Superbonus, il re dei crediti è a Dubai: cosa c’è dietro Christopher Aleo e iSwiss

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Il governo aveva detto: ristrutturate casa, col Superbonus paga lo Stato. Poi il meccanismo dei bonus edilizi saliti al 110 per cento si è bloccato. Migliaia di aziende italiane si sono trovate milioni di euro di crediti fiscali del Superbonus “incagliati” la loro unica speranza era cederli al migliore offerente. Con questi “rimborsi” fermi, mancavano i soldi per i cantieri e i disagi sono arrivati ai proprietari di casa che si sono trovati in molti casa con i lavori bloccati. Christopher Aleo, imprenditore italo svizzero, amministratore delegato di iSwiss, ha dato la soluzione: “cartolarizzare i crediti fiscali”, cioè trasformarli in denaro, prospettando un guadagno per tutti, dalle ditte edili ai proprietari che hanno ristrutturato casa, fino a chi mette in piedi l’operazione. In Italia sono infatti nate dozzine di società per ammassare questi crediti fiscali e mandarli all’estero.

Christopher Aleo e iSwiss sono cruciali per quotarli in borsa a Londra e, col ricavato, finanziare tutta la catena. Per migliaia di imprese in attesa e miliardi di euro in ballo, l’attesa si protrae da mesi, tra continui rimpalli e nuovi ritardi. Ma perché proprio Christopher Aleo e iSwiss? Da dove spuntano? Siamo andati oltre i proclami, seguendo coincidenze, tracce finanziarie e giudiziarie.

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ISwiss da Dubai al resto del mondo: in Italia le coincidenze

A Christopher Aleo piace esporre la sua vita sul profilo Instagram da 1,6 milioni di followers, a cui mette in piazza una vita fatta di lusso e eventi mondani. Che siano Cannes o Venezia per il cinema o Milano e Parigi per la moda, Aleo c’è. Spesso è in compagnia di Simona Jakstaite, imprenditrice lituana di origini bergamasche che si presenta come “Direttrice creativa” di iSwiss.

Di frequente si vede il logo “iSwiss” come sponsor di eventi e cene. Il web è pieno di comunicati stampa su questa azienda svizzera: su decine di testate giornalistiche italiane si legge di operazioni sui crediti Superbonus e di attività all’estero che muoverebbero miliardi di euro. Ma cosa c’è oltre i proclami?

La Svizzera è solo la periferia della galassia: al registro di commercio del cantone dei Grigioni risulta una “iSwiss Deposit”, società anonima, con ceo Christopher Aleo. Ma lui cita spesso un “iSwiss Bank”: l’abbiamo trovata alle Isole Comore e con un “ufficio di rappresentanza” nel Regno Unito, a Brighton.

Altre tracce ci hanno portato in Canada da “IswissPay Limited”, società a responsabilità limitata che dovrebbe far transitare il denaro ai conti correnti delle imprese edili nella cartolarizzazione dei crediti Superbonus. O in Svezia, dove abbiamo trovato “iSwiss Securities”. La sede è registrata presso un’azienda che offe cassette postali in affitto.

La sede di iSwiss a Stoccolma

Aleo dice anche di aver rilevato una società di crediti in Romania, Alva, e una “società di prestiti su pegno” in Spagna, ma nei documenti che Today.it ha potuto consultare non se ne trova traccia. Infine abbiamo trovato “iSwiss Hedge Fund”, un fondo di investimento negli Stati Uniti, e attività a Dubai, dove iSwiss ha il ramo “Insurance” e “Reinsurance”, cioè assicurazione e riassicurazione. 

Inchiesta – I miliardi del Superbonus all’estero: ecco chi ci guadagna

E in Italia? Dal 2022 risulta una “iSwiss Srl” inattiva, ma secondo i documenti consultati da Today.it la sede legale coincide col domicilio che Aleo ha depositato alla Sec, un’autorità di controllo statunitense che ha le stesse funzioni della Consob, quando ha registrato iSwiss Hedge Fund. Siamo a San Giorgio di Piano, provincia di Bologna. Sempre allo stesso civico ha sede Spv Super Finance: è una società per “cartolarizzare le risorse naturali” in collaborazione con iSwiss. È intestata a Irimia Marian Eduard, imprenditore rumeno e fondatore di “Superkombat”, format di kickboxing. Il magazine Forbes gli dedicò la copertina del primo numero in Romania, nel 2009.

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Foto da Instagram di Irimia Marian Eduard con copertina di Forbes Romania

Le coincidenze non finiscono qui perché l’amministratore di iSwiss Srl è Serguei Nalon, classe 1983, cittadino italiano nato a Mosca e anche proprietario di “iSwiss Securitization”, registrata in Estonia a dicembre 2024. Sempre Nalon era amministratore unico di “Horizon Geie”, gruppo di interesse economico europeo. Le quote della società sono state sequestrate nel 2021 dal Tribunale di Rovigo.

Quello che invece dovrebbe essere il sito ufficiale di iSwiss non funziona da mesi. Alla data di scrittura di questo articolo l’homepage si presenta ancora come nell’immagine sotto.

