Punta in alto la Regione con il Piano energetico

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Toscana

di Ennio Cicali

Si chiama Pier, ma non si tratta di un noto uomo politico, né tanto meno di un personaggio televisivo, è il nome del Piano energetico regionale 2007-2020, un progetto ambizioso della Regione Toscana: produrre almeno il 50% di energia elettrica attraverso l’uso di fonti rinnovabili (ora al 34% rispetto a circa il 17% del resto d’Italia).

La Toscana ha un fabbisogno di energia di 21.720 Gigawatt, a fronte di una produzione netta di 18.382 Gwh di cui 6.216 da fonti rinnovabili e il resto da fonti tradizionali. Gli obiettivi del Pier sono tre: efficienza, sostenibilità e sicurezza. Per raggiungerli la Regione investirà circa 105 milioni di euro da qui al 2013. Per arrivare al 2020 serviranno tre miliardi di euro.Due gli obiettivi del Piano: la riduzione delle emissioni dei gas serra nel rispetto del Protocollo di Kyoto. e la riduzione della dipendenza dal petrolio. Per perseguirle è necessario aumentare l’efficienza degli impianti e favorire stili di vita orientati a ridurre il consumo di energia.

Per raggiungere questi risultati sono previsti  investimenti e agevolazioni per enti locali, cittadini e imprese, compresa la compartecipazione dei privati, pari a 500 milioni di euro, 252 da impiegare entro il 2010. Alla ricerca sono destinati 21 milioni.

Varie le novità: una maggiore semplificazione amministrativa; un ruolo maggiore per le Province, chiamate a redigere propri Piani energetici, e i Comuni, per l’individuazione delle aree per impianti industriali alimentati ad energia rinnovabile e quelle in cui sarà escluso farlo; l’individuazione di 15-25 siti idonei ad ospitare parchi eolici, procedure semplici per lo sviluppo del fotovoltaico.

Anche la recente apertura dei due centri sulla geotermia e sulle energie rinnovabili di Larderello e Monterotondo Marittimo contribuirà a far crescere la ricerca sulle energie rinnovabili. Perno centrale della riduzione delle emissioni è la riconversione a metano delle due centrali Enel a olio combustibile di Livorno (300 megawatt) e Piombino (1200 Mw), come è stato fatto a Cavriglia e allineando questi impianti al nuovo Rosen 2 di Rosignano. L’occasione è rappresentata dall’arrivo del metanodotto algerino Galsi e dall’attivazione di un solo rigassificatore al largo delle coste livornesi.

Il Piano arriva alla discussione dopo tre mesi di concertazione con associazioni e parti sociali. Non mancano le voci di dissenso, secondo Maurizio Dinelli (Pdl) le tariffe in Toscana continuano ad essere troppo alte. «L’acquisto dei prodotti energetici – osserva – è quello che più incide sulla spesa complessiva delle famiglie, in particolare il gas per il 3,2% ed energia elettrica per il 1,7%. Questa incidenza aumenta, arrivando anche al 14,4%, penalizzando imprese e sopratutto le fasce sociali più povere, essendo l’energia un bene primario e quindi una spesa non comprimibile. Davanti a questi dati drammatici della situazione toscana, l’attuale proposta di Pier è inutile, poiché si basa per il 90% sullo sviluppo energetico delle rinnovabili, ed in particolare sul fotovoltaico e l’eolico, e al contempo prevede solo 36 milioni di euro in quattro anni di investimenti pubblici, cioè meno dell’1% del bilancio regionale. Ovvero, niente».Legambiente Toscana e Ambiente e Lavoro Toscana, le due associazioni ambientaliste presenti al tavolo di concertazione regionale, danno del Piano un giudizio generale positivo. Tuttavia, obiettano,  sono necessari alcuni miglioramenti per integrarlo con la restante pianificazione regionale; inoltre, l’approccio alle fonti energetiche rinnovabili appare problematico soprattutto per quanto riguarda l’eolico sopra i 30 mw. Nota dolente del Piano. osservano, è l’assenza di coniugare le scelte energetiche con quelle occupazionali.

S. Seton di Livorno, la parrocchia ad energia solare

di Chiara Domenici

Un altro primato per la parrocchia S. Seton di Livorno, oltre ad essere la prima comunità in Italia dedicata alla santa americana (tra l’altro, la prima santa americana della storia) è stata infatti definita anche la prima «parrocchia ecologica» della Diocesi di Livorno. Da più di un mese svettano sulla superficie sud del suo vasto tetto ben 58 pannelli solari. In perfetta sintonia con gli insegnamenti del Vangelo e le indicazioni del Papa, il parroco don Gino Franchi, d’accordo con il Consiglio Pastorale Parrocchiale, ha fatto installare un impianto fotovoltaico che produrrà 13.000 Kilowatt annuali, che copriranno l’intero fabbisogno di: chiesa, locali parrocchiali, casa di accoglienza e abitazione del parroco, annullando completamente le spese energetiche della rete ENEL e riducendo a zero l’immissione di anidride carbonica nell’atmosfera. Il costo dell’impianto ammonta a 82.000 Euro ed è stato sostenuto con le entrate derivanti dalle offerte dei fedeli e dai risparmi che la parrocchia era riuscita ad accantonare in questi anni. Ma la spesa, per quanto ingente, sarà ammortizzata in meno di dieci anni, grazie all’ampio risparmio sulle bollette e al contributo annuale che la parrocchia riceverà dalla Società che gestisce i servizi elettrici. «Da tempo avevamo pensato ad una forma di energia alternativa per la comunità. La spesa notevole – ha spiegato il parroco – ci aveva fatto rimandare la decisione per valutare bene vantaggi e svantaggi. Ci siamo affidati ad una ditta che si occupa di energia e di energie alternative da molto tempo (la “Foschi impianti”), poi la possibilità di ottenere incentivi statali ci ha ulteriormente sostenuto, ma quello che ci ha convinto di più nel realizzare questo progetto è stata l’idea di poter comunicare un bell’esempio. Anche quest’anno nel suo messaggio di pace il Papa invitava i cristiani a custodire e proteggere la casa di tutti: la terra, e la realizzazione di un impianto ad energia solare, in questo 2008 in cui si festeggiano tra l’altro anche i 40 anni della nostra parrocchia è divenuta una scelta simbolo per favorire anche una mentalità “ecologica” soprattutto fra i giovani Quando costruimmo la chiesa nuova, anche per l’impostazione architettonica, seguimmo uno slogan: “una casa fr a le case, per una famiglia di famiglie”: aver realizzato un impianto su questa nostra grande casa spero che stimoli alla riflessione e magari porti qualcun altro a fare la stessa scelta».

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