Sviluppo economico, Regione punta su Zes unica per Mezzogiorno

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Le aree da inquadrare sotto il profilo delle Zes rischiano di essere la nuova frontiera della zona franca territoriale.

La Regione punta alle aree dismesse o sottoutilizzate per lo sviluppo economico mediante la Zona economica speciale unica per il Mezzogiorno inserendo l’obbligo di produrre un elenco di proposte entro novanta giorni dall’entrata in vigore della finanziaria 2025-2027

La Regione Siciliana ha deciso di affrontare la questione della Zes unica per il Mezzogiorno istituita con il Decreto legge 19 settembre 2023 numero 124, poi convertito con modificazioni dalla Legge 13 novembre 2023 numero 162. Dopo un anno dall’entrata in vigore della legge che ha annullato il lavoro che in seno alle Attività produttive si era svolto per sfruttare nel migliore dei modi le precedenti e distinte Zone economiche speciali della Sicilia, arriva adesso il progetto della Regione Siciliana che intende riorganizzare e sviluppare economicamente aree cui attribuire i benefici di procedure semplificate e regimi procedimentali speciali. Uno strumento che consentirà alla Regione di inquadrare il contesto produttivo siciliano, inserirli nel piano di Zes unica ed incentivare la produttività degli insediamenti approvati dalla Regione.

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Burocrazia semplificata e legalità controllata

La predisposizione di tale strumento per la Zes unica del Mezzogiorno in Sicilia è stata inserita in quel maxiemendamento che farà parte integrante – o colonna portante – della Legge di stabilità 2025-2027 della Regione Siciliana. Il programma, definito da articolo del suddetto maxi, non comporta spese ulteriori se non di duecentomila euro per l’intero triennio da destinare alla promozione ed all’attuazione delle aree in oggetto, mediante enti regionali o società partecipate. L’individuazione delle Aree a burocrazia semplificata e a legalità controllata coinvolgerà tre Assessorati: Attività produttive, Economia, Autonomie locali e funzioni pubbliche. Per garantire che nei contesti definiti dagli Assessorati regionali quali possibili beneficiari della semplificazione burocratica, e non solo, le proposte dovranno giungere alla giunta regionale entro novanta giorni dall’entrata in vigore della finanziaria e corredate anche da specifici protocolli con le Forze dell’Ordine al fine di garantire “presidi di legalità nelle aree interessate”.

Un mare di Zone economiche speciali

Le aree da inquadrare sotto il profilo delle Zes rischiano di essere la nuova frontiera della zona franca territoriale. La Regione ha quindi previsto un sistema di “autocontenimento” dell’estensione di tali aree, per le quali si dovrà poi appunto prevedere la garanzia di legalità con apposito presidio. Ma resta che in tali aree possono rientrare zone di sviluppo industriale, aree aeroportuali, portuali e retroportuali entro il limite dei seicento metri dalla fascia costiera. Le aree che verranno individuate dagli assessorati investiti del compito, proposte poi alla giunta entro i termini previsti, potrebbero però non essere le uniche individuate. La stessa giunta potrebbe infatti individuarne e proporne di ulteriori. Ciò che conta, secondo il piano del governo Schifani messo a punto con l’articolo 2 del maxiemendamento, che sembra fare il pari sotto alcuni profili con l’articolo 1 del testo base della finanziaria contenente l’istituzione dell’Agenzia – poi task force – per l’attrazione degli investimenti, è il potenziale produttivo dell’area individuata, sia esso di indirizzo industriale o commerciale.

Recupero e sviluppo regionale

Le caratteristiche definite valide perché la giunta approvi la proposta e deleghi il presidente della Regione Renato Schifani della presentazione delle proposte ai ministeri per gli Affari europei, per la Pubblica amministrazione e quello per le Riforme istituzionali al fine di ottenere il nullaosta del governo nazionale, devono rispondere a requisiti di evidente potenziale. Ad esempio, aree in cui esistono infrastrutture logistiche, potenziale di sviluppo industriale o anche commerciale, aree produttive importanti ma sottoutilizzate o addirittura dismesse, aree ampie e utili all’insediamento di possibili proposte di progetti di sviluppo industriale o commerciale. Un profilo, quello delle possibili aree da inquadrare all’interno delle caratteristiche normative previste dalla Zes unica si moltiplicano con una mappatura quasi infinita. Potenzialmente l’intera fascia dei seicento metri per l’intera costa siciliana. La definizione di tale programma, proposto quale legge nella finanziaria 2025-2027 ancora in farraginosa discussione all’Ars, in qualche modo potrebbe rispondere alle domande poste in Sala d’Ercole che volevano ulteriori chiarimenti in merito alle effettive attività che il team di “attrattori degli investimenti” previsti dall’articolo 1 del testo base della finanziaria dovrebbero svolgere.





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