Il sito di iSwiss

Non ci sono altre tracce delle attività di queste aziende. Eppure, in un articolo pubblicato sul quotidiano romano Il Tempo, Aleo dichiara che “iSwiss è riuscita a gestire asset per un valore di 22,8 miliardi di dollari solo nel 2024”. Come ci hanno detto numerosi partecipanti alle operazioni sul Superbonus, l’immagine sui social e la presenza su testate autorevoli hanno svolto un ruolo cruciale nel convincere migliaia di imprese a tenere impegnati i loro crediti per cartolarizzarli. Ma dopo più di un anno dagli annunci non è ancora successo nulla. 

8 miliardi da piazzare: il piano sui crediti del Superbonus

Ricordiamo cosa vuole fare Christopher Aleo coi crediti del Superbonus. Il ceo di iSwiss afferma di poter sbloccare 14 miliardi di euro rimasti nei cassetti fiscali delle imprese edili. Per rendere l’idea, la somma quasi eguaglia la manovra finanziaria del governo Meloni. Com’è possibile?

Chi è Christopher Aleo di iSwiss: l’uomo che vuole portare miliardi di crediti all’estero

Aleo vuole quotare alla borsa di Londra gli oltre 8 miliardi raccolti da società italiane (Spv) inserendoli in obbligazioni. La promessa è di trasformare questi crediti in moneta, la “cartolarizzazione” di cui abbiamo scritto, salvando migliaia di imprese rimaste con la liquidità bloccata. Ma non sta andando come previsto e molti aspetti non sono chiari. Intanto, iSwiss potrebbe aver già guadagnato dalla creazione delle società veicolo: più fonti del settore spiegano a Today.it che il “gettone” da pagare per partecipare con una propria Spv è di 400.000 euro. 

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Club miliardari e tribunali: cosa c’è dietro Christopher Aleo

Aleo è spesso su Forbes e altre riviste simili o in hotel di lusso, passerelle e ristoranti stellati. L’apertura del profilo Instagram è recente, maggio 2022, con registrazione negli Emirati Arabi Uniti. A Dubai, Aleo è spesso presente: chi ha parlato con lui di recente afferma che vivrebbe lì. Ma da dove è partito?

Sappiamo che è nato nel 1985 a Schaffausen, in Svizzera. In Italia, troviamo le prime tracce di attività economiche nel 2011, quando aveva 26 anni. Tra Catania e provincia si contano tre imprese in cui è stato amministratore unico. Ora risulta amministratore di due Srl: Credios a Bologna – inattiva – e Delta Invest ad Aci Catena, sempre in provincia di Catania.

Nella moltitudine di comunicati stampa su Aleo e la sua iSwiss c’è tanta Africa. In particolare, le attività in Lesotho sembrano controverse. A ottobre 2024, il quotidiano Newsday annunciava che il governo aveva raggiunto un accordo con iSwiss per l’affidamento di 99 anni della Zona economica speciale.

Il comunicato del ministero del Lesotho che smentisce iSwiss

Il Ministero del Commercio ha poi smentito, ma Newsday sostiene che l’intesa di massima sia stata raggiunta e che vada soltanto formalizzata: l’operazione sarebbe bloccata dalla mancanza di informazioni attendibili su iSwiss, Aleo e la compagna, Simona Jakstaite.

C’è anche un legame tra Azerbaigian e Italia: Aleo è stato premiato a Baku dal “Millionaire concept”, un club di miliardari che vuole “onorare i talenti più influenti nel mondo”. È stato fondato da Agil Mamiyev, imprenditore azero che nella foto sotto posa col ministro Adolfo Urso. Ora Millionaire Concept è un marchio d’impresa registrato e riconosciuto dal ministero delle Imprese e del made in Italy. 

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Agil Mamiyev col ministro Adolfo Urso a Roma

E i legami internazionali arrivano anche nelle aule di tribunale. Aleo è stato rinviato a giudizio con l’accusa di associazione a delinquere, truffa aggravata e riciclaggio. Insieme ad altri sei imputati avrebbe usato polizze fideiussorie inesistenti o irregolari per acquistare immobili in vendita senza spendere un euro. Così, le vittime si sarebbero trovate senza immobili, incassi e con le tasse sulla compravendita da pagare. 

Secondo il pubblico ministero del Tribunale di Palermo, Vincenzo Amico, proprio Aleo avrebbe pianificato l’intera operazione. Le compravendite superano i 17 milioni di euro, ma potrebbero esserci procedimenti analoghi in altre procure italiane. Insieme a lui altre sei imputati, tra cui Oksana Mishchanchuk, presente nel consiglio di amministrazione della “I Phi Chi”, azienda bulgara intestata ad Aleo. La presunta truffa si sarebbe svolta proprio a Sofia, dove le presunte vittime venivano invitate a firmare gli atti di vendita. I giudici stabiliranno cosa è successo.

Continua…

Chi ha segnalazioni sul tema può inviare una email a superbonus@citynews.it

Le puntate precedenti:
Studente con miliardi di crediti Superbonus: il padre condannato (per frode sui crediti) – di Fabrizio Gatti
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