intervista al regista William Gatto –

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Manca ormai pochissimo allo start dell’edizione numero 20 del Presepe Vivente di Panettieri dal titolo “Il Pane dal Cielo” e chi meglio del regista di questo grande spettacolo può introdurre il lettore e guidarlo nella storia dell’avvenimento che ha cambiato le sorti del mondo intero.

Così abbiamo incontrato l’attore e cantastorie cosentino, William Gatto, che esordisce quest’anno alla regia teatrale della colossale rappresentazione della nascita di Gesù nel borgo al confine tra le due province di Cosenza e Catanzaro.

William, intanto un benvenuto a Panettieri. Com’è nata l’idea di dirigere l’allestimento 2024?

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“Mi fa tanto piacere essere qui. Semplice la risposta alla sua domanda: sono stato contattato dallo scenografo Gabriele Ferrari che conosceva bene i miei spettacoli itineranti nei centri storici e, visto che quella di quest’anno era un’edizione particolare essendo la ventesima, quindi un traguardo importante, ha pensato che la mia presenza qui potesse rappresentare, professionalmente parlando, un quid in più, ma anche qualcosa di continuativo rispetto a quanto era stato messo in scena negli anni precedenti. Fra l’altro, confesso di non aver volutamente visto le edizioni precedenti per non farmi influenzare in alcun modo”. “Quindi– racconta ancora Gatto – sono arrivato a Panettieri in ottobre e ho firmato un contratto con il comune per realizzare la regia del Presepe Vivente e per questo devo ringraziare l’amministrazione comunale tutta”.

Visto che è qui e da un po’ di tempo è a contatto con il paese e con i suoi abitanti,  ma anche con il territorio, raccontiamo un po’ chi è William Gatto?

L’attore e regista William Gatto

“Sono presidente della compagnia teatrale «La Città del Sole» e gestisco il «Parco Culturale Tommaso Campanella» e mi occupo di turismo culturale. Con la mia associazione faccio itinerari turistici teatrali nei borghi antichi, nei luoghi di ispirazione poetica e, con lo stesso spirito e la stessa filosofia abbiamo messo in scena questo evento. Siamo ormai alle prove generali di quello che è uno spaccato della Galilea, vicino a Betlemme al tempo della nascita di Gesù, da Erode passando attraverso tutti i personaggi: pastori, popolani, personaggi ancora diversi, altri legati ad alcune profezie, ma non vado a spoilerare troppo. Ci sono comunque una serie di figurazioni speciali che vanno a narrare tutto un sentiero che porta alla capanna e quindi si andranno a teatralizzare tutti questi spazi scenici”.

“Sono fondamentalmente un cantastorie, – così si descrive ancora Gatto – un narratore e un attore che si occupa sia di teatro che di cinema. Nel 2000 ho fondato l’associazione che ho presentato in precedenza e da lì svolgo questi spettacoli ovunque. Lavoro anche in teatro, ma il mio lavoro è soprattutto come guida turistica per la Regione Calabria e con le navi da crociera che sbarcano a Crotone, andando in giro per il centro storico della città pitagorica. Inoltre allestisco spettacoli e laboratori teatrali per le scuole i turisti, e chiunque lo richieda”.

Sappiamo che ha una grande esperienza in questo campo ed ha avuto l’opportunità di lavorare in quest’area.

“In 25 anni di lavoro con la mia associazione abbiamo fatto circa 1800 spettacoli in tutti i centri storici. É vero, ultimamente abbiamo fatto rievocazioni storiche sul territorio, come quella nella vicina Carlopoli a novembre. Sono ormai avvezzo a certe performances tipo visite guidate teatralizzate e non, indossando magari un bel costume d’epoca e raccontando una storia”.

Che futuro ha un certo tipo di turismo in Calabria?

Credo che il cine-turismo sia il futuro della Calabria. Qui ci sono tutti i presupposti per far accadere cose simili a quelle avvenute per Matera o per i luoghi di Montalbano dove io faccio la guida. La nostra associazione fa parte di un albo regionale, mentre io sono diventato guida nazionale”.

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E in riferimento specifico a Panettieri?

“Panettieri col suo presepe credo abbia svoltato per le vacanze natalizie, ma non solo, perché è un’area molto interessante e bisognerebbe insistere non solo sui discorsi presepiali, visto che questo lo fa già molto bene il comune, ma fare anche come altre località per esempio, per il carnevale. Si potrebbe lavorare, visto che è uno dei presepi migliori d’Italia, su una de-stagionalizzazione della manifestazione, cominciando ad operare con un po’ d’anticipo per proporlo anche in altri periodi dell’anno; penso al periodo dei funghi rositi, (eccellenza della vicina Sila) ovvero fine novembre, cominciando a metterlo in scena già allora poiché il clima natalizio si comincia a respirare già in quel periodo e quindi non si sbaglierebbe”.”

“Un’idea sicuramente valida – suggerisce il regista – potrebbe essere creare i presepi storici, mettendo, come fanno da sempre a Napoli, anche personaggi fuori da un contesto canonico. Ad esempio si potrebbero inserire figure come Telesio o Gioacchino da Fiore o Pitagora, che rappresentano i pilastri della nostra cultura. Si potrebbe pensare anche ad un allestimento del presepe ad esempio pensando al solstizio d’inverno”.

“Panettieri si presta bene scenograficamente – ne è convinto Gatto – ad un allestimento praticamente permanente. Anche perché vedo un crescente interessamento anche da Cosenza e da tutti i territori vicini perché Panettieri è ormai molto conosciuto ed è anche abbastanza facilmente raggiungibile. E poi suscita un notevole interesse mediatico con la presenza costante della Rai e di emittenti private come Ten e altre testate calabresi on line”.

Cosa le sta rimanendo dentro di Panettieri e della sua gente?

“Nel cuore mi rimane la grande disponibilità e affabilità degli abitanti. E poi mi ha sorpreso positivamente don Gregorio, prete di Panettieri, perché non è facile che un presbitero si faccia coinvolgere così pienamente in un’iniziativa del genere. Invece che ha accettato volentieri di partecipare facendo il Re Magio che può essere un plus della rappresentazione non solo dal punto di vista della sceneggiatura, ma anche sotto il profilo teologico perché dà un contributo efficace e funzionale. Noi ce la metteremo tutta – conclude William Gatto – anche perché oltre ai figuranti, insieme a me, che faccio il Narratore del tempo, ci sono altri 5 attori provenienti dal Parco: Ida Murianni che interpreta una contadina; Piergiuseppe Maggi, il pastore Benino; Giuseppe Longo, sciamano della cabala ebraica; Pierpaolo Federico, Erode e Alessandro Massimilla, il Re Magio Gaspare. Concludendo, sarà una grande sfida ripetere per 30-35 volte la singola parte. Questo metterà a dura prova la nostra voce soprattutto ma anche la nostra resistenza fisica. Vorremmo che ogni volta fosse la prima, ma questo, citando Campanella, è pura utopia”.





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