Veneto, quei 100 milioni di euro del «Fondo mance» che da Roma finiscono nei territori: cosa sarà fatto in regione

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di
Martina Zambon

I micro-interventi infilati dai deputati (leghisti) in un fondo della legge di bilancio. Ciascun deputato ha preparatoun odg da 150.000 euro

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Ormai per tutti, persino per gli stessi deputati, seppur off record, è il «Fondo mance», poco più di cento milioni di euro inglobati in finanziaria come fondo per micro-interventi locali. Verrebbe da dire «localissimi»: si va dalla scuola elementare e l’asilo nido di Pozzonovo nel Padovano (di cui è sindaco Arianna Lazzarini, deputata della Lega) ai Torrioni medievali semi diroccati di Pedescala, nella Valle dell’Astico (la zona è quella del collega vicentino Erik Pretto), dalle passerelle nel parco del Sile a Vedelago (qui la firma per la «Porta dell’Acqua» è del segretario provinciale del Carroccio Dimitri Coin) al cofinanziamento per la «rotatoria via Groppa» a Montebelluna (copyright di Ingrid Bisa). 

L’elenco potrebbe continuare con la messa in sicurezza della strada provinciale 10 «Decumanus Maximus» fra i comuni di Borgoricco, Santa Maria di Sala, Sant’Angelo e San Giorgio (a presentare l’odg è l’ex sindaco di Borgoricco e vice segretario federale della Lega Alberto Stefani).




















































Ma ci sono interventi una tantum anche per l’Anffas di San Donà di Piave, nel Veneziano (Giulia Andreuzza, sempre Lega) e un progetto sul lago di Revine che, però, non è stato «rivendicato» come tutti i precedenti con una nota stampa della pattuglia leghista (anche se uno dei due comuni beneficiari, Tarzo, ha per sindaco un altro parlamentare leghista, Gianangelo Bof). Infine, a Cittadella, paese del sottosegretario alle Imprese e Made in Italy Massimo Bitonci, si finanzia il Comune per la promozione del rugby e per il museo medievale multimediale a valorizzare le storiche mura. Tutti sono interventi da 150 mila euro ciascuno, questo il plafond (ben più magro dei 400 mila euro strappati lo scorso anno dai senatori).

Un tempo le intemerate iper local ce le si giocava nel famigerato Milleproroghe ma già dall’anno scorso, visti i chiari di luna di bilancio, si è optato per un plafond assegnato ai singoli parlamentari, seppur informalmente, per l’ormai celebre Fondo mance. Funziona così: al primo articolo della legge di bilancio si istituisce un fondo la cui dotazione (circa 100 milioni) «è destinata all’attuazione di misure in favore degli enti locali» ma anche a sociale, infrastrutture, sport e cultura.

Seguono gli odg approvati (starà poi ai ministeri competenti, a inizio anno procedere concretamente) e, per quanto riguarda il Veneto, si tratta essenzialmente di odg della Lega. C’è anche un odg per la Regione: 2,5 milioni per il 2026 e 6,3 per il 2027 per manutenzione e messa in sicurezza stradale.

Si sono regolati diversamente i Fratelli veneti. Pescando nel mazzo, il veronese Ciro Maschio non ha partecipato al «Fondo Mance», così come il vicentino Silvio Giovane che si è concentrato su un obiettivo più ambizioso (centrato, peraltro): 60 milioni direttamente in manovra, di cui i primi 50 già nel 2025, alle scuole paritarie che accolgano studenti con disabilità. La trevigiana Marina Marchetto Aliprandi si è occupata del turnover per Polizia e Vigili del Fuoco pari al 100% per il 2025 (si rischiava un taglio al 75%). La vicentina Maria Cristina Caretta, santa protettrice dei cacciatori, strappa un sì al suo odg: «una riorganizzazione del regime Iva sulle prestazioni veterinarie, nonché sugli alimenti per gli animali da compagnia». 

Forza Italia, da parte sua, sceglie di concentrare gli sforzi su un unico progetto molto sentito dal territorio veronese: Paola Boscaini e Piergiorgio Cortelazzo firmano un odg sul collettore del Garda. Un impegno che fa pressing per realizzare i due progetti esecutivi complementari per «il sistema di collettamento e depurazione del Lago di Garda». 

I primi lotti valgono 12 milioni di euro, «necessari – spiega Boscanini – non solo per mettere in sicurezza la gestione dei reflui, ma anche per consentire il completamento della ciclabile del Garda» che passerebbe giusto al di sopra del collettore. Insomma, il rapporto dei deputati con i territori d’origine resta un classico da rispolverare soprattutto con la legge di bilancio. 

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Per tutti lo dice chiaramente Lazzarini nella sua nota: «Ancora una volta la Lega si conferma il partito dei territori e per i territori. Questo è evidente grazie al nostro grande lavoro svolto in questa manovra per far arrivare risorse utili e dare risposte concrete alle esigenze che provengono dalle comunità». Agli antipodi la lettura del segretario Pd, Andrea Martella: «Una manovra che non dà risposta ai problemi del Paese ed è persino peggiorata con una pioggia aggiuntiva di micro-misure localistiche che hanno ridotto la Legge di Bilancio ad una vera e propria indecente “Legge mancia” per obiettivi chiaramente elettorali».

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