15 euro contro 200, fate ricorso

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Per il personale del pubblico impiego sono in arrivo 165 euro lordi in più nello stipendio, assieme ad alcune novità normative importanti come la settimana corta: lo annuncia oggi la stampa nazionale non sottolineando tuttavia che per la scuola tutto questo è ancora in altissimo mare e il personale, docenti e Ata, stanno percependo degli stipendi molto ma molto al di sotto del costo della vita che nel frattempo ha raggiunto percentuali altissime.

I tavoli per il contratto del comparto Istruzione e Ricerca – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – non sono ancora partiti all’Aran e in attesa del rinnovo il personale della scuola si deve accontentare di una indennità di vacanza contrattuale minima, molto lontana dal 50% del tasso di inflazione registrato nel triennio 2022-2024, così come vorrebbe la legge. Per legge, dunque, ogni lavoratore dalla scuola dovrebbe percepire 200 euro mensili, pari all’8% del costo della vita innalzatosi del 16% nell’ultimo biennio. La media di incremento in busta paga – prosegue Pacifico – sarebbe quindi di circa 200 euro al mese, assai più alta dei 15 euro medi, pari allo 0,5%, applicati nell’ultimo anno negli stipendi del personale scolastico, sempre in attesa del rinnovo contrattale che tarda ad arrivare non certo per colpa dei sindacati. Ecco perché consigliamo vivamente il personale docente a Ata di presentare, tramite il nostro sindacato, ricorso al giudice del lavoro”.

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Anief ha calcolato che l’arretramento del cedolino dello stipendio per 300 mila precari diventerà ancora più evidente il prossimo mese di gennaio: i supplenti perderanno infatti anche un assegno mensile di 70 euro finora corrisposto. Una procedura che con Anief si potrà comunque bloccare inviando una apposita diffida. In questo modo si potrà interrompere la prescrizione per recuperare 3 mila euro di arretrati di anticipo di aumenti contrattuali 2022/2024 e per aumentare a tutti nel 2025 da 15 a 150 euro l’indennità mensile di vacanza contrattuale.

 

La spiegazione di tutto questo sta nel fatto che dal 2022, da quando è scaduto il CCNL, chi lavora nella scuola prende mensilmente sempre lo stesso assegno di indennità di vacanza contrattuale (+0,5% dello stipendio lordo, in media 15 euro) che per legge è ancorato al 50% dell’aumento del costo dell’inflazione. Inflazione che, però, è salita progressivamente di 16 punti percentuali nel triennio (+8,1% nel 2022, +5,6% nel 2023 e +1,9% nel 2024) e ha portato dopo le prime diffide di Anief con lo scorso Decreto Legge Anticipi nel cedolino di dicembre 2023 per il personale di ruolo un unico assegno misurato per le 13 mensilità del 2024 del 3,35% (6,7*0,5), pari a circa 800 euro in media, mentre ai precari per ogni mensilità del 2024 un assegno di 50 euro a titolo di anticipo aumenti contrattuali 2022-2024.

 

Sembrano conti difficili, ma alla carta manca ad oggi l’effettivo adeguamento dell’assegno di indennità di vacanza contrattuale ai parametri stabiliti dalla legge in attesa della firma del nuovo CCNL 2022-2024, mentre non è estate previsto un nuovo ristoro parziale rispetto a quanto dovuto dallo Stato nel cedolino di dicembre 2024. Cosa fare per aumentare lo stipendio? È semplice, bisogna inviare una diffida al MEF e chiedere il rispetto della legge per sbloccare l’assegno di indennità di vacanza contrattuale a tutela della propria retribuzione, per interrompere la prescrizione entro il 20 dicembre, in attesa dell’esito dei primi ricorsi già depositati da Anief.

Anief, pertanto, invita il personale della scuola interessato a recuperare l’indennità di vacanza contrattuale piena tramite apposito ricorso al giudice del lavoro.

 

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PER APPROFONDIMENTI:

 

SCUOLA – Stipendi, con l’autonomia differenziata rischio diversificazione regionale, ma il gap già c’è tra maestri della primaria e prof della secondaria. Pacifico (Anief): vanno equiparati…

 

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