Il Natale dei lavoratori migranti: come si vive sotto i ponti. Lettera di Pietro Simonetti all’Arcivescovo Carbonaro

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Martedì 24 dicembre 2024 – Pietro Simonetti del Cseres ha scritto all’Arcivescovo Metropolita di Potenza, mons. Davide Carbonaro per sottoporre alla sua attenzione un problema che Simonetti denuncia da tempo ma che ancora rimane tale: nessuna soluzione.

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“Molti hanno seguito con attenzione il Suo pellegrinaggio di questi giorni nelle sedi delle parti sociali e del volontariato.

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Nel contempo abbiamo visto le  immagini del Metapontino che fissano le gravi condizioni dei migranti stagionali costretti a vivere sotto i ponti o nei ruderi.

Al netto di auguri, riflessioni ed auspici, colpisce, nell’incontro con Cgil ,CISL ,Uil, la Sua frase “mobilito le coscienze”. Voi – invita Simonetti – dovreste farlo con i lavoratori.

La Basilicata e’ in  forte declino, i dati demografici dicono la verità, il Pil decresce nonostante le risorse naturali ed umane. Ora manca anche l’acqua.

Il Bilancio pubblico allargato a questo privato va oltre i 15 miliardi ogni anno,una cifra enorme che viene utilizzata male,sprecata o sottratta in parte da gruppi affaristi e di potere.

L’ultimo documento dei vescovi lucani – ricorda Simonetti – mette al centro del disagio ,anche economico, la vicenda Stellantis ed il resto, non poteva essere diversamente.

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Esistono  inoltre a livello regionale problemi e condizioni di vita che riguardano  le oltre 50.000 persone  migranti che lavorano  assicurando un notevole sostegno all’economia lucana.

Il 50% lavora in  agricoltura, edilizia ed  resto nelle strutture di cura.

Quasi  nessun – denuncia Simonetti – si interessa di questa vicenda al netto delle presentazioni dei  Rapporti annuali.

Nessuna iniziativa concreta, specialmente negli ultimi anni, da parte delle forze progressiste e democratiche: qualche comunicato o prese di posizioni, a parte le iniziative sulla chiusura del Cpr di Palazzo.

 C’è  anche la vicenda della lotta al caporalato ed alla accoglienza dei lavoratori stagionali.

La Basilicata è una delle Regioni che ha ospitato fino a 3000 richiedenti asilo. Una delle prime in Italia.

Le racconto – scrive Simonetti – la storia della mancata realizzazione dei nuovi Centri di accoglienza dei lavoratori stagionali di Boreano, Gaudiano ed il completamento di quello di Scanzano oltre alla riapertura del Centro di Palazzo San Gervasio unitamente all’utilizzo del Centro antiviolenza completato da tempo ma non utilizzato. Che tanto, molti fanno finta ignorare.

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Tutti interventi programmati nel 2018 dalla  Regione Basilicata, l’ approvazione del Tavolo Regionale Caporalato, composto da Enti, Parti sociali e del volontariato, compresa Caritas, presso la Prefettura di Potenza. 

 Nell’ambito delle misure per  richiedenti asilo – ricorda ancora Simonetti – sono state realizzate importanti intese con il Ministero dell’Interno, le Prefetture e introdotto innovazioni a partire dal trasporto a chiamata degli stagionali, le liste di prenotazione nei Centri per l’impiego che sono state poi inserite nel Piano Nazionale Anticaporalato in vigore.

 Nel contempo,  con la struttura Nazionale del Pon Legalità; e’ stata definita la progettazione di 3 nuovi Centri pubblici di accoglienza dei lavoratori Stagionali (Boreano/Venosa,( in alternativa al ghetto sgomberato nel 2016), Lavello /Gaudiano e il completamento della “Citta della Pace di Scanzano, oltre alla ristrutturazione del Centro di Palazzo per un totale di 750 posti e servizi

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 Nel periodo 2014/2023 sono stati ospitati nel Bradano oltre 3000  persone nei centri attrezzati con fondi regionali e della UE.

 Ad oggi  risultano finanziati dopo i procedimenti da parte della Regione Basilicata e del Ministero dell’Interno, quelli di Boreano, Gaudiano,Scanzano e la ristrutturazione della struttura di Palazzo per circa 17 milioni anche a seguito della rimodulazione dei costi per il tempo trascorso dopo le approvazioni di rito, mentre il Centro antiviolenza di Palazzo e’ stato costruito con un milione di Euro.

Quest’anno la Regione – denuncia Simonetti – non ha garantito neanche l’apertura del Centro di Palazzo in funzione dal 2014 per avendo un finanziamento UE dal mese di febbraio di 2 milioni, non utilizzato per un  avviso andato deserto due volte-confezionato con il consorzio Nova sbagliato e del tutto fuori dalla realtà.

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Forse – conclude Simonetti – una Sua iniziativa assieme alle parti sociali, sul Governo regionale e Prefetture, potrebbe portare ad uno sblocco della situazione oltre ad evitare la perdita dei finanziamenti della UE che devono essere rendicontati altro il 31 dicembre 2026″



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