ARRIVA LA STRETTA ALLE RECENSIONI ONLINE. NEL MIRINO RISTORANTI E ALBERGHI. DOMANI LA MISURA IN CDM, NUOVI INCENTIVI ALLE PICCOLE MEDIE IMPRESE

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Incentivi fiscali per promuovere la cooperazione tra le piccole e medie imprese, misure per facilitare l’accesso al credito e stretta sulle false recensioni online per le imprese della ristorazione e delle strutture ricettive. Questi sono solo alcuni dei punti principali toccati dal ddl sulle Piccole e Medie Imprese (Pmi), fortemente voluto dal ministro delle Imprese Adolfo Urso, che si propone di sostenere il tessuto produttivo italiano, composto per oltre il 95% da Pmi. Domani il provvedimento arriverà in Consiglio dei ministri per ricevere il via libera dal governo e quindi passare al vaglio del Parlamento.

Andando più nel dettaglio sulle misure del documento, farà discutere la cosiddetta stretta sulle «false» recensioni online di ristoranti e strutture di ricezione turistica sul suolo italiano: in pratica, il consumatore deve dimostrare la propria identità e l’effettivo utilizzo di servizi o prestazioni per rilasciare la propria motivata recensione e deve farlo non oltre quindici giorni dalla data di utilizzo del prodotto o di fruizione del servizio. Ma non finisce qui: la recensione dovrà essere «sufficientemente dettagliata e rispondente alla tipologia del prodotto utilizzato o alle caratteristiche della struttura che lo offre». Viceversa, l’imprenditore potrà chiedere la cancellazione della recensione o comunque avere diritto alla replica. Potrà ottenere anche la cancellazione dei giudizi non più attuali, passati due anni dalla data di fruizione del servizio o dall’adozione di misure volte a superare le ragioni dell’utente. Sarà vietato inoltre l’acquisto e la cessione «di recensioni, apprezzamenti o interazioni», anche rilasciate da consumatori tramite incentivi. L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni avrà il compito di disciplinare con un regolamento la condotta richiesta alle piattaforme che diffondono recensioni e avrà poteri investigativi e sanzionatori.

Il ddl introduce inoltre diversi incentivi fiscali per promuovere le reti di impresa. Per esempio, le imprese che si mettono a fattor comune attraverso la stipula di un contratto di rete possono decurtare fino a un milione di euro all’anno dal loro reddito d’impresa (con un limite complessivo di 15 milioni annui tra 2027 e 2029) se questo viene destinato al fondo comune per la realizzazione entro l’esercizio successivo degli investimenti previsti dal programma. Un altro passaggio rilevante, al fine di favorire l’accesso al credito delle imprese, è il riordino e la semplificazione – attraverso una legge delega al governo della durata di 12 mesi dall’approvazione del ddl – della normativa sui Confidi, consorzi di imprese che operano per garantirsi vicendevolmente nella richiesta di finanziamenti. Il ddl, inoltre, promuove ulteriori misure come la cartolarizzazione delle merci presenti in magazzino per liberare risorse liquide e il riconoscimento delle Centrali consortili, strutture mutualistiche che coordinano filiere e aggregazioni di micro e piccole imprese. Al ministero delle Imprese e del Made in Italy sarà affidato il compito di vigilare per accertare le effettive finalità mutualistiche. Proposto anche uno stanziamento da 100 milioni di euro per sostenere programmi di investimento di Pmi appartenenti alla filiera della moda o programmi proposti da aggregazioni di imprese.

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Particolare attenzione è dedicata al trasferimento generazionale, con diverse misure per incentivare il passaggio di competenze e il ricambio occupazionale. Una di queste prevede, nel 2026 e 2027, per le aziende con meno di 50 dipendenti che i lavoratori in procinto di raggiungere i requisiti per la pensione entro trenta mesi possano accedere al regime di incentivo al part-time (a questi lavoratori è riconosciuto un esonero totale fino a 3mila euro dei contributi previdenziali con integrazione dei contributi non versati in virtù della trasformazione del contratto) .

Corposo anche il pacchetto semplificazioni: per il lavoro agile, il datore di lavoro sarà responsabile della sicurezza dell’ambiente di lavoro solo per i locali nella sua disponibilità giuridica, mentre per chi lavora da remoto gli obblighi saranno assolti con la trasmissione di un’informativa al lavoratore. Si prevede, inoltre, la semplificazione degli oneri amministrativi, in particolare in materia di salute e sicurezza sul lavoro, attraverso la messa a punto di un’intesa con Inail su modelli organizzativi proporzionati alla dimensione aziendale.

Infine, la bozza prevede la creazione di un testo unico per regolamentare le startup e le Pmi innovative, semplificando la normativa e

rafforzando l’ecosistema dell’innovazione. A supporto delle imprese, sarà istituito un Garante per le startup e le Pmi, che avrà il compito di monitorare e proporre soluzioni per migliorare il quadro normativo e operativo.

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