimo, che ha problemi da circa una decina d’anni e che è complicato sostituire: è molto lunga, circa 40 chilometri, è composta da un grosso tubo con un diametro da circa un metro e mezzo, e sostituirla integralmente significherebbe interrompere le forniture d’acqua per un periodo molto lungo, anche in zone che al momento non hanno collegamenti secondari a cui appoggiarsi.

Finora gli interventi sull’impianto non hanno mai risolto strutturalmente i problemi del lungo tubo, e si sono limitati a piccoli interventi mai completamente risolutivi: Abbanoa, che per quell’impianto gestisce la distribuzione dell’acqua a uso civile, fa sapere che Enas, ente pubblico sardo che si occupa della rete idrica, ha in programma un intervento di manutenzione più strutturale sull’impianto, in cui verranno utilizzate nuove tecnologie, con resine e guaine più resistenti che dovrebbero limitare ulteriori guasti. L’intervento verrà fatto con i fondi del PNRR, il piano di riforme e investimenti finanziato con fondi europei.

Nel frattempo, però, la mancanza d’acqua è un problema per tutta la provincia, ma lo è soprattutto per quei comuni che non hanno forniture d’acqua alternative, come Castelsardo. Ogni volta che ci sono dei lavori infatti non hanno altre soluzioni che rimanere senz’acqua per tutta la durata degli interventi.

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Una mappa dei guasti e della rete idrica del nord della Sardegna (dal sito di Abbanoa)

Il centralino di Abbanoa dedicato agli interventi fa sapere che le tipologie sono principalmente due: quelle legate ai guasti, frequenti date le pessime condizioni degli acquedotti e delle tubature, e quelle legate all’ammodernamento della stessa rete idrica con i fondi del PNRR: l’intervento sull’impianto di Coghinas 2 dovrebbe iniziare a breve e concludersi entro il 2026.

Alla fine dell’anno scorso Confesercenti, l’associazione di categoria delle imprese, ha protestato per le continue interruzioni. Il presidente per il nord della Sardegna, Giuseppe Boccia, ha parlato dei disagi di baristi, ristoratori e imprenditori che hanno attività e negozi in provincia di Sassari, spesso costretti a chiudere per la mancanza d’acqua, ma ha citato anche le conseguenze sulle strutture sanitarie e case di riposo per gli anziani. Ci sono comuni che hanno inviato esposti formali ad Abbanoa, sempre per protestare contro la mancanza d’acqua. In altri casi è capitato che la rottura di tubi sotterranei causasse allagamenti e danni a varie abitazioni, dopo ore di mancanza d’acqua dovute ad altri interventi di manutenzione.

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Alle pessime condizioni delle infrastrutture idriche locali, negli ultimi anni, si sono aggiunte anche le conseguenze della siccità: nel nord della Sardegna la scarsità delle piogge ha avuto conseguenze soprattutto sull’invaso del Bidighinzu, una diga artificiale ai piedi del monte Orzastru, sempre in provincia di Sassari. Quest’estate, per via della mancanza d’acqua, la governatrice Alessandra Todde ha dichiarato lo stato di emergenza, e decine di comuni hanno chiesto aiuto all’esercito per trovare autobotti sostitutive e avere più mezzi a disposizione per trasportare l’acqua nei posti più difficili da raggiungere.

– Leggi anche: Per la siccità chiudono anche le scuole



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